lunedì 28 aprile 2014

27 aprile: CONTINUA LA FREGATURA DEI CONTRATTI A TERMINE DI POLETTI/RENZI

Stralci dall'intervista a Nanni Alleva, giuslavorista sulla normativa sui contratti a termine del governo Renzi/Poletti e sulle cosiddette “modifiche”.

Il punto più controverso riguarda la distinzione tra proroghe e rinnovi. Lì sta la fregatura, no?

Devo premettere che verso la legge Poletti resta da parte mia una critica di fondo: la acausalità dei contratti a termine per 3 anni lascia il lavoratore senza più alcuno strumento di difesa, in piena balia dell’impresa, che dopo averlo sfruttato può mandarlo via poco prima della scadenza dei 36 mesi, per non doverlo assumere a tempo indeterminato.

Nodo che però, dicevamo, si è voluto sciogliere appunto riducendo le proroghe. Da 8 a 5.

La legge è stata corretta con l’aggiunta di un inciso, che rende irrilevante il numero delle proroghe perché tanto dà la stura a un numero infinito di rinnovi. Ecco la frase: «Il numero delle proroghe non può essere superiore a cinque, indipendentemente dal numero dei rinnovi». Praticamente stai autorizzando le imprese a rinnovare il contratto tutte le volte che vuoi nell’arco dei 36 mesi: ipoteticamente puoi farne anche uno a settimana, l’importante è che il singolo contratto non sia prorogato più di 5 volte, prima di passare a un altro rinnovo.

Ci sono peggioramenti anche sulla soglia massima del 20%.

Sì. Il «Poletti» originale aveva un’unica cosa buona: il fatto che metteva fine, in pratica, alla «tratta» autorizzata del lavoro interinale. Visto che ne vanificava l’utilizzo. Ma la lobbying delle agenzie ha fatto breccia. Nella nuova formulazione passata alla Camera, il lavoro in somministrazione non viene più conteggiato nella soglia massima del 20% consentita. Così stai dicendo all’impresa che una volta superato il 20%, può fare tutti i contratti a termine che vuole, senza limite, basta che siano somministrati.

Tra l’altro adesso il ministro Poletti mi pare proponga che superato il limite del 20%, non scatti più la trasformazione in tempo indeterminato, ma solo un risarcimento.

Un altro regalo alle imprese: chi farà causa per 4 o anche 10 mensilità di stipendio?


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