Anti
concertone il 7 luglio: appello di Daniele Sepe
Il 4 giugno 2014 cinque operai delle fabbriche Fiat di
Pomigliano e di Nola, uno già licenziato, gli altri quattro in cassa
integrazione, esposero un patibolo ed un fantoccio raffigurante il volto
dell'amministratore delegato della FCA, Sergio Marchionne, una forma di
protesta molto forte e provocatoria messa in atto per manifestare contro i due
suicidi dei cassintegrati dell'impianto nolano Pino De Crescenzo, morto nel
febbraio dell'anno scorso, e Maria Baratto, che si tolse la vita tre mesi dopo.
Il significato era chiaro: di fatto il "mandante" veniva individuato
proprio Marchionne con le sue politiche antioperaie. Al manichino appesero un
cartello, come fosse una sorta di "testamento" del manager, con la
scritta "Perdonatemi per i morti che ho provocato" davanti alla Fiat
di Nola. Nessuna minaccia, nessun attentato, soltanto una forma di protesta
diretta a chi, secondo gli operai coinvolti, aveva quelle morti sulla coscienza.
Marchionne in prima persona licenziava allora tutti e cinque gli operai, per
"atti che oltre a integrare un intollerabile incitamento alla violenza
costituiscono palese violazione del rapporto di lavoro". Il tribunale
verso cui furono indirizzati i ricorsi dette ragione all'azienda. "Con una
sentenza monca di valutazioni politiche e sociali oggettive", come
sottolineato dalle organizzazioni sindacali di base, il giudice del lavoro di
Nola respinse il ricorso finalizzato al reintegro negli organici, dei cinque
attivisti del Comitato di lotta Fiat. Nelle motivazioni il magistrato spiegò
sostanzialmente che "si tratta di licenziamenti giustificati perché la
condotta dei ricorrenti ha leso l'immagine dell'azienda e fatto venire meno il
rapporto fiduciario". Per il tribunale il percorso aziendale (e le
decisioni di Marchionne) era "legittimo" mentre si sa, è questa la
valutazione di chi protesta, quanto siano stati illegittimi i tagli, le
angherie, i licenziamenti e la cassa integrazione e la negazione di tutti i
diritti dei lavoratori Fiat passati sotto le condizioni capestro di un
referendum che a suo tempo fu solo "un bere o affogare" pur di
continuare a lavorare per dare il pane ai propri figli. Mimmo Mignano, uno dei
cinque operai, sostenuto dai suoi compagni, salì per protesta su una gru in
Piazza Municipio e vi rimase per diversi giorni fino allo stremo. Mimmo
chiedeva il reintegro di tutti e cinque gli ex operai Fiat. In questi giorni,
il noto sassofonista Daniele Sepe, sensibile a queste tematiche, ha lanciato un
appello, a sostegno ed in solidarietà dei cinque licenziati politici dalla Fiat
modello Marchionne, per un concerto da tenere il 7 luglio in Piazza Dante a
Napoli, dove si esibiranno, oltre lo stesso Daniele Sepe, numerosissimi artisti
napoletani e non solo, a titolo assolutamente gratuito, affinchè questa vicenda
esca dal buio calato dai media, affinchè possano ritornare al lavoro i cinque
padri di famiglia, affinchè episodi del genere non ne accadano più. All'appello
hanno risposto in tantissimi, artisti e realtà politiche territoriali, un
"anti concertone" dove non c'è nulla da festeggiare per la classe
lavoratrice al tempo della crisi. Al momento, mentre le adesioni arrivano
sempre più numerose e variegate, all' "anti concertone" sono sicuri
della partecipazione tra gli altri:
The collettivo Foja; La maschera; Tartaglia&Aneuro;
Nelson; Shaone; 'O Rom; Ar Meitheal; Calatia; Demonilla; Aldolà Chivalà; Napoli
Extracomunitaria; Mc Mariotto; Maldestro; Gnut; Pier Macchié; Dolores Melodia; Gatos
do mar; Piero Gallo; Jah Farmer & Nah Deal Band; Matteo Marolla e
Zumpinária Banda; Delucao + Laye Ba; Bisca; Voodo Miles; Blindur; Mario Insenga;
Antonello Cossia; Maurizio Capone; Captain Sepe & funky crew.
Daniele Sepe e gli organizzatori dell'evento chiedono
alla cittadinanza una partecipazione attiva sulle tematiche del NON LAVORO
nella Regione Campania, per dare un segnale che sia forte e finalmente di
svolta in un clima che sembra assopito pur di fronte a questa drammatica
emergenza.
Allo stesso tempo invitano tutti gli artisti, di Napoli e non, sensibili a queste tematiche, a salire su quel palco di Piazza Dante il 7 luglio.
Allo stesso tempo invitano tutti gli artisti, di Napoli e non, sensibili a queste tematiche, a salire su quel palco di Piazza Dante il 7 luglio.
di Carlo
Fedele
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