mercoledì 13 maggio 2020

13 maggio - INTERVENTO DELLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE PER L'ASSEMBLEA TELEMATICA DEL PATTO D'AZIONE DEL 9 MAGGIO 2020 che per problemi tecnici non siamo riusciti ad esporre


Le iniziative del 30 aprile e 1° Maggio sono state varie, concentrate soprattutto alle fabbriche, ArcelorMittal e ditte dell'appalto AM, in cui vi sono stati volantinaggi, riunioni ai cancelli, striscioni, affissione, ecc.; mentre verso i settori dei lavoratori degli appalti comunali, precari – che in generale ancora non avevano ripreso l'attività lavorativa – il centro è stata la conferenza stampa. Di tutto questo abbiamo già fatto circolare informazioni, comunicati, ecc.
Ora la “fase 2” l'abbiamo avviata all'insegna di “rompere la tregua”, con assemblee sui posti di lavoro dei lav. Cimiteriali, appalti comunali e avvio dello stato di agitazione che porterà nei prossimi giorni a presidi di piazza sotto il Comune e, dove non ci saranno risultati sul fronte lavoro, salario, a scioperi.
La crisi pandemica/economica non sarà uguale alla crisi già preesistente né vi sarà un uguale scarico di essa verso i proletari e le masse popolari.
Questa crisi pandemica è frutto del modo di produzione capitalista nella fase imperialista, non è una manovra, un pretesto per scaricare la crisi economica che già c'era sulle masse; né possiamo ridurre la pandemia solo alla crisi sanitaria, perchè così vedremmo solo gli effetti e non le cause contro cui principalmente dobbiamo combattere.
Il futuro è un legame stretto tra crisi economica e crisi pandemica, con un attacco nuovo e maggiore da parte del padronato sui lavoratori, sui diritti e agibilità sindacali, sulle lotte, mentre il governo sta usando le lezioni dell'emergenza per portare avanti la linea: ai padroni grandi concessioni, soldi e libertà, ai lavoratori, alle donne, alle masse popolari continuazione dei divieti, controlli, repressione e miseria.
Rispetto a questa situazione la nostra risposta deve essere di due tipi:
quella strategica per rovesciare il sistema capitalista su scala nazionale e internazionale, che con la pandemia dimostra ancora di più la sua putrefazione;
quella tattica, di approfittare della nuova crisi per riorganizzare le fila della classe operaia e il fronte unito dei lavoratori e masse popolari, e delle loro organizzazioni, contro padroni, governi, Stato, rafforzando e costruendo gli strumenti, l'organizzazione sia sindacale che politica della classe.
Le fabbriche, che tutti ora si accorgono essere il cuore del sistema economico, ancora non sono in campo come sarebbe necessario, e la situazione non è affatto semplice, vedi ArcelorMittal; e soprattutto in questa “fase 2” lo “stare a casa” non è la forma di lotta giusta (mentre è giusto una lotta continua anche all'interno delle fabbriche all'insegna della parola d'ordine: senza sicurezza non lavoriamo – come hanno fatto per es. operai dell'appalto ArcelorMittal, della Pellegrini, che non avendo le mascherine regolari si sono fermati e grazie a questo dopo due ore sono arrivate le mascherine giuste).
Qui la prima forma necessaria per riorganizzare sono le assemblee sui posti di lavoro, dentro o fuori, perchè gli operai devono prendere la parola, dire la loro, unirsi e decidere.

Noi pensiamo che anche nella costruzione del fronte unito occorre chiarire e distinguere ciò che sono obiettivi e iniziative sindacali che devono essere in sintonia con i bisogni e la realtà effettiva dei lavoratori, e ciò che sono parole d'ordine e iniziative politiche; perchè confonderli non rafforza né la lotta sindacale né la lotta politica, e in generale confonde e riduce la necessaria lotta e campagne politiche a iniziative sindacali.
Circa le piattaforme sindacali, non abbiamo bisogno di “inventarci” obiettivi o scadenze. Questi li pongono i lavoratori, ma in un certo senso sono gli stessi padroni (che dicono No su tutto) e il governo a suggerirceli.
Insieme al problema del salario, della cig al 100% che non arriva, e del salario garantito a chi è senza lavoro e reddito/ammortizzatori sociali, insieme al problema della sicurezza per lavorare, e qui dobbiamo porre insieme ai Dpi la questione delle postazioni sanitarie nella grandi fabbriche, è la questione del lavoro, che nessun posto di lavoro deve essere perso, della lotta ai licenziamenti che sta diventando centrale; a Taranto abbiamo licenziamenti nell'appalto Arsenale, il nuovo piano di riduzione occupazione all'ArcelorMittal, mancate riaperture di alcune fabbriche dell'appalto AM; mentre negli appalti comunali dove dobbiamo difendere rigidamente il salario, l'aumento dell'orario per cui erano già in lotta, aumenta la precarietà e il rischio di perdita del lavoro. Su questo vogliamo aprire una lotta prolungata, riorganizzando e unendo lavoratori e vertenze.
Noi diciamo riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga e se le aziende non riaprono, che sia lo Stato a riaprirle.
I protocolli sindacali insieme alle insufficienze di obiettivi, e allo spirito conciliativo e di cogestione con cui sono improntati, su tre questioni centrali tacciono: il problema appunto dell'orario di lavoro (assolutamente legittimo a fronte di una riorganizzazione di orari, turni, scaglionamenti in entrata e uscita che di fatto allungherà il tempo in fabbrica); la questione delle postazioni sanitarie; e soprattutto la questione della ripresa del diritto di assemblea, perchè temono che gli operai riprendano la parola.
Infine, “rompere la tregua e la pace sociale” vuol dire fronteggiare e respingere la repressione e i divieti su scioperi e manifestazioni. Questo si sta cominciando a fare, ma occorre anche su questo costruire la forza dei lavoratori.
Stanno piovendo multe, ma soprattutto è in atto un piano “strategico” di attacco al diritto di sciopero. La Commissione Garanzia Sciopero ha sanzionato lo Slai cobas sc per lo sciopero delle donne del 9 marzo, questa sanzione è preoccupante per tutti perchè in realtà si vuole estendere, probabilmente con una nuova legge, il divieto di sciopero oltre l'emergenza pandemica e per tutti i settori lavorativi.
Noi proponiamo che si respinga insieme in modo solidale questo attacco, sia con le iniziative sia legalmente, facendo appello anche ai compagni e compagne avvocati.
In conclusione:
assemblee soprattutto alle fabbriche per riorganizzare la forza della classe operaia
lavoro, no ai licenziamenti – riduzione dell'orario di lavoro
iniziative di piazza, verso le Istituzioni su salario, ammortizzatori sociali, salario garantito, condizioni di vita delle masse
rispondere e respingere unitariamente multe e sanzioni della CGS
Per Slai Cobas per il sindacato di classe
Margherita - Taranto






Nessun commento:

Posta un commento