Renzi e “Industria 4.0”: una “cabina di regia” per
grandissimi regali ai padroni!
Sono giorni
di svolta, questi, per il capitalismo italiano. Sono giorni in cui i padroni
festeggiano e si apprestano a festeggiare ancora di più non appena le loro richieste
saranno inserite definitivamente nella finanziaria che il loro servo Renzi si
appresta a varare! È l’operazione “Industria 4.0” che aiuta a rendere ancora
più chiaro il concetto di cosa intendiamo quando parliamo di “borghesia al
servizio del capitale”.
La crisi
profonda da sovrapproduzione porta i capitalisti a non investire più e a
resistere alla concorrenza e a non rischiare i propri soldi. È qui che arriva
ancora una volta in aiuto il governo, e infatti, ieri, all’incontro con i
padroni industriali, Renzi non stava nella pelle mentre spiegava la possibilità
di avvalersi del nuovo programma che dovrebbe portare a nuovi investimenti; in
sostanza il governo mette sul piatto 13 miliardi che possono diventare di più
perché possono attivare 10 miliardi di investimenti privati aggiuntivi che
passerebbero da 80 a 90 miliardi, ma adesso i padroni “devono crederci” dice
Renzi! Che significa che adesso non possono più accampare scuse per non fare
investimenti!
Nemmeno i
padroni stavano nella pelle, a dire il vero, perché si tratta di una vera e
propria manna dal cielo, visto il livello della crisi, dei conti pubblici,
delle difficoltà che Renzi dice di avere nel reperire soldi per qualsiasi cosa,
dai contratti dei dipendenti pubblici, all’accoglienza degli immigrati solo per
fare alcuni esempi!
Oggi sul
Sole 24 Ore gli scribacchini si sperticano in lodi per il governo che questa
volta ha indovinato che tipo di “politica industriale” mettere in campo!
Finalmente,
dicono i padroni, una “politica dell’offerta” per una “svolta produttiva”. La
“politica dell’offerta” viene contrapposta alla “politica della domanda”, detto
in altre parole, il governo non deve dare soldi nelle mani di pensionati,
lavoratori, disoccupati ecc. (cioè soldi che servono per acquistare beni,
servizi, ecc., è questa la “domanda”) ma deve dare invece soldi direttamente
alle aziende così che, comprando macchinari nuovi e tecnologicamente avanzati
possono produrre di più e “offrire” al mercato merci a prezzi più
concorrenziali, e tutto questo dovrebbe fare “ripartire l’economia”.
I nomi di
questo nuovo fiume di soldi ai padroni sono: “superammortamento, iperammortamento,
Nuova Sabatini, e investimenti supportati dal credito di imposta per la ricerca … il rafforzamento della detassazione del salario di produttività (1,3 miliardi tra il 2017 e il 2020), la diffusione della banda ultralarga tra le imprese (6,7 miliardi già stanziati), il rifinanziamento del Fondo di garanzia Pmi (900 milioni), le catene digitali e l’internazionalizzazione del made in Italy (100 milioni), i contratti di sviluppo con focus su Industria 4.0 (1 miliardo già stanziato). Un capitolo a sé riguarda la scuola, le università e i centri di ricerca.”
Nuova Sabatini, e investimenti supportati dal credito di imposta per la ricerca … il rafforzamento della detassazione del salario di produttività (1,3 miliardi tra il 2017 e il 2020), la diffusione della banda ultralarga tra le imprese (6,7 miliardi già stanziati), il rifinanziamento del Fondo di garanzia Pmi (900 milioni), le catene digitali e l’internazionalizzazione del made in Italy (100 milioni), i contratti di sviluppo con focus su Industria 4.0 (1 miliardo già stanziato). Un capitolo a sé riguarda la scuola, le università e i centri di ricerca.”
“Quanto ai
tempi, garantisce Calenda, le misure
entreranno in legge di bilancio. La manovra, spiega il ministro, conterrà un insieme di stimoli fiscali agli
investimenti che non si era visto in passato, «con la sostanziale novità di
aver abbandonato completamente la logica degli
incentivi a bando, tipici di una
stagione in cui il governo voleva decidere in quali settori e con quali
tecnologie le aziende devono investire». Si passa ora – prosegue Calenda –
«a incentivi fiscali orizzontali, scegliendo gli strumenti che negli ultimi
anni hanno funzionato meglio e orientandoli verso un disegno comune che è la
trasformazione digitale della nostra industria».
Totale mano
libera ai padroni anche per decidere in quali settori investire, insomma cosa
fare di tutti questi soldi!
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