GRAVISSIMA PROVOCAZIONE CONTRO IL SI
COBAS DI MODENA E CONTRO UN SUO MILITANTE, MARCELLO PINI
Ieri
pomeriggio (giovedì 28) presso la nostra sede sindacale di Modena è
stato fermato e portato in questura il nostro compagno Marcello Pini,
mentre stava filmando quella che sembrava essere una colluttazione
tra spacciatori.
In
realtà la polizia in borghese,stava eseguendo un fermo e accortasi
della presenza di Marcello, si è avventata su di lui facendo poi una
irruzione nella sede sindacale, in quel momento affollata di
lavoratori e lavoratrici, dando così inizio a una vera e propria
perquisizione dei locali, condita da minacce nei confronti del
sindacato e in particolare verso alcune compagne presenti per il
normale lavoro di sportello.
"Noi
siamo la polizia e facciamo quello che ci pare, voi siete il Si Cobas
e vi arrestiamo tutti e tutte" è stato il motivo che ha
accompagnato tutta la scena, ricordandoci le immagini del Cile di
Pinochet o della Managua del dittatore Somoza.
A
quel punto e dopo una lunga telefonata tra la polizia presente sul
luogo e la Digos di Modena, Marcello, riconosciuto come militante
sindacale impegnato nelle vertenze più dure aperte dal Si Cobas, sul
territorio modenese, veniva portato in questura e trattenuto per
alcune ore.
Oltre
al sequestro del telefono cellulare, Marcello è stato accusato di
resistenza a pubblico ufficiale. una accusa che le telecamere in
funzione nella zona smentiscono.
La
ricostruzione del fatto non vuole essere né cronaca e neppure un
atto puramente formale, ma la dimostrazione che a Modena, polizia,
procura, istituzioni e padronato, stanno scientemente pianificando il
tentativo di cancellare il nostro sindacato: il tentativo maldestro e
patetico di incastrare il coordinatore nazionale Aldo Milani, il
continuo uso dei manganelli e dei gas, nei confronti dei lavoratori e
delle lavoratrici in lotte davanti ai cancelli delle aziende
alimentari o della logistica, le centinaia di denunce nei confronti
di militanti sindacali, lavoratori, disoccupati organizzati sono la
dimostrazione di quanto affermiamo.
Ci
pare inoltre evidente che l'utilizzo dei divieti, contenuti nei vari
decreti governativi, per salvaguardare la salute delle persone, in
realtà siano diventati lo strumento per impedire ogni forma di
conflitto e per colpire quelle forze sindacali come il Si Cobas, che
ne sono tra gli animatori.
Non
abbiamo chinato la testa davanti davanti agli scudi e ai manganelli.
Non
siete riusciti a cancellare la nostra presenza attraverso teoremi
polizieschi costruiti a tavolino.
Ribadiamo
con la solita determinazione che continueremo a lottare contro le
politiche del governo e di confindustria di attacco ai lavoratori e
lavoratrici perché questa è la sola e l'unica arma di cui
disponiamo.
Si
Cobas nazionale
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