lunedì 7 dicembre 2015

7 dicembre - SULLA PELLE DEI LAVORATORI: lo scandalo dei "Corsi di Formazione alla Sicurezza sul Lavoro".... un interessante articolo



CATTIVI MAESTRI!


Più volte mi è toccato di intervenire sullo scandalo dei corsi di formazione alla sicurezza sul lavoro a partire dalle modalità di erogazione, la loro organizzazione e gestione, il rilascio di crediti formativi. Nel mirino sempre, o quasi, associazioni che vantano requisiti che spesso non hanno, millantando credito nei confronti di soggetti privi di competenza specifica. Per non parlare di soggetti formatori di dubbia professionalità, che vantano il fatto di essere "centri di formazione". Insomma tutti quelli che approfittando del mercato della formazione, ci si sono buttati a pesce sperando di far cassa. Per non parlare di quegli organismi paritetici "di comodo"  che vantano una rappresentatività  sulla base accordi e contratti di lavoro che nessuno riconosce ed applica. 


L'esposizione Ambiente-Lavoro negli ultimi anni è diventata purtroppo la vetrina privilegiata per questo tipo di organizzazioni, senza che nessuno riesca a contrastare questo indecente mercato. Servirebbe un sussulto e uno scatto d'orgoglio, ma è cosa troppo grande per chi da questo modo di fare è abituato a trarre profitto anche a fronte di un apparato legislativo, regolamentare ed amministrativo, incapace di farvi fronte. 
Oggi però non voglio riprendere i miei  interventi sul blog ma segnalare quanto hanno scritto a tal proposito Riccardo Borghetto e Sebastiano Calleri. 



Scrive Riccardo:
"Quello che sto vedendo in questi anni è veramente incredibile, e quello che è più incredibile è che non se ne parla, probabilmente perché moltissimi, associazioni di categoria e dei professionisti tra questi, hanno grossi problemi di conflitto di interessi. Organi di vigilanza e procure mi sembra non stiano facendo un efficace lavoro di prevenzione.
Cerco di elencare i casi che ho personalmente riscontrato e che mi sono stati raccontati da colleghi.

1. Corsi di formazione erogati da soggetti che non hanno i requisiti per poterlo fare.



Mi riferisco soprattutto a situazioni per le quali è necessario l’accreditamento regionale. Vi sono migliaia di centri di formazione, spesso costituiti da una singola persona docente, che essendo esclusi dalle norme di legge o accordi Stato Regioni, acquistano attestati da soggetti che possiedono tali requisiti (spesso però in una sola regione e non in tutte visto che l'accreditamento è regionale ndr). Contrattualmente si fregiano del concetto di “diretta emanazione” del centro con cui operano, che nella pratica sta a significare vendita di attestati. A mio avviso la collaborazione dovrebbe avvenire vendendo “docenza” come normalmente si fa tra un professionista e un ente di formazione. Qui accade il contrario. E’ l’ente di formazione che vende gli attestati al docente (che si fregia del titolo di direttore del centro di formazione quando non c'è nessun centro e nessuno da dirigere - ndr).
 ...........

Sempre al punto 1) ci sono altre varianti, come quello di docenti/centri di formazione senza


requisiti che comperano attestati non da associazioni ma da enti accreditati, senza che questi abbiano svolto le relative procedure deliberate dalla Regione. Per svolgere corsi sotto accreditamento infatti è necessario rispettare precise procedure definite dalla Regione.
C’è un’ulteriore variante al punto 1, ancora più incredibile, ove la vendita degli attestati viene effettuata da presunti enti datoriali o enti bilaterali non rappresentativi, costituiti da pochissimo, talvolta nascondendo interessi commerciali di aziende, anche questi sprovvisti dei requisiti di legge. Lo scrivente ha ricevuto più volte la proposta di acquisto di pacchetti di attestati a costo decrescente in funzione del numero..."

Per quanto all'intervento di Riccardo mi fermo qui, limitandomi ad indicare gli altri punti toccati nella sua denuncia: 
2. Corsi di formazione con attestazione sbagliata
3. Corsi in modalità e-learning non consentita
4. Corsi in spregio all’accordo Stato Regioni del 22/2/2012
5. Corsi mai effettuati con attestati perfetti 
6. Docenti e istruttori senza requisiti di legge
E infine l'amara conclusione: 
"Nella recente Fiera Ambiente e Lavoro di Bologna, alcuni degli stand più costosi erano proprio quelli di enti o associazioni che hanno fatto della vendita di attestati il loro business, vanificando del tutto lo spirito delle recenti norme di legge che volevano formazione di qualità erogata da pochi soggetti qualificati. Auspico una seria riflessione e un passo indietro per le associazioni, almeno quelle che pretendono di essere serie, e un atto di denuncia nei confronti di tutte le situazioni di palese violazione delle norme."

Sullo stesso tema, con una altrettanto efficace denuncia, è intervenuto Sebastiano Calleri. 


Anche il suo intervento prende le mosse dalla recente edizione bolognese di Ambiente-Lavoro. Ve ne propongo una parte. Scrive Calleri: "Si è appena chiusa a Bologna l’annuale fiera “Ambiente e lavoro”, e il tema della formazione in salute e sicurezza anche stavolta è stato al centro di molte (troppe) iniziative e discussioni. Bene ha fatto la Consulta interassociativa italiana per la prevenzione (Ciip), con una lettera documentata e circostanziata, a denunciare gli abusi o le vere e proprie illegalità che si perpetrano in questo campo a opera di operatori scorretti e fin troppo tollerati." 
....

Bene, finalmente due denunce circostanziate che segnalano situazioni "border line" quando non illegittime. 
Ecco allora uno stralcio della lettera aperta/denuncia della CIIP dal titolo: "Le criticità della formazione in materia di Salute e sicurezza sul Lavoro – sorveglianza pubblica del mercato".
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"In questi anni si è potuto constatare che si sono sviluppate ampie zone di elusione e/o evasione degli obblighi nomativi relativi alla formazione, con il frequente ricorso a soluzioni di mera apparenza, il rilascio di attestati formativi di comodo e/o al seguito di procedure meramente burocratiche e prive di contenuti reali, con docenze affidate a formatori non qualificati e la vendita di corsi in “formazione a distanza” privi dei requisiti di legge, spesso anche di contenuti pertinenti, tali da configurare vere fattispecie di truffa ai danni degli utenti. Tali anomalie hanno potuto svilupparsi proprio a causa della mancanza o della inadeguatezza dei controlli che hanno consentito il dilagare di situazioni illegali.
Il frequente e sistematico ricorso a tali metodi illeciti e inefficaci da parte di Aziende talvolta prive di scrupoli, ma più spesso in buona fede ma raggirate da operatori scorretti, comporta l’ulteriore conseguenza di rendere difficoltoso lo svolgimento delle attività di formazione di qualità da parte degli operatori qualificati, non competitivi in termini di tempi, criteri e modalità di erogazione della formazione stessa".... 

Bene, direte voi. L'ho pensato anch'io ma, per curiosità sono andato a vedere da chi è composta la CIIP e chi rappresenta. Ecco qua.
"La Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP) è una associazione nata nel

 1990 per volontà di alcune tra le più rappresentative Associazioni professionali e scientifiche che operano nei settori della medicina del lavoro, dell'igiene industriale, della prevenzione ambientale, della sicurezza del prodotto e dell'ergonomia. Si pone oggi come uno strumento per l'integrazione delle conoscenze e l'armonizzazione delle risposte alle problematiche della prevenzione e della sicurezza dei lavoratori. CIIP rappresenta circa 15000 operatori ed esperti del settore; possiede tutte le migliori competenze ed esperienze da mettere a disposizione dei professionisti associati, di tutti i lavoratori, nonché dei consumatori, del mondo delle imprese e delle istituzioni." 
...

Sono andato anche a vedere quali sono le associazioni che aderiscono e la domanda sorge spontanea:" Sono certi, quelli della CIIP, che tra i firmatari della dura reprimenda  contro i corsi taroccati, i falsi enti formatori, le scuole di formazione (1 uomo = 1 scuola), il mercato dei corsi e degli attestati...  non via siano anche associazioni aderenti alla stessa CIIP?
"Chi è senza peccato scagli la prima pietra", si potrebbe dire. Ma non temete, non verrà scagliato nessun sasso e tutto proseguirà anche per il futuro nella totale e assoluta indifferenza. 


Muglia La Furia



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