comunicato stampa
ILVA
– che succede con la creazione della newco all'ILVA
Nell'incontro della scorsa settimana coi
sindacati confederali, il ministro Guidi ha comunicato che si vuole costruire
la new.co.
Ma vediamo che significa soprattutto per
gli operai.
Primo. La nuova società sarà costituita da
capitali pubblici e privati.
Per quanto riguarda i capitali pubblici,
con la Cassa Depositi e Prestiti che avrà il ruolo di protagonista, con una
partecipazione fino al 60%, vuol dire che la new.co verrà ancora una volta
pagata dallo Stato, cioè dai contribuenti, compresi evidentemente gli stessi
lavoratori.
Quindi i padroni "vecchi", Riva
si è messo puliti i suoi profitti, fatti sullo sfruttamento e il sangue, in
tasca, o meglio nei paradisi fiscali; e i potenziali padroni nuovi si trovano
una grande fabbrica a pochi soldi - come fu nel 1995 per Riva.
Per quanto riguarda i capitali privati, si
parla di banche, industriali dell'acciaio, investitori privati che dovrebbero
mettere l’altro 40%; ma le banche si riprenderanno i soldi investiti con tutti
gli interessi, mentre per i privati, è tuttora un terno a lotto: o la cosa deve
essere per loro molto conveniente, o non possono e/o non vogliono.
Secondo. Si dice che la nuova società
amministrerà l’Ilva per 24-36 mesi. Ma in questi due o tre anni l'Ilva
dovrebbe: completare il risanamento ambientale, chiudere la partita dei lavori
dell’autorizzazione Aia, e quindi riprendere la produzione con un portafogli
clienti che ritorni a puntare sull’acciaio italiano, risolvendo il grosso
indebitamento che fa perdere oggi 50mln al mese.
Ma per tutto questo i soldi sarebbero
sempre e solo i famosi 1,2 miliardi dei Riva che stanno sempre nella cassaforte
dell'Usb. Quindi che in realtà non ci sono. Gli 800 milioni dati dal governo
sono solo un prestito, su garanzia dello Stato, ma che poi dovrà restituire.
Fermo restando che non bastano assolutamente per fare un'effettiva opera di
risanamento che non sia solo di facciata. Mentre, non dimentichiamo,
all'Ilva anche le attrezzature di lavoro ordinarie non servono più e mancano
anche i più ordinari ricambi.
Così per i 150 milioni trovati per la
gestione corrente, compresi i pagamenti degli stipendi agli operai, siamo di
fronte ad un gioco da truffa: l'Ilva dovrebbe scontare in anticipo fatture, e
per il magazzino l'idea è di aprire una linea di credito dando "in
pegno" quanto nello stesso magazzino è presente - cioè niente, di
economicamente consistente.
Gli stessi commissari dicono che il
pareggio dei conti non potrà arrivare mai comunque prima del 2017 - in una
situazione tra l'altro di sovrapproduzione europea, e in cui l’acciaio ha
raggiunto i prezzi più bassi del decennio.
E sono gli stessi padroni dell'acciaio,
per voce del presidente della Federacciai, Gozzi, a non fidarsi: "non c'è
un credibile piano industriale" - dicono, e aggiungono "Risanare
l'Ilva è una missione difficile. Impossibile per chi non ha competenze di
acciaio" - riferendosi chiaramente ai tre commissari che stanno apportando
una sciagura nella sciagura.
Terzo. La new.co "una volta costituita
riceverà in affitto gli impianti industriali con cessione di ramo, per cui il
core business sarà pulito dall'indebitamento finanziario".
Questa è la parte più pericolosa per gli
operai.
Più volte in passato quando si è parlato della new.co si è parlato
contemporaneamente di una Bad company: vale a dire una società in cui accollare
tutti i debiti, i risarcimenti, e... gli esuberi di operai.
E su questi tagli di posti di lavoro, le
cifre oscillano tra i 4000 e i 5000 esuberi.
MA I SINDACATI CONFEDERALI HANNO PRESO
TRANQUILLAMENTE ATTO E ATTENDONO FIDUCIOSI...essi sono sempre più parte del
problema e non della soluzione
slai cobas per il sindacato di classe/via
rintone 22/Taranto
slaicobasta@gmail.com 347-5301704
28 ottobre 2015
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