Botte e minacce al bracciante: “Non devi
lasciare la stalla”
Il giovane indiano denuncia: “Dovevo ritirare il permesso di soggiorno”
Guruseb Singh
07/10/2015
antonello giaimo
macello
La storia di Guruseb Singh è quella di un
indiano 26 enne che da marzo dello scorso anno, in una stalla di Macello, nel
pinerolese, munge due volte al giorno 120 mucche. Ha un contratto come
bracciante agricolo, vive in un container collocato davanti alla stalla, non ha
il gabinetto, deve usare quello dello stalla. E l’acqua gli arriva solo quando
non serve per le mucche. In un anno e mezzo di lavoro, 10-12 ore al giorno,
racconta di avere avuto solo un paio di giorni di riposo. Ma lui, un giovane
dal carattere mite, come quello di tutti gli indiani che in Piemonte lavorano
nelle stalle, ha sempre abbassato la testa, quei soldi, 800 euro al mese li
mandava alla sua famiglia che vive in India. Ma poi la situazione è degenerata:
«Mi trattavano in modo brusco e ostile».
Il permesso da ritirare
I rapporti si sono fatti tesi quando lui
ha saputo che in questura era arrivato il permesso di soggiorno. Voleva andare
a ritirare quel documento fondamentale per la sua permanenza in Italia, ma i
suoi datori di lavoro, i fratelli Livio e Walter Rol, continuavano a non dargli
il permesso di allontanarsi dalla stalla. «Poi - racconta il bracciante - mi
avevano promesso che mi avrebbero accompagnato in auto martedì scorso. Ma così
non è stato quel giorno si era finito di lavorare troppo tardi e gli uffici
erano ormai chiusi». E proprio martedì il giorno del tracollo. C’è una
discussione. Lui nella denuncia presentata alla Procura della Repubblica
scrive: «Alle 16, 30 mentre mi trovavo nel container, il signor Livio Rol mi presentava
due fogli bianchi e mi chiedeva, insistentemente, di apporvi una firma in
calce. Io rifiutavo di sottoscrivere un foglio in bianco e gli chiedevo le
ragioni di tale richiesta. Temevo che potesse essere utilizzato contro di me,
magari per tacitare qualunque mia pretesa legata al rapporto di lavoro».
La lite e la fuga
. La situazione - stando al racconto del
giovane indiano - sarebbe degenerata, i toni si sono alzati e dalle parole si
sarebbe passato ai maltrattamenti da parte dei sui datori di lavoro. Lui è
scappato, si è rifugiato in un maneggio poco distante, poi quanto ha incontrato
una pattuglia di carabinieri ha detto che aveva avuto una lite con i fratelli
Rol. Il giorno dopo è andato al pronto soccorso per farsi rilasciare un referto
medico affermando di essere stato colpito con una chiave inglese, ma i medici
non hanno riscontrato «tumefazioni evidenti».
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