Sindacato unico, Camusso:
“Concezione che esiste solo nei regimi totalitari”
La replica di Cgil, Cisl e Uil al sogno del premier:
"Una concezione che è concettualmente sbagliata perché presuppone che la
totalità di orientamenti e la rappresentanza di tutti i soggetti, anche
diversi, che vi sono nel mondo del lavoro, vengano inclusi in un pensiero
unico"
“Penso che il
tema del sindacato sia quello del sindacato unitario. Il sindacato unico
è invece una concezione che esiste solo nei regimi totalitari“. Il
segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha così replicato al
premier Matteo Renzi dai microfoni del Giornale radio Rai. “Mi piacerebbe
arrivare un giorno al sindacato unico, ad una legge sulla rappresentanza
sindacale e non più a sigle su sigle su sigle”, aveva detto il presidente del
Consiglio venerdì sera davanti alle telecamere di Bersaglio Mobile. “Una
concezione che è concettualmente sbagliata perché presuppone che la totalità di
orientamenti e la rappresentanza di tutti i soggetti, anche diversi, che vi
sono nel mondo del lavoro, vengano inclusi in un pensiero unico che non
fa parte della modernità”, secondo Camusso. “Sembra che voglia far prevalere il
modello dell’uomo solo al comando e che intenda esportare questa sua idea anche
nel mondo del lavoro e del sociale”, concorda il leader Uil, Carmelo
Barbagallo ribadendo che Renzi “dimentica, forse, che esperienze del genere
sono, nella maggior parte dei casi, in Paesi totalitari”. L’Italia non ha
bisogno di un sindacato unico ma di sindacati responsabili e riformatori“,
è stata invece la replica del leader Cisl, Annamaria Furlan: “Non serve
a niente alzare polveroni o buttare benzina sul fuoco. Piuttosto il governo si
occupi dei problemi veri” a partire da crescita e lavoro. Sindacati
responsabili e riformatori, ha in dettaglio detto Furlan, “capaci come ha fatto
sempre la Cisl nella sua storia di guidare le trasformazioni del Paese con una
linea partecipativa e non antagonistica, assumendosi le responsabilità con la
politica di concertazione e con accordi sindacali innovativi a livello
nazionale, territoriale ed aziendale. Questo è quello di cui ha bisogno il
nostro Paese”. A proposito del tema della rappresentanza sindacale, poi, “noi
abbiamo siglato un accordo insieme a Cgil e Uil e le associazioni
imprenditoriali che regola in maniera chiara sia la validazione degli accordi
sia la rappresentatività del sindacato, cosa che avviene già anche nel
settore pubblico. Non serve a niente alzare polveroni o buttare benzina sul
fuoco su questo tema. Piuttosto il Governo si occupi dei problemi veri del
Paese a cominciare dalla questione della crescita, del sostegno ai redditi più bassi
e degli investimenti per creare posti di lavoro per i giovani e dare una
prospettiva occupazionale a quanti purtroppo si trovano senza lavoro”.
La Cassazione boccia il
ricorso Usb sul 10 gennaio. Una firma obbligata
Domenica, 24
Maggio 2015
La delibera
del Consiglio Nazionale Confederale della Usb sull'accordo del 10 gennaio 2014
Roma,
23/05/2015
Il Consiglio nazionale dell'Unione Sindacale di Base,
riunito a Roma il 23 maggio 2015, a fronte della sentenza emessa dal Tribunale
di Roma che ha rigettato il ricorso legale nei confronti dell'accordo del 10
gennaio 2014 sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria e prendendo atto
della pressante richiesta di migliaia lavoratori, iscritti e delegati sindacali
USB di non abbandonare il presidio sindacale nelle fabbriche e nei posti di
lavoro, è costretto a dare formale adesione all'accordo del 10 gennaio. Da
oltre un anno infatti le liste della nostra Organizzazione sindacale vengono
sistematicamente respinte in occasione del rinnovo di ogni elezione delle RSU,
producendo conseguenze gravissime ai lavoratori interessati ed una
inaccettabile sottrazione di democrazia. Una valutazione ed una decisione per
noi pesante che viene dopo lotte e mobilitazioni contro i contenuti di
quell'accordo che continuiamo a considerare assolutamente negativo e dopo una
battaglia legale durata oltre un anno. Un accordo i cui effetti continueremo
comunque a contrastare sui posti di lavoro e in tutte le sedi che riterremo
opportune. Non cambia quindi la nostra valutazione assolutamente negativa
sull'Accordo del 10 gennaio e la sentenza del 20 maggio sembra quasi una beffa.
A 45 anni esatti da quel 20 maggio 1970 che vide la nascita dello Statuto dei
Lavoratori si consuma, con la legittimazione della Magistratura, una ulteriore
pesante sconfitta del mondo del lavoro che ci riporta indietro di decenni e che
si colloca in un riassetto autoritario della società sia a livello Italiano che
Europeo. Praticamente quasi tutti i sindacati italiani hanno aderito
all'accordo del 10 Gennaio subito dopo la sua definizione ed altre li hanno
seguiti dopo poco tempo: noi abbiamo percorso la strada della contrapposizione
sindacale e legale non tanto per l'USB, quanto per difendere tutti i
lavoratori, il Sindacato con la S maiuscola e il diritto del lavoro. Abbiamo
perso una battaglia. Costretti, a viso aperto, a sottoscrivere un accordo che
non condividiamo, ma fortemente convinti della necessità, ora ancor più
importante, di costruire un'alternativa sindacale a Cgil, Cisl e Uil,
un'alternativa sindacale che faccia dell'indipendenza, della democrazia e della
pratica del conflitto sociale, la base del proprio operato. Il consiglio
nazionale impegna quindi tutta l’organizzazione a proseguire nella battaglia
per la democrazia nei luoghi di lavoro e per pretendere dal Parlamento la
riassunzione delle proprie responsabilità politiche e prerogative legislative,
in questo caso scippate da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, e conseguentemente
emanare una legge democratica sulla rappresentanza e rappresentatività nei
luoghi di lavoro ponendo fine al monopolio della rappresentanza sindacale. Per
questi motivi il Consiglio nazionale dell'Unione Sindacale di Base conferisce
mandato all'Esecutivo nazionale di inviare, valutando tempi e modalità,
l'adesione formale all'Accordo del 10 Gennaio ed impegna l'intera
Organizzazione ad uno sforzo senza precedenti finalizzato allo sviluppo
dell’iniziativa sindacale e alla crescita del sindacato attraverso la campagna
straordinaria di adesioni ad USB, oggi obiettivo ancor più importante per la
costruzione di quella alternativa sindacale ormai indispensabile alle
lavoratrici ed ai lavoratori di questo paese.
Approvato a maggioranza (tre voti contrari)
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