Quest’oggi voglio rendere pubblica una
storia che mi è stata raccontata sulla corriera il ventitre dicembre scorso: lo
faccio – cambiando soltanto i nomi dei protagonisti della vicenda, e non
citando la zona dove essa avviene, per tutelarli – perché il Presuntuoso
Toscano ha appena rilasciato la conferenza stampa di fine anno, durante la
quale ha magnificato i risultati ottenuti dalle sue controriforme, ed in
particolare dalla Legge sui Lavori (Jobs Act). A metà circa del percorso sale a
bordo Franco: mi riconosce immediatamente e, dopo pochi minuti di tragitto
comune, decide di rendermi edotto circa la storia di suo cugino Luigi, operaio
presso una delle tante fabbriche che sorgono nella zona. Questi, essendo stato
assunto in pianta stabile ormai da diversi anni, riceveva un trattamento
economico dignitoso: 1.400,00 Euro al mese, per quattordici mensilità, con
annesse tutte le garanzie previste dall’articolo 18 della Legge 20 maggio 1970
numero 300, meglio conosciuta come Statuto dei Lavoratori. Subito dopo
l’approvazione della schifosa norma voluta dal Bischero Fiorentino, Luigi è
stato chiamato dalla direzione dell’azienda; per evitare l’allontanamento
definitivo dal posto di lavoro, per motivi economici, il lavoratore avrebbe
dovuto accettare di essere licenziato, per essere immediatamente riassunto alle
condizioni sopraggiunte: stipendio ridotto a 900,00 Euro, e azzeramento delle
tutele di cui precedentemente godeva.
Franco mi fa notare come, molte delle tanto strombazzate “nuove assunzioni” sono state fatte in questo modo a dir poco truffaldino: se ve ne fosse stato bisogno, ecco un motivo in più per impegnarsi a fondo onde far saltare – anche attraverso lo strumento del referendum previsto per l’autunno del 2016 – quella serie di controriforme che ha sensibilmente peggiorato la qualità della vita dei lavoratori e delle famiglie.
Franco mi fa notare come, molte delle tanto strombazzate “nuove assunzioni” sono state fatte in questo modo a dir poco truffaldino: se ve ne fosse stato bisogno, ecco un motivo in più per impegnarsi a fondo onde far saltare – anche attraverso lo strumento del referendum previsto per l’autunno del 2016 – quella serie di controriforme che ha sensibilmente peggiorato la qualità della vita dei lavoratori e delle famiglie.
Genova,
30 dicembre 2015
Stefano
Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
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