Le iniziative del 30 aprile e 1° Maggio sono state varie,
concentrate soprattutto alle fabbriche, ArcelorMittal e ditte
dell'appalto AM, in cui vi sono stati volantinaggi, riunioni ai
cancelli, striscioni, affissione, ecc.; mentre verso i settori dei
lavoratori degli appalti comunali, precari – che in generale ancora
non avevano ripreso l'attività lavorativa – il centro è stata la
conferenza stampa. Di tutto questo abbiamo già fatto circolare
informazioni, comunicati, ecc.
Ora la “fase 2” l'abbiamo avviata all'insegna di “rompere la
tregua”, con assemblee sui posti di lavoro dei lav. Cimiteriali,
appalti comunali e avvio dello stato di agitazione che porterà nei
prossimi giorni a presidi di piazza sotto il Comune e, dove non ci
saranno risultati sul fronte lavoro, salario, a scioperi.
La
crisi pandemica/economica non sarà uguale alla crisi già
preesistente né vi sarà un uguale scarico di essa verso i proletari
e le masse popolari.
Questa crisi pandemica è frutto del modo di produzione capitalista
nella fase imperialista, non è una manovra, un pretesto per
scaricare la crisi economica che già c'era sulle masse; né possiamo
ridurre la pandemia solo alla crisi sanitaria, perchè così vedremmo
solo gli effetti e non le cause contro cui principalmente dobbiamo
combattere.
Il
futuro è un legame stretto tra crisi economica e crisi pandemica,
con un attacco nuovo e maggiore da parte del padronato sui
lavoratori, sui diritti e agibilità sindacali, sulle lotte, mentre
il governo sta usando le lezioni dell'emergenza per portare avanti la
linea:
ai padroni grandi concessioni, soldi e libertà, ai lavoratori, alle
donne, alle masse popolari continuazione dei divieti, controlli,
repressione
e miseria.
Rispetto
a questa situazione la nostra risposta deve essere di due tipi:
quella
strategica per rovesciare il sistema capitalista su scala nazionale e
internazionale, che con la pandemia dimostra ancora di più la sua
putrefazione;
quella
tattica, di approfittare della nuova crisi per riorganizzare le fila
della classe operaia e il fronte unito dei lavoratori e masse
popolari, e delle loro organizzazioni, contro padroni, governi,
Stato, rafforzando e costruendo gli strumenti, l'organizzazione sia
sindacale che politica della classe.
Le
fabbriche, che tutti ora si accorgono essere il cuore del sistema
economico, ancora non sono in campo come sarebbe necessario, e la
situazione non è affatto semplice, vedi ArcelorMittal; e soprattutto
in questa “fase 2” lo “stare a casa” non è la forma di lotta
giusta (mentre è giusto una lotta continua anche all'interno delle
fabbriche all'insegna della parola d'ordine: senza sicurezza non
lavoriamo – come hanno fatto per es. operai dell'appalto
ArcelorMittal, della Pellegrini, che non avendo le mascherine
regolari si sono fermati e grazie a questo dopo due ore sono arrivate
le mascherine giuste).
Qui
la prima
forma necessaria per riorganizzare sono le assemblee sui posti di
lavoro, dentro o fuori, perchè gli operai devono prendere la parola,
dire la loro, unirsi e decidere.
Noi
pensiamo che anche nella costruzione del fronte unito occorre
chiarire e distinguere ciò che sono obiettivi e iniziative sindacali
che devono essere in sintonia con i bisogni e la realtà effettiva
dei lavoratori, e ciò che sono parole d'ordine e iniziative
politiche; perchè confonderli non rafforza né la lotta sindacale né
la lotta politica, e in generale confonde e riduce la necessaria
lotta e campagne politiche a iniziative sindacali.
Circa
le piattaforme sindacali, non abbiamo bisogno di “inventarci”
obiettivi o scadenze. Questi li pongono i lavoratori, ma in un certo
senso sono gli stessi padroni (che dicono No su tutto) e il governo a
suggerirceli.
Insieme
al problema del salario, della cig al 100% che non arriva, e del
salario garantito a chi è senza lavoro e reddito/ammortizzatori
sociali, insieme al problema della sicurezza per lavorare, e qui
dobbiamo porre insieme ai Dpi la questione delle postazioni sanitarie
nella grandi fabbriche, è
la questione del lavoro, che nessun posto di lavoro deve essere
perso, della lotta ai licenziamenti che sta diventando centrale;
a Taranto abbiamo licenziamenti nell'appalto Arsenale, il nuovo piano
di riduzione occupazione all'ArcelorMittal, mancate riaperture di
alcune fabbriche dell'appalto AM; mentre negli appalti comunali dove
dobbiamo difendere rigidamente il salario, l'aumento dell'orario per
cui erano già in lotta, aumenta la precarietà e il rischio di
perdita del lavoro. Su questo vogliamo aprire una lotta prolungata,
riorganizzando e unendo lavoratori e vertenze.
Noi
diciamo riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga e
se le aziende non riaprono, che sia lo Stato a riaprirle.
I
protocolli sindacali insieme alle insufficienze di obiettivi, e allo
spirito conciliativo e di cogestione con cui sono improntati, su tre
questioni centrali tacciono: il problema appunto dell'orario di
lavoro (assolutamente legittimo a fronte di una riorganizzazione di
orari, turni, scaglionamenti in entrata e uscita che di fatto
allungherà il tempo in fabbrica); la questione delle postazioni
sanitarie; e soprattutto la questione della ripresa del diritto di
assemblea, perchè temono che gli operai riprendano la parola.
Infine,
“rompere la tregua e la pace sociale” vuol dire fronteggiare e
respingere la repressione e i divieti su scioperi e manifestazioni.
Questo si sta cominciando a fare, ma occorre anche su questo
costruire la forza dei lavoratori.
Stanno
piovendo multe, ma soprattutto è in atto un piano “strategico”
di attacco al diritto di sciopero. La Commissione Garanzia Sciopero
ha sanzionato lo Slai cobas sc per lo sciopero delle donne del 9
marzo, questa sanzione è preoccupante per tutti perchè in realtà
si vuole estendere, probabilmente con una nuova legge, il divieto di
sciopero oltre l'emergenza pandemica e per tutti i settori
lavorativi.
Noi
proponiamo che si respinga insieme in modo solidale questo attacco,
sia con le iniziative sia legalmente, facendo appello anche ai
compagni e compagne avvocati.
In
conclusione:
assemblee
soprattutto alle fabbriche per riorganizzare la forza della classe
operaia
lavoro,
no ai licenziamenti – riduzione dell'orario di lavoro
iniziative
di piazza, verso le Istituzioni su salario, ammortizzatori sociali,
salario garantito, condizioni di vita delle masse
rispondere
e respingere unitariamente multe e sanzioni della CGS
Per
Slai Cobas
per il sindacato di classe
Margherita
- Taranto
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