(tratto da
operaicontro)
– Acconsente alla richiesta dei padroni di
prevedere nel CCNL il rinvio di intere materie alla contrattazione
territoriale, di filiera, aziendale. – Prevede
la attivazione, nelle relazioni con le aziende, di procedure di confronto che
includono il blocco preventivo degli scioperi, senza neppure chiarezza su chi e
con quali modalità abbia titolo a stabilirle. – Sui
contratti atipici si chiede solo la riduzione a 24 mesi per la
stabilizzazione e una indennità alla fine del rapporto di lavoro, pari a tre
volte il TFR
– Le richieste salariali, 206 euro lordi in tre anni ( pari
a 68 lordi l’anno, cioè 45 netti) non superano l’inflazione attuale; al Governo
verrà richiesto, in concerto con i padroni, di ridurre le tasse sugli aumenti
salariali ma anche i relativi contributi a carico delle aziende, con la
diminuzione perciò delle entrate INPS che incideranno sulle pensioni.
– Si prevede il Referendum per l’approvazione degli accordi,
nazionali e aziendali, ma solo su richiesta di una OS o su raccolta delle firme
del 5 per cento dei lavoratori interessati (quota ben difficile da raggiungere
per i contratti nazionali)
– Si prevede il rinnovo generalizzato delle RSU,
finalizzato però anche a definire rappresentatività e certificazione degli
iscritti, previsti dall’intesa del 28 Giugno per dare legittimità ad accordi
separati.
– Si chiede alle Aziende un aumento del loro contributo per
la previdenza integrativa, che non spetterà ai lavoratori che non hanno
aderito.
– Nessun elenco di materie NON RINVIABILI alla contrattazione
territoriale e aziendale.
– Nessun limite alle QUOTE DI LAVORO
ATIPICO
– Nessun vincolo su FLESSIBILITA’ E STRAORDINARI
– Nessuna iniziativa seria sulla sicurezza, solo il
rinvio alla legge, ignorando che la sua applicazione richiede precisi diritti
di intervento delle RLS e adeguate sanzioni
– Nessun riferimento al recupero salariale rispetto
all’accordo separato del 2009.
Sono soprattutto
preoccupanti: L’ASSENZA DI IMPEGNI ESPLICITI CONTRO L’INSERIMENTO NEL
CONTRATTO DEI CONTENUTI DELL’ACCORDO DEL 28 GIUGNO E AL CONTRARIO
L’ACCETTAZIONE DEI RINVII AI CONTRATTI AZIENDALI L’ ACCETTAZIONE DELLA
POSSIBILITA’ DI PORRE VINCOLI ALLO SCIOPERO E L’AMBUIGUITA’ SU CHI LI DECIDE,
CHE RAPPRESENTA UN VERO CEDIMENTO AI PADRONI SUL DIRITTO DI SCIOPERO
L’ACCETTAZIONE DELLA VALIDITA’ TRIENNALE DEL CCLN E DEI LIVELLI SALARIALI PREVISTI
DALL’ULTIMO CONTRATTO SEPARATO
Per questo motivi riteniamo questa
piattaforma insoddisfacente negli obiettivi, del tutto inadeguata rispetto alla
offensiva padronale in corso e alla pratica ricorrente degli accordi separati,
e inaccettabile nella sua apertura al compromesso sui diritti fondamentali dei
lavoratori.
VOTIAMO NO
ALCUNI OPERAI FIOM
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