Sei anni;
Viareggio non dimentica le 32 vittime della strage.
Si
terrà sabato 27 giugno, alle 12, a Villa Argentina a Viareggio la conferenza
stampa per la presentazione degli eventi che accompagneranno la città nel sesto
anniversario della strage della stazione.
Il 29 giugno, un giorno
di lutto marchiato a fuoco nella vita della città. Un giorno eterno, che si
trascina senza tramonto nella vita dei familiari delle 32 vittime del treno
merci carico di Gpl, che deragliando ha trasformato una cisterna di gas
infiammabile in una bomba. Ha trasformato una strada, la via Ponchielli, in una
trappola. Che ha trasformato un incidente sui binari in una strage annunciata,
il sonno in morte.
Ancora un anniversario
senza giustizia e verità, il sesto, che rievoca tutto il male di quell'attimo:
le 23.48. La paura, le urla, i crolli, le sirene. Che stridono con il silenzio
istituzionale, assordante e sgradevole, in cui la tragedia è piombata. Un
silenzio in cui rumoreggia la delusione e lo sdegno dei parenti delle vittime
perché “la giustizia e la verità
sono ancora troppo lontane”. Eppure pericolosamente vicine a
sprofondare nell'oblio della prescrizione; che a dicembre 2016 potrebbe
prendersi il reato di incendio colposo. Vanificando così la ragione e la causa per
cui 32 persone, oggi, non ci sono più.
I familiari delle
vittime non possono accettarlo, da sei anni camminano contro corrente. Ogni
settimana affrontano il processo, e da settembre potrebbero trovarsi faccia a
faccia con i 33 imputati, con i testimoni e consulenti delle difese. E per
trovare un po' di forza tornano a chiedere il sostegno fisico della città,
quella città che non si è mai tirata indietro. Che nel dolore ha saputo creare
uno spazio di resistenza, di partecipazione e di conoscenza. Che ha
imparato il valore della sicurezza, che ha alzato la voce per chiedere che
questa legittima garanzia venga tutelata nei luoghi di lavoro e nel trasporto
ferroviario. Quella città che ogni 29 giugno si è stretta intorno alle mamme,
ai papà, ai nonni, ai figli ai nipoti che hanno perso per sempre un parte di
sé. E che da sei anni li accompagna, e li sostiene nella marcia del ricordo. Un
corteo che attraverserà la città, e si
fermerà dove tutto è cominciato. Dove tutto è finito.
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