lo Slai Cobas sc in ogni cittàdove è presente sottoscrive e diffonderà questo appello
Salviamo il popolo di Gaza
luglio 30,
2014
Appello di scienziati
ricercatori e medici
facciamo appello ai medici, scienziati, personale
sanitario in tutte le città italiane di sottoscrivere e diffonderlo
Salviamo il
popolo di Gaza
Siamo medici e scienziati che spendono la loro vita nella cura e nella tutela
della salute e della vita umana. Siamo inoltre persone informate; insegniamo
l’etica delle nostre professioni, insieme alla sua conoscenza e pratica. Tutti
noi abbiamo lavorato a Gaza e da anni conosciamo la sua situazione.
Sulla base della nostra etica e della nostra pratica, denunciamo ciò a cui
stiamo assistendo nell’aggressione di Gaza da parte di Israele. Chiediamo ai
nostri colleghi, professionisti giovani e anziani, di denunciare l’aggressione
israeliana. Sfidiamo la perversità di una propaganda che giustifica la
creazione di una situazione di emergenza per mascherare un massacro, una
cosiddetta «aggressione difensiva». In realtà è uno spietato assalto di durata,
portata e intensità illimitate.
Desideriamo riferire i fatti così come li vediamo e le loro implicazioni sulla
vita di un popolo.
Siamo sconvolti per l’assalto militare su semplici civili a Gaza con il
pretesto di punire i terroristi. Questo è la terza aggressione militare su
vasta scala a Gaza dal 2008. Ogni volta il bilancio delle vittime è costituito
principalmente da persone innocenti a Gaza, in particolare donne e bambini,
sotto il pretesto inaccettabile di Israele di sradicare i partiti politici e la
resistenza all’occupazione illegale e all’assedio imposto da Israele.
Questa azione terrorizza anche coloro che non sono direttamente colpiti, e
ferisce l’anima, la mente e la resilienza delle giovani generazioni. La nostra
condanna e il disgusto sono ulteriormente aggravati dal rifiuto e dal divieto a
Gaza di ricevere aiuti e rifornimenti esterni per alleviare questa terribile
situazione.
Il blocco su Gaza è stato ulteriormente inasprito rispetto all’anno scorso e
questo ha peggiorato il prezzo pagato dalla popolazione. A Gaza, la gente
soffre a causa della fame, della sete, della mancanza di farmaci,
dell’inquinamento, della mancanza di energia elettrica, dall’assenza di
qualsiasi mezzo per ottenere un reddito, non solo per le bombe e le granate.
Mancanza di elettricità, carenza di benzina, scarsità di cibo e acqua,
straripamento di fogne, risorse e posti di lavoro sempre più scarsi, sono tutti
disastri causati direttamente e indirettamente dall’assedio.
Lottare o morire, nessun’altra scelta
La gente di Gaza sta resistendo a questa aggressione perché vuole una vita
migliore e normale e, pur piangendo nel dolore, sofferenza e terrore, rifiuta
una tregua temporanea che non prevede una possibilità reale per un futuro
migliore. Una voce sotto gli attacchi a Gaza è quella di Um Al Ramlawi che
parla per tutti quelli di Gaza «Ci stanno ammazzando tutti comunque – che sia
una morte lenta per l’assedio, o una rapida da attacchi militari. Non abbiamo
nulla da perdere — dobbiamo lottare per i nostri diritti, o morire».
Gaza è bloccata per mare e terra dal 2006. Qualsiasi persona di Gaza, compresi
i pescatori, che si avventuri al di là di 3 miglia nautiche dalla costa di Gaza
rischia di essere colpita dalla marina israeliana. Nessuno può uscire da Gaza
attraverso gli unici due posti di blocco, Erez o Rafah, senza autorizzazione
speciale degli israeliani e degli egiziani, difficile se non impossibile per
molti da ottenere.
La gente di Gaza non è in grado di andare a studiare all’estero, di lavorare
all’estero, di visitare le proprie famiglie all’estero, o svolgere attività
all’estero, per non parlare di andare in vacanza. Persone ferite e malate,
inoltre, non possono con facilità uscire per ottenere cure specialistiche al di
fuori di Gaza e molti sono morti per questo. L’entrata di cibo e medicine a
Gaza è limitata e molti beni essenziali per la sopravvivenza sono vietati.
Prima dell’attacco attuale, i materiali nei magazzini medici a Gaza erano già a
un minimo storico a causa del blocco. Ora sono ormai tutti esauriti. Allo
stesso modo Gaza non è in grado di esportare i suoi prodotti. Poco prima
dell’attacco, Israele ha anche ulteriormente ridotto il tenue flusso di merci
consentite verso Gaza. L’agricoltura è stata gravemente compromessa
dall’imposizione di una zona cuscinetto ed è ormai quasi completamente ferma.
Olivi e alberi da frutto sono sradicati dai militari. I prodotti agricoli non
possono essere esportati a causa del blocco. L’ottanta per cento della
popolazione di Gaza dipende dalle razioni di cibo delle Nazioni unite.
Gran parte degli edifici e delle infrastrutture di Gaza erano state distrutte
durante l’Operazione Piombo Fuso del 2008–9, ma i materiali da costruzione sono
stati bloccati in modo che le scuole, le case e le istituzioni non possono
essere adeguatamente ricostruite. Le fabbriche distrutte dai bombardamenti sono
state raramente ricostruite aggiungendo disoccupazione alla miseria.
La riconciliazione respinta da Israele
Nonostante le difficili condizioni, la popolazione di Gaza e i loro leader
politici hanno recentemente cercato di risolvere i loro conflitti «senza armi e
senza danno» attraverso un processo di riconciliazione tra le fazioni, in cui
la loro leadership ha rinunciato a titoli e posizioni, in modo da formare un
governo di unità nazionale abolendo la politica di divisione tra fazioni che
opera dal 2007. Questa riconciliazione, se pur accettata da molti nella
comunità internazionale, è stata immediatamente respinta da Israele. Gli
attacchi israeliani bloccano questa opportunità di unità politica tra Gaza e la
Cisgiordania e colpiscono una parte della società palestinese distruggendo le
vite della gente di Gaza. Sotto il falso pretesto di eliminare il terrorismo,
Israele sta cercando di distruggere la crescente unità palestinese. Tra le
altre menzogne, si afferma che i civili di Gaza sono ostaggio di Hamas, quando
la verità è che la Striscia di Gaza è ermeticamente chiusa dagli israeliani e
dagli egiziani.
Nessun rifugio sicuro per gli sfollati
Gaza è stata bombardata ininterrottamente negli ultimi 14 giorni, seguiti ora
dall’invasione su terra di carri armati e migliaia di soldati israeliani. A più
di sessantamila civili provenienti dal nord di Gaza è stato ordinato di
lasciare le loro case in modo da poterle distruggere. Questi sfollati non hanno
un posto dove andare, perché la parte centrale e meridionale di Gaza sono
sottoposte a pesanti bombardamenti di artiglieria. L’intera Gaza è sotto
attacco. L’unico rifugio a Gaza sono le scuole dell’Unrwa, un rifugio incerto
già preso di mira durante Piombo Fuso, quando sono state uccise molte persone.
Secondo il Ministero della Salute di Gaza e Ufficio delle Nazioni unite per il
Coordinamento degli affari umanitari (Ocha), al 21 luglio, 149 dei 558 uccisi a
Gaza e 1.100 dei 3.504 feriti sono bambini.
Quelli sepolti sotto le macerie non sono ancora conteggiati. Mentre scriviamo
la Bbc riferisce del bombardamento di un altro ospedale, colpite l’unità di
terapia intensiva e le sale operatorie, con la morte di pazienti e personale.
Ora si teme per il principale ospedale di Al Shifa. Oltre a tutto ciò, non c’è
nessuno a Gaza che non sia psicologicamente traumatizzato. Chiunque abbia più
di 6 anni di età ha già vissuto il suo terzo attacco militare da parte di
Israele.
Distruggere, ferire l’anima e il corpo
Il massacro a Gaza non risparmia nessuno, e comprende i disabili e i malati
negli ospedali, bambini che giocano sulla spiaggia o sul tetto, con una larga
maggioranza di non combattenti. Ospedali, cliniche, ambulanze, moschee, scuole
e l’edificio della stampa sono stati tutti attaccati, con migliaia di case
private bombardate, indirizzando chiaramente il fuoco per colpire intere
famiglie uccidendole all’interno delle loro case, e/o privare famiglie delle
loro case cacciandole fuori pochi minuti prima di distruggerle. Un’intera area
è stata distrutta il 20 luglio, lasciando migliaia di sfollati senzatetto,
accanto a centinaia di feriti e uccidendo almeno 70 persone. Questo va ben
oltre lo scopo di trovare gallerie. Nessuno di questi è un obiettivo militare.
Questi attacchi mirano a terrorizzare, ferire l’anima e il corpo delle persone
e rendere perversamente impossibile la loro vita nel futuro, demolendo anche le
loro case e impedendo di ricostruirle.
Israele insulta la nostra umanità
Vengono utilizzate armi che, è risaputo, causano danni a lungo termine alla
salute di tutta la popolazione; in particolare armi a non frammentazione e
bombe a testata pesante. Siamo testimoni del fatto che armi di precisione sono
usate indiscriminatamente e sui bambini, e vediamo costantemente armi
“intelligenti” sbagliare mira, a meno che non siano volutamente usate per
distruggere vite innocenti.
Denunciamo il mito propagato da Israele che l’aggressione avviene «preoccupandosi
di salvare le vite dei civili e il benessere dei bambini».
Il comportamento di Israele ha insultato la nostra umanità, intelligenza e
dignità, così come la nostra etica e sforzi professionali. Anche quelli di noi
che vogliono andare e portare aiuto non sono in grado di raggiungere Gaza a
causa del blocco.
Questa «aggressione difensiva» di durata, portata e intensità illimitata deve
essere fermata.
Inoltre, qualora l’utilizzo di gas fosse confermato, questo costituirebbe
inequivocabilmente un crimine di guerra per il quale, prima di ogni altra cosa,
dovranno immediatamente essere decretate severe sanzioni contro Israele con la
totale cessazione di qualsiasi accordo commerciale e di collaborazione con
l’Europa.
Mentre scriviamo, vengono riferiti altri massacri e minacce al personale medico
dei servizi di emergenza e il rifiuto di ingresso per convogli umanitari
internazionali. Noi, come scienziati e medici non possiamo tacere mentre questo
crimine contro l’umanità continua. Invitiamo anche i lettori a non rimanere in
silenzio. Gaza intrappolata sotto assedio viene uccisa da uno delle più grandi
e più sofisticate moderne macchine militari del mondo. La terra è avvelenata da
detriti di armi con conseguenze per le generazioni future. Se quelli di noi in
grado di farsi sentire non lo fanno e non prendono posizione contro questo
crimine di guerra, sono anch’essi complici della distruzione delle vite e delle
case di 1,8 milioni di persone a Gaza.
Prendiamo inoltre atto con disappunto che solo il 5% dei nostri colleghi
accademici israeliani hanno firmato un appello al loro governo per fermare
l’operazione militare contro Gaza. Siamo tentati di concludere che, con
l’eccezione di questo 5%, il resto degli accademici israeliani sono complici
nel massacro e la distruzione di Gaza. Ravvisiamo anche la complicità dei
nostri paesi in Europa e in Nord America in questo massacro e ancora una volta
l’impotenza delle istituzioni e delle organizzazioni internazionali nel
fermarlo.
Paola Manduca, Professor of Genetics, University of Genoa, Italy; Sir Iain
Chalmers, James Lind Library, Oxford; Mads Gilbert, Professor and Clinical
Head, Clinic of Emergency Medicine, University Hospital of North Norway; Derek
Summerfield, Institute of Psychiatry, King’s College,London; Ang Swee Chai,
Consultant Orthopaedic Surgeon, London; Alastair Hay, Dept of Environmental
Toxicology, University of Leeds; Steven Rose, Emeritus Professor of Life
Sciences, Open University; Hilary Rose, Professor Emerita, University of
Bradford. Angelo Stefanini, MD, Public Health, Bologna, Italy; Andrea Balduzzi,
Zoologist, University of Genoa, Italy; Bruno Cigliano, MD, Paediatric Surgeon,
University of Naples “Federico II”, Italy; Carmine Pecoraro, MD, Nephrologist,
Santobono Children Hospital, Naples, Italy; Emilio Di Maria, MD PhD, Medical
Genetics,University of Genoa, Italy; Franco Camandona, MD, Gynaecologist, ASL3,
Liguria, Italy; Guido Veronese, MD, Clinical Psychologist, University of
Milan-Bicocca, Italy; Luca Ramenghi. MD, Neonatology, Gaslini Childrens’
Hospital, Genoa, Italy; Marina Rui, Chemist, University of Genoa, Italy;
Pierina DelCarlo, MD, Paediatrician, Massa, Italy; Sergio D’agostino, MD,
Paediatric Surgeon, Hospital Vicenza, Italy; Silvana Russo, MD, Pediatric
Surgeon, Santobono Children Hospital, Naples, Italy; Vincenzo Luisi, MD,
Paediatric Cardiac surgeon, Massa Hospital, Italy; Stefania Papa,
Environmentalist, University of Naples, Italy; Vittorio Agnoletto, MD,
University Statale, Milan, Italy; Mariagiulia Agnoletto, Psychiatrist, Milan,
Italy.