L’assassinio dell'operaio egiziano è una linea di demarcazione, nella battaglia degli operai della logistica, che sta diventando sempre più una guerra di classe.
La lotta contro questa morte deve
far preoccupare i padroni, lo Stato e imporre un passo indietro, e influire sui
rapporti di forza a fronte del fatto che padroni e Stato puntano ad usare
questo omicidio per colpire tutti i lavoratori e la loro lotta e dare un colpo
decisivo agli operai e alle loro organizzazioni sindacali.
La lotta, quindi, degli operai della logistica per forza deve estendersi, unirsi ed elevarsi, per far pagare caro questo assassinio e mettere in difesa padroni e Stato, strappando anche dei risultati.
La lotta, quindi, degli operai della logistica per forza deve estendersi, unirsi ed elevarsi, per far pagare caro questo assassinio e mettere in difesa padroni e Stato, strappando anche dei risultati.
Dobbiamo elevare la denuncia che
di guerra di classe si tratta, in cui da un lato c'è un fronte compatto tra
cooperative, grande aziende commerciali, polizia, Istituzioni, governo e
dall'altra vi deve essere il fronte compatto dei lavoratori che chiamano
attorno a sè tutti coloro che possono e vogliano sostenere la lotta; e soprattutto
che alla guerra di classe dei padroni occorre attrezzarsi per fare la guerra di
classe degli operai. Sul piano immediato serve una risposta unitaria, compatta,
nazionale di tutte le realtà della logistica; imporre dovunque l'apertura di
tavoli e trattative che diano risultati.
Slai Cobas per il sindacato di
classe
Coordinamento Nazionale
settembre 2016
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