mercoledì 27 maggio 2015

27 maggio - Il Pubblico Ministero del processo Michelin chiede un supplemento di indagine: "NOSTRO DOVERE FARE CHIAREZZA SULLE CAUSE DEI TUMORI"!



Il pubblico ministero al processo per lesioni e omicidio colposo contro cinque dirigenti e direttori dello stabilimento Michelin di Spinetta chiede un supplemento di indagini per accertare la presenza di amianto e per appurare l'utilizzo di una sostanza, la ortotolidina, nelle lavorazioni: “potrebbe essere stata una concausa delle malattie professionali”.


ALESSANDRIA – C'era amianto nello stabilimento Michelin di Spinetta Marengo. Il pubblico ministero Marcella Bosco, nell'udienza in cui avrebbe dovuto iniziare la sua requisitoria finale, chiede di aprire nuove indagini per accertare le cause di morte e malattie degli operai che sono parte lesa o parte civile al processo per omicidio colposo e lesioni personali contro cinque imputati, ex dirigenti della società o direttori dello stabilimento. L'amianto, ha detto, sarebbe stato utilizzato anche come isolante per le presse. Un nuovo elemento che, però, il giudice non ha voluto introdurre in un dibattimento che sta già volgendo verso il termine e che presenta già i suoi “problemi”.
Per alcune delle posizioni, infatti, è intervenuta la prescrizione, per altre sta per arrivare. “Se per le malattie c'è la prescrizione, per le morti no”, ha detto il pubblico ministero.
E' stata invece accettata la possibilità di ascoltare tre nuovi testimoni. Nell'ambito di indagini effettuate su altri stabilimenti che lavorano gomma in Piemonte, è infatti emerso come venisse usata una sostanza, la ortotolidina, considerata cancerogena. La sostanza non era stata presa in considerazione nella perizia effettuata dagli esperti chiamati dall'accusa ad esprimere una valutazione. Ne escluderebbe l'uso, invece, il perito della difesa. Se il fumo di sigaretta è da considerarsi una concausa all'insorgenza delle malattie tumorali, perchè non potrebbe esserlo anche l'ortotolidina? Il pubblico ministero chiamerà quindi sul banco dei testimoni tre tecnici di Arpa Piemonte che, in una loro relazione, avrebbero dichiarato di aver trovato tale sostanza. Nuovi elementi che fanno quindi “ripartire” la fase dibattimentale e che potrebbero ribaltare l'esito delprocesso.
E' nostro dovere – ha detto il pubblico ministro in aula – fare chiarezza. Occorre superare questa ambiguità. E' ben vero che l'ammina considerata cancerogena non venne più utilizzata a partire dal 1984 ma se fu sostituita con altre sostanze la cui combustione potrebbe essere dannosa, o essere stata dannosa, è nostro dovere capirlo”. La prossima udienza è stata fissata per lunedì 8 giugno.

26/05/2015
Irene Navaro - irene.navaro@alessandrianews.it


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