Pensioni: dal 2016 tagli per
gli uomini dell’1% e le donne lavorano 22 mesi in più
Dal 2016 gli uomini andranno in pensione 4 mesi più
tardi rispetto al 2015 e subiranno un taglio sulla pensione contributiva di
circa l’1%. Il calcolo è di Antonietta Mundo, già coordinatrice
statistico-attuariale dell’Inps, che sottolinea come per le donne si abbia un
aumento della parte di pensione calcolata con il metodo contributivo del 4% in
considerazione dell’età più elevata alla quale usciranno.
I calcoli per le dipendenti private
Nel 2013, quando sono scattati i coefficienti in
vigore fino a tutto il 2015, le donne andavano in pensione a 62 anni e 3 mesi
mentre dal 2016 saranno necessari 65 anni e 7 mesi. Quindi le dipendenti del
settore privato avranno un assegno più alto dall’anno prossimo, ma andando in
pensione 3 anni e 4 mesi più tardi rispetto al 2013 e 22 mesi dopo rispetto al
2015. “C’è un effetto positivo sull’importo”, spiega Mundo, “per le donne del
settore privato che escono per vecchiaia: la quota contributiva della pensione
si rivaluta del 4,09% rispetto al 2015 in considerazione dei 22 mesi in più cui
sono costrette ad uscire”.
Dal 1996 assegno diminuito dell’8,41%
“Per gli uomini che vanno in pensione di vecchiaia”,
prosegue l’esperta, “i quattro mesi in più di età mitigano la riduzione dei
coefficienti prevista per il 2016, ma rispetto alla vecchiaia a 66 anni e 3
mesi con i precedenti coefficienti 2013, perdono comunque lo 0,99%”. Per chi va
in pensione anticipata la variazione negativa per i trattamenti erogati in
anticipo rispetto all’età di vecchiaia è di 1,70% (uguale per uomini e donne
all’età di 62 anni). Se si considera il coefficiente riferito ai 65 anni, tra
il 1996 e il 2010 il coefficiente e di conseguenza la quota contributiva dell’assegno
è diminuito dell’8,41% mentre un calo ulteriore si ha con la revisione dei
coefficienti nel 2013 (-3,29%) e nel 2016 (-2,01%).
Le più penalizzare sono quelle nate nel 1953
Ancora a proposito di donne e pensioni, la classe di
età più penalizzata è quella delle nate nel 1953 dato che si ritroveranno a
rincorrere la pensione fino al 2020 (nel 2018, quando compiranno 65 anni e 7
mesi sarà scattato un nuovo scalino mentre nel 2019 ci sarà nuovo aumento della
speranza di vita). Per le donne nate nel 1952 invece è prevista un’eccezione
che consente a fronte di 20 anni di contributi l’uscita a 64 anni più
l’aspettativa di vita.
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