Dopo i
minatori delle miniere di platino tocca ora ai lavoratori delle fabbriche
scioperare in Sudafrica.
I colossi
mondiali dell’automobile che operano nella Repubblica Sudafricana – la General
Motors (Gm) e Bayerische Motoren Werke (Bmw) - hanno sospeso la produzione nei
propri impianti a causa di uno sciopero degli operai metalmeccanici avviato in
corso da alcuni giorni.
La multinazionale statunitense ha bloccato le catene di montaggio nella città costiera di Port Elizabeth mentre la tedesca Bmw ha bloccato la produzione nella sua fabbrica alla periferia di Pretoria.
La multinazionale statunitense ha bloccato le catene di montaggio nella città costiera di Port Elizabeth mentre la tedesca Bmw ha bloccato la produzione nella sua fabbrica alla periferia di Pretoria.
Dal 1°
luglio alla protesta hanno aderito più di 200.000 lavoratori. Inquadrati dal
National Union of Metalworkers of South Africa (Numsa), il principale sindacato
di categoria, che chiede aumenti salariali almeno del 12%.
L’economia
sudafricana rischia con grande probabilità di non centrare l’obiettivo di una
crescita del 2,7% stimata per il 2014. A dirlo è stato il ministro delle
Finanze sudafricano, Nhlanhla Nene, precisando che la principale causa della
brusca frenata dell’economia è legata allo sciopero del settore minerario che
“ha colpito l’intera economia” dalle entrate fiscali alle esportazioni. Il
Prodotto interno lordo (PIL) nei primi tre mesi dell’anno ha fatto registrare
una contrazione dello 0,6% prevalentemente a casa della riduzione del gettito
del settore minerario che nello stesso periodo ha fatto registrare un -25%, il
livello più basso da almeno 50 anni.
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