lunedì 4 maggio 2020

LAVORO E REPRESSIONE, LA FASE 2!


LAVORO E REPRESSIONE, LA FASE 2!
QUATTRO PASSEGGERI IN PIÙ SULL’AUTOBUS VANNO IN PRIMA PAGINA IERI SUL CORRIERE, PER INVOCARE PIÙ POLIZIA,
QUANDO GLI OPERAI SONO COSTRETTI NELLA CAMERA A GAS DEI PULMINI PER LE TRASFERTE, SONO LE ISTITUZIONI CHE FANNO MURO A GARANTIRE LA LIBERTÀ DI SFRUTTAMENTO.
FASE 2, DEVE ESSERE RESISTENZA OPERAIA E POPOLARE











 
Nei giorni in cui si parla di riapertura è bene ricordare le aziende che non hanno mai chiuso. Perché riflettono quello che ci aspetta.
Produzione essenziale, ma non a qualsiasi costo. La difesa delle salute e delle condizioni di lavoro per prevenire il contagio, dove c’è stata, è stata il risultato esclusivo dell’azione, spontanea piuttosto che organizzata, dei lavoratori.
Nessuna istituzione si è presentata ai cancelli delle aziende ad ostacolare la libertà di sfruttamento invocata da Confindustria.
In queste settimane norme e protocolli sono rimasti formalità di carta, fermi alle portinerie.
Solo sotto l’azione dei lavoratori, in alcuni casi, sono diventate una leva per migliorare le protezioni.
Il caso della cooperativa LGD è esemplare.

LGD manda quotidianamente in trasferta da Chiari a Trucazzano, Pozzuolo Martesana, anche Vimodrone, parecchi lavoratori. Con pulmini da nove posti.
Violando praticamente tutte le norme previste in materia di prevenzione da
contagio, dal momento che per un periodo sono stati comandati a viaggiare senza mascherine né guanti.
Dopo la prima protesta, con denuncia pubblica attraverso questo blog a metà marzo, sono arrivate le mascherine e i guanti.
Tre esposti dello Slai Cobas sc, a Prefetto e ATS, una resistenza diffusa che continua tutt’ora dei lavoratori con contrasti diretti con i capi nel magazzino e con la direzione, fatta anche di segnalazioni puntuali delle inadempienze, delle situazioni a rischio...
sono apparsi,
carta nei bagni, sapone, pulizia dei tavoli in mensa, riduzione dell’affollamento della mensa, fine dell’uso promiscuo dei voice, distribuzione delle mascherine, riduzione dei posti sui pulmini da nove a 5 circa…
in sostanza una forma minima di difesa da parte dell’azienda, per apparire il più possibile ‘a norma’, aggiustando di volta in volta il minimo indispensabile con la minima spesa, dimostrando ancora una volta che la sicurezza, la prevenzione del contagio per i padroni non è in agenda, non vale i pochi euro necessari alla tutela dei lavoratori;
senza alcuna risposta o intervento di Prefettura o ATS nonostante la gravità delle segnalazioni e l’alto numero di lavoratori presenti nei magazzini, non essendosi mai pronunciati né sulla qualità delle mascherine, sul fatto che ne venga data una per più giorni, sull’uso dei pulmini che restano potenzialmente pericolosi anche a posti ridotti.

La protesta continua, anche per non perdere quanto comunque ottenuto. Un lavoratore, Juan Carlos richiamando l’art 44 del TU 81/08 non sta salendo sui pulmini in quanto potenzialmente pericolosi per la sua salute e dei suoi familiari e va sostenuto.
Il primo maggio c’è stato il tentativo di organizzare uno sciopero, parzialmente riuscito e qualche lavoratore è rimasto a terra.
Prefettura e Ats non si pronunciano (vediamo se l’articolo del Corriere può diventare di aiuto) affiancatie all’azienda che fin’ora si rifiutata di fornire una spiegazione tecnico scientifica che dimostri l’assenza di pericolo da contagio per chi viaggia per due ore stretti fianco a fianco sui pulmini.

Dopo più di un mese da quanto detto, l’azienda si incontra con Cgil e Cub che si dividono le tessere, che rilasciano la seguente dichiarazione (inviata ai lavoratori via wa):


Buonasera a tutti, nella riunione di oggi 21 aprile tra LGD (Daniele e Vittorio) CGIL Gusmini e CUB Riva si è parlato della problematica ernegenza Cavid-19.
Il sindacato ha chiesto quali misure di intervento e  di monitoraggio per la valutazione del rischio contagio nei magazzini di Chiari è del Milanese dove operano i lavoratori in trasferta.
La cooperativa ha spiegato con documenti inviati via mail le valutazioni degli strumenti da attuare ed attivati per il contenitore della diffusione del virus nei magazzini da loro gestiti.  
Il sindacato ritenendo soddisfacente le misure  messe in campo, puntualizza la questione trasferta sotto l'aspetto del trasporto suggerendo diminuire il numero dei trasporti.
inoltre si è concordato che a Chiari verrà effettuata la pulizia dei locali almeno 4 volte al giorno e santificati almeno una volta alla settimana con prodotti specifici ed adeguati.
Per quanto riguarda la riorganizzazione  Conad/Auchan é in Sand bay e la Cooperativa non è in possesso di muove informazioni adducendo che  è tutto fermo per la pandemia Covid-19.


Quella dei lavoratori di Chiari è una mobilitazione che prosegue, anche perché sulla loro testa pende la scure della garanzia del posto di lavoro, a seguito dell’acquisizione da parte di Conad del gruppo Auchan, che era la committente della merce movimentata a Chiari.

E’ una mobilitazione che prosegue, per il lavoro, per la salute e sicurezza, per ricostruire la forza dei lavoratori condizione essenziale, perché come si è visto, senza una forte ribellione e organizzazione sindacale di classe e di massa, la lotta è tropo debole.

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