DOMANI, SCIOPERO NAZIONALE: BASTA MORTI PER IL LAVORO!
OPERAI,
lo Slai Cobas per il sindacato di classe aderisce allo sciopero generale nazionale indetto per mercoledì in tutte le fabbriche metalmeccaniche, per la morte del giovane operaio, Giacomo Campo, nell'appalto Ilva. Siamo consapevoli che ci vorrebbe molto di più in termini di ore e forme dello sciopero, e lì dove è possibile stanno andando oltre le indicazioni sindacali; ma questo sciopero nazionale è un punto di partenza e nasce dalla piena consapevolezza del valore nazionale per la classe operaia e per tutto il mondo del lavoro di ciò che sta succedendo all'Ilva e a Taranto.
lo Slai Cobas per il sindacato di classe aderisce allo sciopero generale nazionale indetto per mercoledì in tutte le fabbriche metalmeccaniche, per la morte del giovane operaio, Giacomo Campo, nell'appalto Ilva. Siamo consapevoli che ci vorrebbe molto di più in termini di ore e forme dello sciopero, e lì dove è possibile stanno andando oltre le indicazioni sindacali; ma questo sciopero nazionale è un punto di partenza e nasce dalla piena consapevolezza del valore nazionale per la classe operaia e per tutto il mondo del lavoro di ciò che sta succedendo all'Ilva e a Taranto.
L'Ilva è la
più grande fabbrica del nostro paese, l'Ilva è la fabbrica col maggior numero
di morti sul lavoro, da sempre, quando era fabbrica di Stato, Italsider, quando
è stata nelle mani dirette di padron Riva, quando è come oggi una fabbrica nei
fatti nelle mani del governo e dei commissari da esso nominati. E' la
produzione per il profitto nelle mani dei padroni assassini e dello Stato dei
padroni che produce morte e inquinamento. E' mettere fine alla produzione per
il profitto l'unica soluzione per mettere fine alla strage infinita.
Questo deve
essere detto in tutte le fabbriche e in tutte le forme, oltre la necessaria
solidarietà, oltre l'urgente necessità di misure immediate e concrete da
rivendicare e ottenere all'Ilva come in tutte le fabbriche in materia di
sicurezza sul lavoro e contro l'inquinamento.
I sindacati
confederali sono stati in questi anni complici all'Ilva, dell'industria di
Stato, di padron Riva e sono oggi complici dei decreti del governo Renzi e dei
suoi commissari.
In questa
fabbrica a tutela della salute e sicurezza e a freno delle emissioni
inquinanti, il sindacato non c'è, manca il sindacato di classe, e di
conseguenza mancano delegati, Rls in grado di contrastare quotidianamente
quello che succede. Anche i sindacati non compromessi con l'azienda, si
lamentano, strillano, denunciano, ma non fanno quello che c'è da fare, non
lottano e rischiano in prima persona per fermare gli impianti quando mettono a
rischio la vita, fermare il lavoro, come le leggi già esistenti consentono, non
controllano i lavori prima, durante e dopo, e quindi anche coloro che si
credono assolti sono anch'essi coinvolti.
Istituzioni,
Prefettura, Enti di controllo fanno inutili Vertici, si inventano Task force
che finora sono stati già fatti ma non hanno prodotto alcun miglioramento,
mentre non si vuol fare ciò che chiediamo da anni: mettere impostazioni
ispettive fisse all'interno della fabbrica, come controllo permanente,
deterrenza e riferimento immediato per quei lavoratori e quei delegati che
volessero davvero reagire subito, fare qualcosa prima che la morte arrivi. Questo
si deve fare comunque, non c'è l'alibi di commissari, decreti, stato dell'Ilva.
Ma questo non si fa.
E' chiaro
che è morto un giovane operaio delle ditte d'appalto, precario, dove si fa
lavoro in ogni condizione imposto dal ricatto del contratto a tempo determinato
e permesso da leggi dello Stato che istituzionalizzano la precarietà. Questa
situazione deve essere rovesciata, cambiata, all'Ilva come in tutte le
fabbriche italiane.
Certo, i
commissari del governo hanno aggravato la situazione, sono stati rispetto a
Riva e al suo manager, un rimedio peggiore del male; la linea di permettere
tutto per salvare la produzione è una linea che uccide e continua ad uccidere
in fabbrica e sul territorio, ma nello stesso tempo anche la linea che tanto
non si può far niente perchè la fabbrica deve essere chiusa è una linea che
permette tutto e di fatto lascia mano libera a chi gestisce la fabbrica di fare
tutto.
Noi siamo
perchè niente venga permesso, che tutto venga contrastato con la lotta, che gli
operai siano seri e si uniscano per costruire l'alternativa sindacale di classe
in fabbrica, che siano uniti alle masse popolari dei quartieri inquinati, ai
settori che rivendicano la salute per la città, per condurre insieme questa
lotta.
UNA LOTTA
SENZA QUARTIERE E SENZA LIMITI. UNA LOTTA AD OLTRANZA, UNA RIVOLTA OPERAIA E
POPOLARE.
SLAI COBAS
per il sindacato di classe – via Rintone, 22 TA – slaicobasta@gmail.com – 3475301704 – blog
tarantocontro
Nessun commento:
Posta un commento