Incidente ferroviario di
Castello, tutti assolti
Nel 2008
morì un operaio di Rfi, due feriti travolti da un carrello a motore. Per i
giudici fu solo un errore, non ci sono responsabilità
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20 maggio
2016
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Solo un
tragico errore ma nessuna responsabilità nell’incidente ferroviario che la
notte del 2 ottobre 2008 a Castello costò la vita a un operaio di Rfi,
Alessandro Marrai (50 anni, padre di due figlie) e causò lesioni gravissime,
fra cui l’amputazione di un piede, al suo collega Aldo Bardelli, 52 anni, e
gravi ferite al terzo componente della squadra, Andrea Tomberli, 32 anni. I tre
lavoratori furono investiti da un carrello a motore adibito al trasporto delle
attrezzature mentre operavano sul binario sbagliato.
Ieri il giudice Marco
Bouchard ha assolto dall’accusa di omicidio colposo “perché il fatto non
sussiste” Maurizio Giovanardi, amministratore della ditta Elettrifer incaricata
di tendere i cavi elettrici fra i binari della direttissima e quelli dell’alta
velocità, i suoi dipendenti Andrea Lastini, Filippo Ricci e Gezim Lakja, e il
tecnico di Italferr Massimo Pempori, difesi dagli avvocati Federico Bagattini,
Carolina Rienzi, Duccio Baglini e Umberto Schiavotti. Durante il processo –
spiega l’avvocato Bagattini – è stato provato che i tre operai di Rfi dovevano
lavorare su un binario diverso rispetto a quello in cui si verificò il tragico
incidente. E’ stata provata anche – aggiunge l’avvocato – la correttezza della
Elettrifer. Le vittime sono state risarcite. Il 2 ottobre 2008 è stato un
giorno nero per gli incidenti sul lavoro. Poche ore prima del tragico
investimento di Castello, in un cantiere della Toto a Barberino di Mugello tre
operai erano precipitati da un pilone in costruzione della variante di valico.
Il processo per quella tragedia si è concluso anche in appello con una serie di
condanne. Più accidentata la vicenda processuale di Castello. Ci sono voluti
cinque anni perché la Corte di Giustizia Europea e poi la Corte Costituzionale
Italiana dichiarassero ammissibile la richiesta dei familiari delle vittime di
citare come responsabili civili sia Elettrifer che Rfi, ambedue imputate. Rfi è
stata poi prosciolta in udienza preliminare.
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