lunedì 15 giugno 2015

15 gennaio - Appello dei Lavoratori Autoconvocati di Roma per una manifestazione il 27 giugno per il ritiro del DDL "buona scuola"



Venerdì, 12 Giugno 2015
di redazione
In questi giorni migliaia di scrutini sono saltati in tutta Italia a causa dell'annunciato sciopero. Migliaia di lavoratori stanno condividendo con successo e solidarietà reciproca questa esperienza di lotta e ancora una volta il governo si trova di fronte alla compattezza dei lavoratori della scuola contro quello che viene definito l’attacco epocale alla sistema d’istruzione pubblico in Italia.
Anche a Roma grande adesione allo sciopero.
Nelle oltre 600 classi monitorate dal Coordinamento Lavoratori della Scuola Autoconvocati di Roma in circa 40 scuole della Capitale, lo sciopero ha riguardato oltre il 90% degli scrutini convocati. Gli istituti coinvolti sono di tutti gli ordini e gradi e sono rappresentativi dell’intero territorio comunale.
Si va dalle scuole del centro (Tasso, Virgilio, il Turistico Colombo, il Leonardo da Vinci) con tassi di adesione intorno all’80%, agli Istituti Comprensivi del 2°, 3°, 5° e 6° Municipio, che hanno visto scioperare molto spesso nel 100% delle classi scrutinate. Vi sono i licei del 9° municipio (Vivona, Aristotele) e del 5° (Benedetto da Norcia, Levi Civita e Kant) con il 100% degli scrutini “bloccati” e gli istituti di periferia, dall’Agrario Sereni (95%) all’Alberghiero Artusi (100%), all’Istituto Piaget (100%), all’Industriale Armellini (89%).
Anche negli Istituti Comprensivi “Circonvallazione Tuscolana” e “Cutigliano” lo sciopero ha riguardato la totalità delle classi.
Le percentuali così alte degli scrutini bloccati in tantissime scuole sono indicative di due elementi: l'ampia partecipazione allo sciopero e l'incredibile sordità del governo alle richieste della scuola.
In molti istituti i dirigenti scolastici stanno mettendo in pratica forme di boicottaggio allo sciopero al limite della legalità o in palese violazione di essa.
Alcuni dirigenti mettono in pratica atti autoritari, spesso maldestri e subito rintuzzati dai docenti, ma che pongono in evidenza sia l’incompetenza che l’uso autoritario del proprio ruolo da parte di tali presidi, che spesso ignorano anche le più elementari norme che regolano il rapporto di lavoro, a partire dal contratto nazionale. Diventa inquietante immaginare quali scenari si possano aprire con gli enormi poteri che il governo vuole dare loro.
Capita così, ad esempio, che all’Istituto Superiore “Pertini-Falcone” di Roma si legga su una circolare dell’8 giugno (n.262) che “i docenti assenti alla seduta di scrutinio convocata saranno ritenuti in malattia e pertanto saranno sostituiti dopo 10/15 minuti con altro docente e dovranno pertanto giustificare la mancata presenza alla seduta con certificato medico”. Mentre il CCNL prevede che la dichiarazione di adesione allo sciopero sia volontaria e non obbligatoria, questa dirigente capovolge la normativa e dispone in malattia “d’ufficio” il docente assente, anche se questi non ha provveduto alla relativa richiesta (questa sì obbligatoria).
Il fondo si tocca all’Istituto Agrario “Emilio Sereni” di via Prenestina dove la preside, che inizialmente pretendeva di svolgere lo stesso gli scrutini nonostante i docenti in sciopero, in seguito a una diffida sindacale si è accontentata di mettere a verbale la presunta illegittimità dello sciopero degli scrutini (da elle stessa dichiarata in barba a quanto comunicato dalla Commissione di Garanzia e dal MIUR), diffidando i docenti in sciopero e paventando provvedimenti disciplinari per dissuadere gli “insubordinati”.
L’arroganza di taluni dirigenti è pari solo alla loro incompetenza: ritengono di avere più poteri della Commissione di Garanzia e di poter dichiarare unilateralmente illegittimo uno sciopero nella “loro” scuola.
Questi comportamenti sono orchestrati e diretti dall’Associazione Nazionale Presidi, il cui sito istiga i dirigenti a “favorire il regolare svolgimento degli scrutini finali”, cioè a boicottare lo sciopero legittimo degli scrutini. Il sito di questa associazione, che supporta il governo nella politica di imporre una concentrazione autoritaria dei poteri nella scuola, suggerisce mille modi per aggirare le norme vigenti al fine di stabilire un’autorità al di fuori della legge da parte dei dirigenti sui docenti dissidenti. Se questa azione va immediatamente bloccata per ristabilire una certezza del diritto, allo stesso tempo ci fa immaginare il clima che si verrà a creare nelle scuole se dovesse passare il progetto di restaurazione dell’innovatore Renzi.
La prima presa di posizione del Senato ha dichiarato incostituzionale il DDL Renzi-Giannini, il Governo è in evidente difficoltà e farà di tutto per far passare la sua riforma durante il periodo estivo contro il volere della quasi totalità degli insegnanti e degli studenti e della grande maggioranza dei genitori, che tra le altre cose, hanno visto cancellare il tempo pieno nelle scuole elementari (con il taglio di oltre 575 docenti del mese scorso) proprio da quel Renzi che aveva promesso di garantirlo a tutte le famiglie.
Dopo questo chiaro segnale di determinazione da parte degli insegnanti che hanno bloccato gli scrutini, è allora giunto il momento di realizzare una grandissima manifestazione nazionale a Roma che prema sul Senato affinché rigetti il DDL Renzi-Giannini che è assolutamente inemendabile e va respinto nel suo impianto di fondo.
Già sono state raccolte oltre 1500 firme in pochissimi giorni su una petizione per chiedere alle organizzazioni sindacali di chiamare i lavoratori della scuola, gli studenti, i cittadini tutti ad un momento unitario nazionale di lotta a Roma per difendere, insieme al carattere pubblico, pluralista e democratico della scuola italiana, la stessa Costituzione che viene messa in discussione dal progetto governativo.
Roma, 11 giugno 2015
Coordinamento Lavoratori Scuola Autoconvocati di Roma
 



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