Alle Carrozzerie i
contratti di solidarietà
Siglato l'accordo tra Fca e sindacati: stop alla cassa integrazione a zero
ore. Ora con i contratti di solidarietà rientrano, dopo anni, 2.369 lavoratori
della Carrozzerie seppur con orario abbreviato
Questa volta a Mirafiori tornano al lavoro tutti gli operai della Carrozzeria. Se finora il rientro in fabbrica, per quanto limitato a pochi giorni al mese, era una questione che riguardava circa un terzo dei dipendenti, ora invece tutti quanti valicheranno i cancelli e si rimetteranno la tuta blu (che nel frattempo è diventata grigio-perla). Fca e i sindacati hanno siglato un contratto di solidarietà che consentirà a 2.369 lavoratori di rientrare, anche se a orario abbreviato. La riduzione è infatti in media del 55 per cento, ma l’azienda dovrà comunque garantire un minimo del 30 per cento di ore lavorate a ciascun dipendente. Che il Lingotto volesse scegliere questo strumento era già nell’aria da qualche tempo. Il contratto di solidarietà non è infatti una novità nell’universo italiano di Fiat-Chrysler. A febbraio era stato utilizzato già per la Pcma di San Benigno, fabbrica della Magneti Marelli specializzata nella fornitura di componenti e colpita da un grave calo di commesse, mentre a marzo lo stesso tipo di ammortizzatore sociale era stato applicato pure alla New Holland di San Mauro, che produce escavatori nel gruppo Cnhi.
Ora Fca
replica la mossa sulle Carrozzerie, anche se solo su una parte dell’organico.
La misura non riguarda infatti i 1.503 addetti che si occupano di costruire la
Maserati Levante, che invece continueranno a lavorare a tempo pieno. Gli altri
2.369 invece saranno in fabbrica a singhiozzo, ma a differenza del passato
rientreranno tutti, anche i cassintegrati storici che non vedono la linea di
montaggio da anni. Tra loro ci sono pure alcune centinaia di inidonei, più o
meno gravi. Operai che a causa del logorio dei carichi di lavoro del passato
non sono più in grado di svolgere tutte le mansioni. Per loro è stato creato
già da tempo un mini reparto, che si occupa di allestire le cassette degli
attrezzi e i componenti per agevolare le operazioni degli altri.Questa volta a Mirafiori tornano al lavoro tutti gli operai della Carrozzeria. Se finora il rientro in fabbrica, per quanto limitato a pochi giorni al mese, era una questione che riguardava circa un terzo dei dipendenti, ora invece tutti quanti valicheranno i cancelli e si rimetteranno la tuta blu (che nel frattempo è diventata grigio-perla). Fca e i sindacati hanno siglato un contratto di solidarietà che consentirà a 2.369 lavoratori di rientrare, anche se a orario abbreviato. La riduzione è infatti in media del 55 per cento, ma l’azienda dovrà comunque garantire un minimo del 30 per cento di ore lavorate a ciascun dipendente. Che il Lingotto volesse scegliere questo strumento era già nell’aria da qualche tempo. Il contratto di solidarietà non è infatti una novità nell’universo italiano di Fiat-Chrysler. A febbraio era stato utilizzato già per la Pcma di San Benigno, fabbrica della Magneti Marelli specializzata nella fornitura di componenti e colpita da un grave calo di commesse, mentre a marzo lo stesso tipo di ammortizzatore sociale era stato applicato pure alla New Holland di San Mauro, che produce escavatori nel gruppo Cnhi.
Dietro la scelta, però, non ci sono solo buone notizie: «I contratti di solidarietà sono un fatto positivo chi da anni è in cassa a zero ore, ma indicano anche che la crisi non è finita e che sarà importante capire quale altro investimento seguirà il Levante», riflette Federico Bellono della Fiom-Cgil. Lo strumento serve infatti per gestire in via temporanea un esubero di 1.303 lavoratori, che dunque non sarebbero più utili in base all’attuale mole di lavoro assegnata alle Carrozzerie.
La Fiom critica il fatto che la solidarietà valga solo per un terzo del reparto: «Chiediamo che con l’assestamento della produzione del Levante e un allargamento della formazione, si possa coinvolgere tutta la fabbrica, per evitare che i sacrifici ricadano solo su una parte dei lavoratori», dice Bellono. Anche dalla Uilm-Uil parte un messaggio simile: «Serve un alto grado di attenzione sulla gestione dello strumento. Bisogna creare le condizioni per garantire la continuità operativa a tutti i lavoratori», commenta il segretario provinciale Dario Basso. Perché Fca ha puntato sulla solidarietà e non sulla cassa integrazione? Da un lato perché la “cig” non può essere chiesta all’infinito e le Carrozzerie non sono lontane dal limite massimo previsto dalle norme. Dall’altro le nuove regole hanno reso la tradizionale cassa meno conveniente di un tempo e, al contrario, il contratto di solidarietà ha pià agevolazioni di prima. In generale, per le tute blu è meglio così perché possono lavorare meno e lavorare tutti: «Chi non è impiegato sul Levante svolgerà nelle giornate lavorative, per circa 6-7 giorni al mese, attività formative o produttive anche per settori esterni alle Carrozzerie», spiega il leader della Fim-Cisl, Claudio Chiarle. Ora, aggiunge, «abbiamo la necessità che il secondo modello su Mirafiori si metta in moto per garantire il lavoro a pieno regime per tutti».
NUOVA SOCIETA' TORINO
I sindacati e Fca hanno siglato l’accordo
per l’applicazione dei contratti di solidarietà alla carrozzeria di Mirafiori. Fiom-Cgil,
Uilm e Fim-Cisl «hanno raggiunto l’intesa su tavoli separati ma in
contemporanea».
A Mirafiori, dove fino al 25 settembre è in vigore la cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione, si ricorrerà ai contratti di solidarietà per un anno che riguarderanno tutti i lavoratori tranne i 1503 che sono addetti al SUV Levante. L’orario lavorativo per 2369 persone verrà ridotto in media del 55 per cento. «Nei piani dell’azienda – dicono dai sindacati – il ricorso alla solidarietà serve a gestire un temporaneo esubero di 1303 lavoratori». «I contratti di solidarietà sono un fatto positivo per tutti quei lavoratori che da anni sono rimasti in cassa integrazione a zero ore, ma indicano «»anche che la crisi non è finita e che sarà importante capire quale altro investimento seguirà il Levante. Chiediamo che con l’assestamento della produzione del Levante e un allargamento della formazione, si possa coinvolgere tutta la fabbrica nei contratti di solidarietà, per evitare che i sacrifici ricadano solo su una parte dei lavoratori» ha commentato il segretario Fiom di Torino, Federico Bellono.
Della stessa opinione anche Dario Basso, segretario generale della Uilm Torino: «Ora necessita adoperarsi per mantenere un alto grado di attenzione sulla gestione dello strumento dei contatti di solidarietà»
Mentre una stoccatina alla Fiom, accusata di non aver avuto lo stesso comportamento in altre situazioni, arriva da Guido Chiarle, rappresentate della Cisl: «Oggi prendiamo atto con favore, che anche la Fiom ha posto la sua firma sul contratto di solidarietà a Mirafiori. Certo, quello che non riusciamo a capire come mai a Pomigliano il 24 Marzo 2014 lo stesso contratto con le stesse identiche caratteristiche di Mirafiori nello stabilimento campano non ha percorso la stessa strada e la Fiom non lo ha firmato. Sarebbe opportuno a questo punto che la Fiom facesse chiarezza al proprio interno, in primis nel rispetto dei lavoratori del Gruppo FCA».
A Mirafiori, dove fino al 25 settembre è in vigore la cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione, si ricorrerà ai contratti di solidarietà per un anno che riguarderanno tutti i lavoratori tranne i 1503 che sono addetti al SUV Levante. L’orario lavorativo per 2369 persone verrà ridotto in media del 55 per cento. «Nei piani dell’azienda – dicono dai sindacati – il ricorso alla solidarietà serve a gestire un temporaneo esubero di 1303 lavoratori». «I contratti di solidarietà sono un fatto positivo per tutti quei lavoratori che da anni sono rimasti in cassa integrazione a zero ore, ma indicano «»anche che la crisi non è finita e che sarà importante capire quale altro investimento seguirà il Levante. Chiediamo che con l’assestamento della produzione del Levante e un allargamento della formazione, si possa coinvolgere tutta la fabbrica nei contratti di solidarietà, per evitare che i sacrifici ricadano solo su una parte dei lavoratori» ha commentato il segretario Fiom di Torino, Federico Bellono.
Della stessa opinione anche Dario Basso, segretario generale della Uilm Torino: «Ora necessita adoperarsi per mantenere un alto grado di attenzione sulla gestione dello strumento dei contatti di solidarietà»
Mentre una stoccatina alla Fiom, accusata di non aver avuto lo stesso comportamento in altre situazioni, arriva da Guido Chiarle, rappresentate della Cisl: «Oggi prendiamo atto con favore, che anche la Fiom ha posto la sua firma sul contratto di solidarietà a Mirafiori. Certo, quello che non riusciamo a capire come mai a Pomigliano il 24 Marzo 2014 lo stesso contratto con le stesse identiche caratteristiche di Mirafiori nello stabilimento campano non ha percorso la stessa strada e la Fiom non lo ha firmato. Sarebbe opportuno a questo punto che la Fiom facesse chiarezza al proprio interno, in primis nel rispetto dei lavoratori del Gruppo FCA».
TORINO CRONACA
Nessun commento:
Posta un commento