venerdì 18 dicembre 2015

16 dicembre - Anche alla Michelin ennesima giustizia/INGIUSTA: impunità per i padroni ASSASSINI



silvana mossano
alessandria
Tutti assolti, «il fatto non sussiste». È la sentenza pronunciata questa mattina dal giudice del tribunale di Alessandria Milena Catalano, dopo due anni e mezzo di processo alla Michelin di Spinetta Marengo, in cui 5 ex dirigenti rispondevano di lesioni e omicidi colposi per la malattia e la morte di ex operai (nel capo d’imputazione sono indicati 12 morti e 20 malati) che si sono ammalati di tumore. Sul banco degli imputati: Gian Carlo Borella, 87 anni, originario di Casale Monferrato e residente a Torino, Giovanni Alberti, 87, di Torino, Emilio Toso, 78, di Alessandria, Bartolomeo Berello 70, di Alessandria, e Jean Michel Belleux, 62, nato a Parigi e abitante a Torino.
 Il pm Marcella Bosco sosteneva che non avessero adottato tutte le misure di prevenzione e protezione per impedire che i lavoratori si ammalassero di tumore al polmone o alla vescica. E al termine della requisitoria, conclusa il 20 luglio, aveva chiesto che venissero condannati Borella e Alberti a 5 anni, Toso a 4 anni, Berello a 3 anni, mentre aveva proposto l’assoluzione piena per Belleux che assunse un ruolo dirigenziale quando i casi di malattia e morte, oggetto del processo, si erano ormai verificati. Le parti civili avevano rimarcato la responsabilità dei dirigenti sotto accusa. I difensori Giovannandrea Anfora, Luigi Stella, Alberto Vercelli e Fulvio Simoni hanno sempre chiesto, invece, l’assoluzione sostenendo la mancanza di nesso di causalità tra l’attività professionale nella fabbrica di Spinetta e l’insorgenza di tumori.  

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