Dopo praticamente tre mesi in cui siamo stati costretti – per
mancanza di inziative, aseemblee, presidi, e quant’altro, dovuta
alle norme per il contrasto della pandemia – a sospendere le nostre
attività “sul campo”, torniamo alla normalità.
Per la carità, si
tratta di una ben strana normalità: mascherine, distanza di
sicurezza, divieto di assembramento, non consentono al momento di
rimettere in movimento la consueta attività del periodo precedente
alla “clausura”.
Qualcosa però comincia
a muoversi, con l’avvio della fase due: così, venerdì ventidue
maggio partecipiamo ad un presidio a Genova, sotto l’albergo
Bristol di via XX Settembre, organizzato dal S.I.Cobas.
Si tratta di portare la propria solidarietà alle lavoratrici della
ditta Zenith, addette alla pulizia delle camere della lussuosa
struttura ricettiva, che da tre mesi non ricevono il dovuto fondo di
integrazione salariale.
I solidali, tra cui non
mancano i militanti locali dello Slai cobas per il sindacato di
classe, sono qualche decina, “armati” di bandiere e cartelli con
su vergato: «Sosteniamo le lavoratrici del Bristol Hotel».
Come scrivono nel
volantino che viene distribuito ai passanti, e ribadiscono nei comizi
volanti effettuati al microfono, «la situazione è drammatica e
insostenibile, e con le buste paga a zero euro è un’impresa la
sopravvivenza».
Continuano poi
denunciando che questo avviene «nonostante i proclami rassicuranti e
le promesse del governo che attraverso i media alimenta una visione
distorta di una realtà sociale fatta sempre più di miseria».
Essendo, purtroppo, una
situazione «comune a molti altri lavoratori e lavoratrici ancora in
attesa di casse integrazioni che non vengono pagate, o addirittura
esclusi da ogni forma di sostegno», concludono facendo appello
all’unità «per far sentire la nostra voce e reclamare salario,
diritti e dignità».
Bosio (Al), 23 maggio 2020
Stefano Ghio - Slai Cobas per il
sindacato di classe Alessandria/Genova
Nessun commento:
Posta un commento