sabato 24 ottobre 2015

23 ottobre - Dal blog di proletari comunisti: FINCANTIERI PALERMO: sciopero contro la cassa integrazione e non solo...



Abbiamo più volte denunciato l’arroganza della direzione di Fincantieri nazionale e anche di quella locale e l’episodio che riportiamo lo conferma appieno.
Qui è proprio la Fiom che dovrebbe spiegare come mai “è stato dato lavoro a tutti tranne che a Palermo” e si è potuto instaurare un “clima totalitario” che noi chiamiamo più correttamente fascismo padronale!!!
Pur tenendo conto della difficilissima situazione in cui si trova oggi la classe operaia in tutti i suoi aspetti, purtroppo su tutto questo la Fiom (le altre sigle, da quanto si apprende dall’articolo del Giornale di Sicilia del 20 scorso, aspettano, per decidere cosa fare, l’incontro che oggi si terrà, se si terrà, presso la Confindustria Palermo!) fa oggettivamente chiacchiere dato che da tempo dura oramai sia il clima repressivo che la mancanza di commesse, (un vero “sfottò” da parte dell’azienda, al limite dell’umiliazione). Tanto che anche in questa occasione i dirigenti non ci hanno pensato un attimo a definire “strumentale” lo sciopero della Fiom, parlando di un comportamento da condannare: “Ancora una volta – scrive Fincantieri in una nota – dobbiamo condannare il comportamento della Fiom che, nello stabilimento di Palermo, non perde occasione per strumentalizzare e distorcere i fatti in maniera irresponsabile” addirittura! Quindi, non solo la Fincantieri da anni oramai ha deciso di ridurre progressivamente il carico di lavoro al Cantiere di Palermo, tenendo a rotazione centinaia di operai in cassa integrazione a zero ore, secondo un “progetto aziendale” oggettivamente e da ogni punto di vista senza logica! Ma ci aggiunge la strafottenza e l’arroganza appunto.
Il numero di commesse attuali che la Fincantieri ha “in portafoglio” per la costruzione di grandi navi è tale che effettivamente una corretta distribuzione dei carichi di lavoro fra tutti gli stabilimenti permetterebbe ai circa 8000 operai  in “organico” e altre migliaia delle ditte esterne, di lavorare con qualche pressione in meno e di evitare la cassa integrazione
È chiaro che una via d’uscita per gli operai, in particolare per quelli di Palermo, è quella di opporsi con forza ai “piani” dell’azienda, prendere nelle proprie mani la vertenza, mettendo da parte definitivamente i sindacati confederali ed imporre, insieme alla riparazione e trasformazione anche la COSTRUZIONE.



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