Lodi, straordinari in nero per
più di mille operai. Lavori più pesanti a chi protestava
Le indagini
su due coop del polo logistico di Somaglia. Le accuse: documenti fiscali falsi
e truffa aggravata, evasi contributi previdenziali per 4 milioni e 500mila euro.
Gli investigatori: complicità di alcuni sindacalisti
12 luglio
2014
La Guardia
di Finanza di Lodi ha scoperto 1.108 lavoratori irregolari, costretti a
percepire straordinari in nero. Gli uomini della guardia di finanza che hanno
svolto le indagini parlano di una somma pari a circa 4,5 milioni di euro
sfuggita ai contributi previdenziali. I responsabili sono stati denunciati per
documenti fiscali falsi e truffa aggravata, collegata anche ad una indebita
cassa integrazione.
Nel corso delle indagini, gli investigatori hanno scoperto, in particolare, che le due cooperative finite sotto i riflettori degli inquirenti emettevano buste paga che riportavano trasferte false, cioè mai eseguite dal singolo lavoratore che però percepiva in questo modo i compensi per il lavoro straordinario prestato. In questo modo non era assogettato a tassazione, ai contributi a fini previdenziali e assistenziali e alle ritenute previste per le imposte sui redditi.
Chi, tra i lavoratori, si sottraeva a questo tipo di pagamento veniva messo 'all'indice' dai delegati della proprietà e sottoposto ai lavori più pesanti senza poter fare straordinari. Non solo. E' emerso anche che alcuni sindacalisti sarebbero stati compartecipi del sistema. E che i rappresentanti delle due cooperative avevano chiesto e ottenuto l'ammissione alla cassa integrazione in deroga per decine di migliaia di ore di lavoro. Una richiesta, la loro, giustificata da "ristrutturazioni organizzative" in realtà inesistenti.
Una delle due cooperative, inoltre, aveva anche chiesto e ottenuto l'accesso a un finanziamento per circa 180mila euro dalla Regione Lombardia per un progetto a beneficio del benessere dei dipendenti, senza però averne i requisiti. Le indagini sono nate dopo una raffica di scioperi, avvenuti nel corso del 2013, causati da 'sostituzioni' di cooperative all'interno dell'importante polo logistico nel sud della provincia lodigiana e le denunce ai giornali di innumerevoli irregolarità perpetrate ai danni dei lavoratori interessati. Una 'mobilitazione' che aveva determinato il comando provinciale della guardia di finanza di Lodi ad approfondire quanto stava emergendo creando una task force investigativa apposita.
Sono partiti così pedinamenti a carico di diverse persone e l'interrogatorio
Nel corso delle indagini, gli investigatori hanno scoperto, in particolare, che le due cooperative finite sotto i riflettori degli inquirenti emettevano buste paga che riportavano trasferte false, cioè mai eseguite dal singolo lavoratore che però percepiva in questo modo i compensi per il lavoro straordinario prestato. In questo modo non era assogettato a tassazione, ai contributi a fini previdenziali e assistenziali e alle ritenute previste per le imposte sui redditi.
Chi, tra i lavoratori, si sottraeva a questo tipo di pagamento veniva messo 'all'indice' dai delegati della proprietà e sottoposto ai lavori più pesanti senza poter fare straordinari. Non solo. E' emerso anche che alcuni sindacalisti sarebbero stati compartecipi del sistema. E che i rappresentanti delle due cooperative avevano chiesto e ottenuto l'ammissione alla cassa integrazione in deroga per decine di migliaia di ore di lavoro. Una richiesta, la loro, giustificata da "ristrutturazioni organizzative" in realtà inesistenti.
Una delle due cooperative, inoltre, aveva anche chiesto e ottenuto l'accesso a un finanziamento per circa 180mila euro dalla Regione Lombardia per un progetto a beneficio del benessere dei dipendenti, senza però averne i requisiti. Le indagini sono nate dopo una raffica di scioperi, avvenuti nel corso del 2013, causati da 'sostituzioni' di cooperative all'interno dell'importante polo logistico nel sud della provincia lodigiana e le denunce ai giornali di innumerevoli irregolarità perpetrate ai danni dei lavoratori interessati. Una 'mobilitazione' che aveva determinato il comando provinciale della guardia di finanza di Lodi ad approfondire quanto stava emergendo creando una task force investigativa apposita.
Sono partiti così pedinamenti a carico di diverse persone e l'interrogatorio
di una serie
di testimoni tra i dipendenti delle coop e indagini bancarie.
Contemporaneamente, i militari sono entrati più volte all'interno del polo
logistico di Somaglia per 'testare' la validità dei risultati delle indagini
condotte e per acquisire la documentazione necessaria.
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