Comunicato
stampa
Palermo, 12 marzo 2014
Riprendono
le iniziative degli operai Fiat con presidio all'assessorato alle attività
produttive - Giovedì 13 marzo ore 15,30.
Una prima fase della lotta degli operai Fiat di
Termini Imerese che si sono autorganizzati al di fuori dei sindacati
confederali, e che tra le altre iniziative hanno tenuto per 40 giorni una tenda
di protesta davanti la sede della presidenza della Regione siciliana, si è conclusa.
Questi operai, infatti, nonostante percepiscano la cassa in deroga, che è stata
promessa fino a fine giugno, al contrario della maggioranza degli altri operai,
non hanno voluto aspettare, come purtroppo capita sempre più spesso,
l'"ultimo momento" per muoversi. Hanno capito, invece, che bisogna
farsi sentire, fare pressione affinché chi aveva preso impegni li mantenga e
chi deve prendere decisioni le prenda e non ci si dimentichi di questa
importante vertenza di valore nazionale. Il risultato di questa prima
fase di lotta è stato raggiunto pienamente, e cioè quello auspicato fin dalle
prime riunioni e dalla scelta delle iniziative da mettere in campo: riportare
all'attenzione di tutti gli operai interessati (ma non attivi), delle
istituzioni interessate e dell'opinione pubblica la vertenza che riguarda circa
1.200 operai. Oggi possiamo dire che grazie alle iniziative di questi operai,
dai comunicati stampa alle manifestazioni di piazza, così come l’intervento
davanti la fabbrica di Termini, hanno scatenato l'attenzione soprattutto dei
sindacati confederali, preoccupati di perdere la presa sulla vertenza, e che
per questo hanno organizzato un presidio davanti i cancelli della fabbrica e
una manifestazione a Termini, attenzione che per conseguenza ha toccato le
istituzioni e la stampa. La vertenza adesso è all'attenzione a Roma del
Ministero dello sviluppo economico, innanzi tutto, e poi dell'assessorato
regionale alle attività produttive, dei comuni del comprensorio attorno e
Termini Imerese e del Comune di Palermo. La presenza costante davanti la
sede della presidenza della Regione, in piazza Indipendenza, ha
ulteriormente fatto pressione sui dirigenti della Regione stessa a cominciare
dal presidente Crocetta che sebbene non si sia degnato di fare l'incontro
ripetutamente richiesto dagli operai, ha mandato di volta in volta i suoi
collaboratori a "calmare gli animi", facendo sapere che la vertenza
viene seguita. Questi mesi di attività, in cui gli operai hanno messo
all'ordine del giorno il loro futuro come operai e di conseguenza di quello
della fabbrica, hanno portato alcuni dirigenti a muoversi per trovare qualche
soluzione; da qui è nata la novità, dopo almeno un anno di silenzio, di alcune
aziende che sarebbero interessate alla produzione di auto elettriche. Nelle
loro riunioni, fin dall'inizio, gli operai, partendo dal problema principale, e
cioè dire basta alla cassa in deroga che non garantisce affatto il futuro che
invece è garantito solo se si riprende a lavorare in fabbrica, avevano
analizzato lo stato delle cose, a cominciare dai soldi a disposizione della
Regione, che erano già pronti prima che la Fiat decidesse di abbandonare la
produzione in questo stabilimento e che ammontano a più di 300 milioni (cifra
confermata in un incontro con gli operai direttamente dall'assessore al
bilancio, Bianchi); nel frattempo, hanno argomentato gli operai, almeno altri
200 milioni la Regione li deve recuperare se davvero vuole dare impulso alla
riattivazione della fabbrica e altri circa 500 milioni da parte di chiunque
voglia far partire la produzione e siamo a quel miliardo circa di cui si parla
in questi giorni! Anche della possibilità dello sviluppo della produzione di
auto elettriche hanno parlato gli operai (mentre lo stesso Marchionne qualche
anno addietro aveva snobbato questo tipo di produzione) perché è diventato
argomento vivo di altre case automobilistiche come la Nissan che adesso sta
investendo in Spagna per la produzione in grande stile e la stessa Fiat, adesso
Fiat-Chrysler, ha deciso di iniziare la produzione di auto ibride in Canada
nonostante il diniego momentaneo sugli incentivi del governo canadese su cui
Marchionne aveva fatto pressione. Gli operai della Fiat di Termini Imerese in
presidio per 40 giorni davanti alla sede della regione siciliana hanno ora
deciso di passare ad una nuova fase con la consapevolezza che anche la
riconferma di un nuovo periodo di cassa in deroga da giugno a dicembre, di cui
si sta vociferando in questi giorni, non sarebbe la soluzione ma solo un altro
momentaneo tampone.
Slai cobas
pe ril sindacato di classe Via g. del duca 4 Palermo 338.7708110
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