TARANTO – Il gup del Tribunale di Taranto Pompeo
Carriere ha assolto otto ex direttori dello stabilimento siderurgico di Taranto
(prima Italsider, poi Ilva) e due medici dall’accusa di omicidio colposo in
relazione alla morte di Nicola Bozza, dipendente siderurgico dall’ottobre 1969
al gennaio 2004, che lavorava in un ambiente in cui era presente l'amianto e fu
stroncato da un 'carcinoma gastrico con metastasi polmonari, epatiche e
linfonodalì. Gli ex direttori – Gian Battista Spallanzani, Sergio Noce, Attilio
Angelini, Girolamo Morsillo, Francesco Chindemi, Nicola Muni, Ettore Mario
Salvatore e Luigi Capogrosso – sono stati assolti perchè 'il fatto non
sussistè, i medici di stabilimento Giancarlo Negri e Luciano Greco 'per non
aver commesso il fatto'. Il collegio difensivo era composto, tra gli altri,
dagli avvocati Vincenzo Vozza, Salvatore Maggio ed Egidio Albanese.
Agli ex direttori di stabilimento il pm inquirente Pietro Argentino imputava il fatto di aver omesso di informare e istruire il lavoratore sul rischio dell’amianto presente negli ambienti di lavoro; di non averlo informato circa la necessità dell’uso dei dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie e di non avergli fornito i dispositivi adeguati. Quanto alla posizione dei medici, l’accusa sosteneva il fatto che avrebbero omesso di pretendere l’osservanza degli obblighi previsti dalla normativa. Il lavoratore, che operò all’interno del reparto Mof (Movimento ferroviario) prima come manovratore ferroviario poi come locomotorista ferroviario, morì il 19 novembre del 2007.
Agli ex direttori di stabilimento il pm inquirente Pietro Argentino imputava il fatto di aver omesso di informare e istruire il lavoratore sul rischio dell’amianto presente negli ambienti di lavoro; di non averlo informato circa la necessità dell’uso dei dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie e di non avergli fornito i dispositivi adeguati. Quanto alla posizione dei medici, l’accusa sosteneva il fatto che avrebbero omesso di pretendere l’osservanza degli obblighi previsti dalla normativa. Il lavoratore, che operò all’interno del reparto Mof (Movimento ferroviario) prima come manovratore ferroviario poi come locomotorista ferroviario, morì il 19 novembre del 2007.
19 Ottobre
2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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