SGOMBERATO A TRADIMENTO IL
PRESIDIO DEGLI OPERAI DELLA DIELLE
Un incredibile sequenza concentrata di episodi porta, in quattro giorni, allo sgombero degli operai in sciopero a Cassina de' Pecchi.
Ripercorriamo per dovere minimo di cronaca.
- Giovedì 10 luglio nell'incontro in prefettura il Cobas e l'azienda ribadiscono la soluzione individuata il 27 giugno (nessun esubero, CIG a rotazione, aumento a 7€ della paga base). La prefettura sollecitava quindi tutti ad incontrare la nuova cooperativa (Ecoservizi) che nel.frattempo decideva di rilevare la vecchia (fast service)
- Venerdì 11 luglio: Stefano Merafina, il presidente della Ecoservizi, chiede un incontro urgente col SI.cobas per raggiungere l'accordo ma muore durante il tragitto in circostanze ancora poco chiare
- Sabato 12 luglio: Il cugino della vittima (probabile "erede" della Ecoservizi) chiede il rispetto del lutto, lo slittamento della trattativa al 22 luglio e la sospensione del blocco del crumiraggio (perpetrato dai suoi operai)
- Domenica 13 luglio: Il Si.cobas e i delegati sindacali della Dielle rispondono alla richiesta della Ecoservizi accettando sostanzialmente la tregua richiesta, chiedendo garanzia che la vecchia Fast Service mantenesse l'appalto (al fine di garantire l'applicazione dell'accordo siglato in prefettura il 27 giugno)
- Lunedì 14 luglio: alle 7 di mattina circa 150 uomini in antisommossa spaziano via il presidio costringendo gli operai a levarsi di torno sotto pesanti minacce. La prefettura, o chi per lei, sembra così aver scelto di rimangiarsi il pre-accordo dando corda all'immediata dichiarazione della Dielle che fa subito marcia indietro e, offrendo il suo plauso alle forze dell'ordine, decreta il licenziamento nei fatti dei 60 operai in sciopero
Un accelerazione reazionaria niente male! In barba a qualunque prassi democratica, o forse, per meglio dire, a suggello della sua irriformabile natura borghese, quindi violenta e truffaldina.
Ma, come tutte le cose che riguardano la vita sociale, anche questa forma di potere economico e politico non è eterna ed è comunque destinata ad alimentare conflitti di classe sempre più radicali ed estesi, anche se costretti a marciare sui carboni ardenti delle proprie parziali e momentanee battute di arresto
La battaglia di Cassina de' Pecchi non fa eccezione e continuerà a far sentire la sua voce e il suo anelito alla libertà per tutti gli operai e l'umanità tutta.
SI.Cobas
Un incredibile sequenza concentrata di episodi porta, in quattro giorni, allo sgombero degli operai in sciopero a Cassina de' Pecchi.
Ripercorriamo per dovere minimo di cronaca.
- Giovedì 10 luglio nell'incontro in prefettura il Cobas e l'azienda ribadiscono la soluzione individuata il 27 giugno (nessun esubero, CIG a rotazione, aumento a 7€ della paga base). La prefettura sollecitava quindi tutti ad incontrare la nuova cooperativa (Ecoservizi) che nel.frattempo decideva di rilevare la vecchia (fast service)
- Venerdì 11 luglio: Stefano Merafina, il presidente della Ecoservizi, chiede un incontro urgente col SI.cobas per raggiungere l'accordo ma muore durante il tragitto in circostanze ancora poco chiare
- Sabato 12 luglio: Il cugino della vittima (probabile "erede" della Ecoservizi) chiede il rispetto del lutto, lo slittamento della trattativa al 22 luglio e la sospensione del blocco del crumiraggio (perpetrato dai suoi operai)
- Domenica 13 luglio: Il Si.cobas e i delegati sindacali della Dielle rispondono alla richiesta della Ecoservizi accettando sostanzialmente la tregua richiesta, chiedendo garanzia che la vecchia Fast Service mantenesse l'appalto (al fine di garantire l'applicazione dell'accordo siglato in prefettura il 27 giugno)
- Lunedì 14 luglio: alle 7 di mattina circa 150 uomini in antisommossa spaziano via il presidio costringendo gli operai a levarsi di torno sotto pesanti minacce. La prefettura, o chi per lei, sembra così aver scelto di rimangiarsi il pre-accordo dando corda all'immediata dichiarazione della Dielle che fa subito marcia indietro e, offrendo il suo plauso alle forze dell'ordine, decreta il licenziamento nei fatti dei 60 operai in sciopero
Un accelerazione reazionaria niente male! In barba a qualunque prassi democratica, o forse, per meglio dire, a suggello della sua irriformabile natura borghese, quindi violenta e truffaldina.
Ma, come tutte le cose che riguardano la vita sociale, anche questa forma di potere economico e politico non è eterna ed è comunque destinata ad alimentare conflitti di classe sempre più radicali ed estesi, anche se costretti a marciare sui carboni ardenti delle proprie parziali e momentanee battute di arresto
La battaglia di Cassina de' Pecchi non fa eccezione e continuerà a far sentire la sua voce e il suo anelito alla libertà per tutti gli operai e l'umanità tutta.
SI.Cobas
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