LAVORO
E REPRESSIONE, LA FASE 2!
QUATTRO
PASSEGGERI IN PIÙ SULL’AUTOBUS VANNO IN PRIMA PAGINA IERI SUL
CORRIERE, PER INVOCARE PIÙ POLIZIA,
QUANDO
GLI OPERAI SONO COSTRETTI NELLA CAMERA A GAS DEI PULMINI PER LE
TRASFERTE, SONO LE ISTITUZIONI CHE FANNO MURO A GARANTIRE LA LIBERTÀ
DI SFRUTTAMENTO.
FASE
2, DEVE ESSERE RESISTENZA OPERAIA E POPOLARE
Nei giorni in cui si parla di riapertura è bene ricordare le aziende che non hanno mai chiuso. Perché riflettono quello che ci aspetta.
Produzione
essenziale, ma non a qualsiasi costo. La difesa delle salute e delle
condizioni di lavoro per prevenire il contagio, dove c’è stata, è
stata il risultato esclusivo dell’azione, spontanea piuttosto che
organizzata, dei lavoratori.
Nessuna istituzione
si è presentata ai cancelli delle aziende ad ostacolare la libertà
di sfruttamento invocata da Confindustria.
In queste settimane
norme e protocolli sono rimasti formalità di carta, fermi alle
portinerie.
Solo sotto l’azione
dei lavoratori, in alcuni casi, sono diventate una leva per
migliorare le protezioni.
Il caso della
cooperativa LGD è esemplare.
LGD manda
quotidianamente in trasferta da Chiari a Trucazzano, Pozzuolo
Martesana, anche Vimodrone, parecchi lavoratori. Con pulmini da nove
posti.
Violando
praticamente tutte le norme previste in materia di prevenzione da
contagio, dal momento che per un periodo sono stati comandati a
viaggiare senza mascherine né guanti.
Dopo la prima
protesta, con denuncia pubblica attraverso questo blog a metà
marzo, sono arrivate le mascherine e i guanti.
Tre esposti dello
Slai Cobas sc, a Prefetto e ATS, una resistenza diffusa che continua
tutt’ora dei lavoratori con contrasti diretti con i capi nel
magazzino e con la direzione, fatta anche di segnalazioni puntuali
delle inadempienze, delle situazioni a rischio...
sono apparsi,
carta nei bagni,
sapone, pulizia dei tavoli in mensa, riduzione dell’affollamento
della mensa, fine dell’uso promiscuo dei voice, distribuzione delle
mascherine, riduzione dei posti sui pulmini da nove a 5 circa…
in sostanza una
forma minima di difesa da parte dell’azienda, per apparire il più
possibile ‘a norma’, aggiustando di volta in volta il minimo
indispensabile con la minima spesa, dimostrando ancora una volta che
la sicurezza, la prevenzione del contagio per i padroni non è in
agenda, non vale i pochi euro necessari alla tutela dei lavoratori;
senza alcuna
risposta o intervento di Prefettura o ATS nonostante la gravità
delle segnalazioni e l’alto numero di lavoratori presenti nei
magazzini, non essendosi mai pronunciati né sulla qualità delle
mascherine, sul fatto che ne venga data una per più giorni, sull’uso
dei pulmini che restano potenzialmente pericolosi anche a posti
ridotti.
La
protesta continua, anche per non perdere quanto comunque ottenuto. Un
lavoratore, Juan Carlos richiamando l’art 44 del TU 81/08 non sta
salendo sui pulmini in quanto potenzialmente pericolosi per la sua
salute e dei suoi familiari e va sostenuto.
Il primo maggio
c’è stato il tentativo di organizzare uno sciopero, parzialmente
riuscito e qualche lavoratore è rimasto a terra.
Prefettura e Ats non
si pronunciano (vediamo se l’articolo del Corriere può diventare
di aiuto) affiancatie all’azienda che fin’ora si rifiutata di
fornire una spiegazione tecnico scientifica che dimostri l’assenza
di pericolo da contagio per chi viaggia per due ore stretti fianco a
fianco sui pulmini.
Dopo più di un mese
da quanto detto, l’azienda si incontra con Cgil e Cub che si
dividono le tessere, che rilasciano la seguente dichiarazione
(inviata ai lavoratori via wa):
Buonasera
a tutti, nella riunione di oggi 21 aprile tra LGD (Daniele e
Vittorio) CGIL Gusmini e CUB Riva si è parlato della problematica
ernegenza Cavid-19.
Il
sindacato ha chiesto quali misure di intervento e di
monitoraggio per la valutazione del rischio contagio nei magazzini di
Chiari è del Milanese dove operano i lavoratori in trasferta.
La
cooperativa ha spiegato con documenti inviati via mail le valutazioni
degli strumenti da attuare ed attivati per il contenitore della
diffusione del virus nei magazzini da loro gestiti.
Il
sindacato ritenendo soddisfacente le misure messe in campo,
puntualizza la questione trasferta sotto l'aspetto del trasporto
suggerendo diminuire il numero dei trasporti.
inoltre
si è concordato che a Chiari verrà effettuata la pulizia dei locali
almeno 4 volte al giorno e santificati almeno una volta alla
settimana con prodotti specifici ed adeguati.
Per
quanto riguarda la riorganizzazione Conad/Auchan é in Sand bay
e la Cooperativa non è in possesso di muove informazioni adducendo
che è tutto fermo per la pandemia Covid-19.
Quella dei
lavoratori di Chiari è una mobilitazione che prosegue, anche perché
sulla loro testa pende la scure della garanzia del posto di lavoro, a
seguito dell’acquisizione da parte di Conad del gruppo Auchan, che
era la committente della merce movimentata a Chiari.
E’
una mobilitazione che prosegue, per il lavoro, per la salute e
sicurezza, per ricostruire la forza dei lavoratori condizione
essenziale, perché come si è visto, senza una forte ribellione e
organizzazione sindacale di classe e di massa, la lotta è tropo
debole.
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