11 giugno - Da Taranto: PRESIDIO ALL'ILVA QUESTA MATTINA DELLO SLAI COBAS SC - FORTE DENUNCIA E INCHIESTA

Capannelli con continui gruppi di operai che si sono fermati a leggere locandine, pannelli, striscioni davanti alla portineria D dell'Ilva di denuncia del grave infortunio di Alessandro Morricella, delle reali cause strutturali di questo come di altri precedenti infortuni che mettono a rischio la vita degli operai, e delle responsabilità di tutti: dai commissari del governo, alle Istituzioni, agli organi del NON controllo e ai sindacati ed RSU/RLS; insieme ad una indicazione: costruire reparto per reparto da parte degli stessi operai una piattaforma d'emergenza sulla sicurezza.

 Dalle discussione/inchiesta tra gli operai è stato confermato che la fuoruiuscita della ghisa che ha investito tutto il corpo di Alessandro: "Sembrava una torcia umana", è dovuta allo stato dell'Altoforno 2, e quindi a cause strutturali; questo Altoforno sono quasi 20 anni che non viene ristrutturato ed era stato sottoposto a sequestro durante l'inchiesta Todisco.

 Certo, le conseguenze tragiche dovute alla forte pressione e alla quantità di ghisa che ha investito Alessandro, non potevano essere evitate dai PDI, ma emergerebbe che anche i DPI indossati non erano quelli adatti; invece che respingenti hanno agito da moltiplicatore degli effetti sul corpo della ghisa bollente; alcuni operai dicevano che il casco e la tuta è come se si fossero incollati sul corpo.
E gli operai hanno raccontato vari altri episodi precedenti sempre nella stessa area che pur se molto meno gravi hanno comportato infortuni.

Ma soprattutto gli operai denunciavano la situazione generale che peggiora ogni giorno di più in fabbrica, in cui i livelli generali di sicurezza si sono abbassati anche rispetto al periodo di Riva, non ci sono controlli; i commissari non sanno nemmeno cos'è una fabbrica siderurgica, pensano solo alla produzione e al mercato e vi è una situazione di sbando sul rispetto delle norme di sicurezza. Quasi tutti gli impianti sarebbero da risanare.
La denuncia più forte è stata verso i sindacati interni, "tutti" dicevano gli operai, con Rls e Rsu che proprio nei reparti più a rischio non si fanno vedere, non pretendono controlli preventivi.
Poi, i contratti di solidarietà hanno ridotto il numero dei lavoratori sui reparti, e chiaramente questo pesa sulla sicurezza.
Ma nello stesso tempo, diceva un operaio, "qui continuano ad entrare operai nuovi, amici e parenti di sindacalisti... Come mai, nonostante i vari pensionamenti in questi anni, il numero totale dei lavoratori resta sempre lo stesso?".

 

Tanti operai riconoscevano che lo Slai cobas da tempo sul problema della sicurezza ha indicato la strada della lotta, ha indicato una piattaforma: da una postazione fissa ispettiva in Ilva a un aumento e modifica del ruolo degli Rls, che devono essere eletti dai lavoratori e sempre revocabili, ecc. Ma, purtroppo, il clima di sfiducia, di paura di ritorsione aziendali è tuttora l'aspetto prevalente. Anche se lo sciopero dopo l'infortunio di Alessandro è riuscito.
E questo è un segnale positivo.