Turchia,vietato il Primo Maggio in Piazza Taksim. I
movimenti non ci stanno
Il Prefetto
di Istanbul ha negato pochi giorni fa l'autorizzazione a celebrare come solito
la ricorrenza del Primo Maggio in Piazza Taksim.
E' la notizia che sta rimbalzando tra social media, network di movimenti e stampa mainstream turchi, dopo che vari sindacati maggioritari e associazioni si sono visti negata la loro rchiesta formale di utilizzo della Piazza, luogo di resistenza e teatro degli episodi conflittuali venuti alla ribalta in tutto il mondo a partire dallo sgombero lo scorso anno degi occupanti dell'adiacente Gezi Park.
Il Prefetto ha rincarato la dose adducendo la motivazione che si starebbe approntando una apposita zona per le manifestazioni, lontano dal centrale quartiere Kadikoy, che verrebbe situata in periferia, nella parte anatolica della città.
Una proposta inaccettabile per i movimenti anti-Erdogan e i partiti della sinistra extraparlamentare, che hanno ribadito la loto intenzione di voler festeggiare il Primo Maggio di Piazza Taksim.
Un Primo Maggio che, contrariamente alle sfilate e ai concertini che regolarmente ne svuotano i contenuti rivendicativi in molti paesi dell'Europa Occidentale, ha significato negli ultimi anni una data centrale per la ripresa della conflittualità sociale.
Una data che, dopo l'affronto del Prefetto - allineato con il Governo centrale - si preannuncia ad alta tensione, anche a seguito del rinnovato fermento sul fronte operaio, con la rivolta che ha avuto luogo ieri a Kutahya, dove i dipendenti licenziati dall'ex azienda nazionale dell'energia, la (fu) Çelikler Seyitömer Elektrik Üretim A.Ş, hanno fronteggiato la polizia per ore fin dentro lo stabilimento, nel tentativo di opporsi alla privatizzazione completa dell'ente e la delocalizzazione forzata dello stabilimento.
E' la notizia che sta rimbalzando tra social media, network di movimenti e stampa mainstream turchi, dopo che vari sindacati maggioritari e associazioni si sono visti negata la loro rchiesta formale di utilizzo della Piazza, luogo di resistenza e teatro degli episodi conflittuali venuti alla ribalta in tutto il mondo a partire dallo sgombero lo scorso anno degi occupanti dell'adiacente Gezi Park.
Il Prefetto ha rincarato la dose adducendo la motivazione che si starebbe approntando una apposita zona per le manifestazioni, lontano dal centrale quartiere Kadikoy, che verrebbe situata in periferia, nella parte anatolica della città.
Una proposta inaccettabile per i movimenti anti-Erdogan e i partiti della sinistra extraparlamentare, che hanno ribadito la loto intenzione di voler festeggiare il Primo Maggio di Piazza Taksim.
Un Primo Maggio che, contrariamente alle sfilate e ai concertini che regolarmente ne svuotano i contenuti rivendicativi in molti paesi dell'Europa Occidentale, ha significato negli ultimi anni una data centrale per la ripresa della conflittualità sociale.
Una data che, dopo l'affronto del Prefetto - allineato con il Governo centrale - si preannuncia ad alta tensione, anche a seguito del rinnovato fermento sul fronte operaio, con la rivolta che ha avuto luogo ieri a Kutahya, dove i dipendenti licenziati dall'ex azienda nazionale dell'energia, la (fu) Çelikler Seyitömer Elektrik Üretim A.Ş, hanno fronteggiato la polizia per ore fin dentro lo stabilimento, nel tentativo di opporsi alla privatizzazione completa dell'ente e la delocalizzazione forzata dello stabilimento.
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