venerdì 28 febbraio 2014

24 febbraio: la repressione a Napoli contro le lotte per il lavoro..


Numerosi disoccupati napoletani sono stati colpiti da provvedimenti restrittivi nei giorni scorsi perché accusati di aver organizzato una “associazione per delinquere” finalizzata a commettere più delitti con lo scopo di condizionare le scelte amministrative e di governo regionale in materia occupazionale. Una imputazione che entra nel vivo del conflitto sociale ed incide pesantemente sull’agibilità politica dei movimenti dei disoccupati, che mira a bloccarne le pratiche di conflitto e rivendicazione assolutamente legittime, tutte interne alla dinamica della difesa dei propri interessi di classe contrapposti a quelli padronali.
Anche nella provincia napoletana, nelle ultime settimane, abbiamo assistito ad un protagonismo inedito degli uffici di Procura che, con una rapidità ineguagliabile, hanno svolto indagini fulminee e chiesto l’emissione di provvedimenti restrittivi nei confronti di alcuni manifestanti che il 16 gennaio scorso protestavano sotto la locale casa comunale contro la Tares più alta d’Italia, in un comune che è tra quelli maggiormente devastati dal biocidio campano. A Giugliano in Campania – dove le forze dell’ordine in quel frangente hanno anche sperimentato per la prima volta lo spray urticante e fatto ricorso all’uso dei lacrimogeni sparati anche ad alzo zero – la protesta popolare è stata fronteggiata con il ricorso alla magistratura: vari i reati contestati che vanno dalla resistenza al pubblico ufficiale all’oltraggio ed all’interruzione di pubblico servizio, dalle lesioni personali al danneggiamento fino al tentativo di invasione di uffici pubblici.


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