Eureco,
titolare condannato in Cassazione: 5 anni di reclusione
Fu davvero la tragedia della
“Thyssen milanese”. Quattro operai bruciati vivi, altri tre feriti gravemente,
un’esplosione che squarciò il silenzio di Paderno Dugnano
di MARIO CONSANI
Milano, 21 maggio 2016 - Quella fu davvero
la tragedia della “Thyssen milanese”. Quattro operai bruciati vivi, altri
tre feriti gravemente, un’esplosione che squarciò il silenzio di Paderno
Dugnano, anticamera della metropoli. Successe cinque anni e mezzo fa all’Eureco,
una fabbrica che stoccava rifiuti urbani anche pericolosi.
L’altra sera la Cassazione ha respinto il
ricorso presentato da Giovanni Merlino, oggi 65 anni, titolare dell’azienda
dove il rogo distrusse vite e lavoro. Dunque è definitiva la pena di 5 anni
di reclusione per omicidio plurimo colposo inflitta all’imprenditore in
primo grado con rito abbreviato e confermata in appello.
E ora Merlino, che
all’epoca trascorse sei mesi agli arresti domiciliari, rischia di finire in
carcere. L’esplosione che provocò l’incendio, scrisse il giudice Antonella
Bertoja nelle motivazioni della prima condanna, fu provocata dalle
miscelazioni non autorizzate a cui il titolare dell’Eureco sottoponeva
i rifiuti pericolosi manipolati dagli operai in violazione delle norme di
sicurezza. A morire dopo giorni di agonia con il corpo devastato dalle
ustioni furono Harun Zeqiri, 44 anni, Sergio Scapolan, 63, Salvatore Catalano,
55 e Leonard Shehu, 37. Altri tre dipendenti rimasero feriti in modo grave.
«Merlino - scrisse il giudice - svolgeva la gestione dei rifiuti in modo
totalmente illegale, con netta, evidente prevalenza del fine di lucro». Quanto
al mancato rispetto della norme di sicurezza sul lavoro, «il quadro
complessivo di sistematiche violazioni ascrivibile a Merlino è di assoluta gravità»,
osservava Bertoja. E anche quando si trattava di semplici contravvenzioni,
«sono state ravvisate nella forma dolosa proprio in quanto deliberatamente, si
direbbe “scientificamente” poste in essere in vista di un unico determinato
scopo, il profitto».
Alle parti civili costituite nel giudizio, familiari e
parenti delle vittime e dei feriti, alcuni difesi dall’avvocato Luigi Mariani,
il gup Bertoja assegnò risarcimenti provvisori tra i 30 mila e i 200 mila euro.
Danno simbolico di 48 mila (un euro per abitante) liquidato al comune di
Paderno Dugnano, con l’avvocato Federico Bonzi. Ma le assicurazioni hanno
saldato il conto solo per due dei morti, dipendenti Eureco, non per gli altri
due, assunti tramite una cooperativa, le cui famiglie attendono ancora. Merlino
non ebbe le attenuanti generiche, perché «già in passato - notò il giudice
- presso Eureco vi erano stati incendi di piccole o medie dimensioni», così che
l’imputato «era stato posto nelle condizioni di avere una diretta percezione
della effettiva esistenza e dell’elevato e concreto pericolo che nella sua
società, ai suoi lavoratori, accadesse proprio quello che poi in realtà è
accaduto».
mario.consani@ilgiorno.net
mario.consani@ilgiorno.net
RIPRODUZIONE RISERVATA
Nessun commento:
Posta un commento