venerdì 20 maggio 2016

19 maggio - DA TARANTO: La corte di Strasburgo, il processo di Taranto e operai dell'Ilva



 from slai cobas sc

La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha aperto un procedimento contro lo Stato italiano per non aver protetto la salute dei cittadini di Taranto, danneggiata dalle emissioni dell'Ilva. Il procedimento si basa su denunce fatte da 182 cittadini di Taranto, 50 nel 2013 e il resto nel 2015, in generale familiari di cittadini morti o malati. La base di questo procedimento è il rapporto “Sentieri” del maggio 2014. Parte di questo rapporto è pubblicato anche nel libro “Ilva la tempesta perfetta” - un libro che gira tutta Italia e che dovreste leggere. Non siamo ancora ad un processo e la procedura è ancora lunga. Ma il fatto è significativo. La Corte di Strasburgo procede quasi per atto dovuto, data l'inconfutabilità delle denunce. Nello stesso tempo siamo dentro un quadro europeo generale che mette sotto accusa lo stato italiano per l'Ilva, anche ad opera della Commissione europea per gravi problemi di inquinamento industriale e mancata protezione della salute umana,per sospetti aiuti di Stato.
Un attacco concentrico, ma certo non disinteressato, che ha dietro, oltre che la situazione concreta, gli interessi degli altri grandi gruppi della siderurgia europea, in primis quelli della Germania, che approfittano della situazione per mettere in crisi ulteriormente un gruppo industriale concorrente.

Questa coincidenza di interessi tra padroni europei e denunce sulla salute e l'ambiente è oggettiva e non può e non deve essere negata, come invece esponenti ambientalisti fanno, presentandosi come i soli paladini della salute dei cittadini. Ma, naturalmente, i fatti denunciati sono veri e confermati, anche se pure in questo caso viene oscurato e negato che i primi danneggiati sono gli operai che lavorano nell'Italsider prima e nell'Ilva che oggi e pagano in prima persona il capitale assassino e i padroni di Stato o privati esemplari come Riva, che sullo sfruttamento e sull'attacco alla salute e sicurezza dei lavoratori hanno fatto profitti, e Riva ha costruito un impero. Quello che mette in luce la vicenda Strasburgo è la straordinaria centralità e importanza dell'Ilva nello scenario europeo e mondiale che oggi si arricchisce della pagina della svendita da parte del governo dello stabilimento ai grandi padroni della siderurgia mondiale, o aspiranti tali. Questo rende necessario l'ingresso pieno nella situazione della lotta autonoma degli operai dell'Ilva che sono una grande e potente forza materiale se trovano la strada per emergere dall'oppressione del capitale, dello Stato, dei suoi governi, dall'aggressione della piccola e media borghesia cittadina che li mette sotto accusa e pone in contraddizione cittadini e classe operaia e dalla scimmia addosso, di cui gli operai non riescono tuttora a liberarsi, del sindacalismo confederale interno alla fabbrica complice , non solo di padron Riva e degli odierni commissari, ma che agisce sistematicamente come puntello nelle file operaie dei governi e dello Stato. 
Il procedimento della Corte di Strasburgo ha coinciso con la ripartenza del processo di Taranto, dando obiettivamente un sostegno a chi in questo processo accusa padron Riva e complici di disastro ambientale e alle tante parti civili di questo processo. In particolare alla componente rappresentata da operai dell'Ilva- lavoratori cimiteriali- proletari e familiari dei Tamburi e Paolo Sesto organizzata dallo Slai Cobas per il sindacato di classe non saranno i giudici che salveranno operai e masse popolari ma solo la lotta unitaria autorganizzata e di massa. 
Slai Cobas per il sindacato di classe – via Rintone 22 Taranto
slaicobasta@gmail.com 347-5301704
leggi blog http://tarantocontro.blogspot.com

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