Cari
lavoratori e lavoratrici Natuzzi,
il 14
ottobre 2015 Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil (che si fanno le pulci a
vicenda ad ogni utile occasione, ma poi firmano sempre ed unitariamente ogni
diktat padronale) hanno sottoscritto gli ennesimi sciagurati accordi con la
Natuzzi. Sciagurati in quanto questi, dando seguito a verbali stipulati in
precedenza, aggirano lo spirito e le finalità dello strumento dei Contratti di
Solidarietà, che, per l’appunto, prevedono la solidarietà tra i lavoratori
della stessa azienda, i quali rinunciano tutti a parte della spettante
retribuzione ed in cambio ottengono che nessuno venga escluso dal ciclo
produttivo.
Viceversa, lo scorso 14 ottobre, ricorrendo al già visto escamotage di sottoscrivere due distinti protocolli, è stato consentito nuovamente alla Natuzzi di continuare a sfruttare la forza lavoro che ancora le serve attraverso i CdS ed allontanando quella indesiderata. Sono, infatti, ben 370 le maestranze sulla cui pelle grava la decisione di averli spostati come pacchi postali presso uno stabilimento, quello di Ginosa per l’esattezza, che l’azienda ritiene ormai dismesso. Lavoratori!! L’USB vi invita a prendere consapevolezza che non è solamente a rischio il futuro occupazionale di quei 370 dipendenti, collocati in Cassa integrazione a zero ore per cessazione attività, ma di tutti voi, considerato che, per quante voci del vostro salario possano ancora essere decurtate, Natuzzi avrà ugualmente la convenienza a delocalizzare la produzione ove la manodopera costa meno, perché economicamente più redditizio. Contro questa deriva, è bene che rigettiate i nefasti accordi che puntualmente i cosiddetti sindacali confederali sottoscrivono, arrogandosi il diritto di rappresentarvi e riscopriate l’unica arma che avete a vostra disposizione per invertire il presente stato di cose: quella di lottare uniti e con solidarietà reciproca per costruire un piano alternativo a quello perdente del mero taglio del costo del lavoro. Da parte nostra troverete sempre la porta aperta per offrivi ogni tutela e sostegno possibile.
Viceversa, lo scorso 14 ottobre, ricorrendo al già visto escamotage di sottoscrivere due distinti protocolli, è stato consentito nuovamente alla Natuzzi di continuare a sfruttare la forza lavoro che ancora le serve attraverso i CdS ed allontanando quella indesiderata. Sono, infatti, ben 370 le maestranze sulla cui pelle grava la decisione di averli spostati come pacchi postali presso uno stabilimento, quello di Ginosa per l’esattezza, che l’azienda ritiene ormai dismesso. Lavoratori!! L’USB vi invita a prendere consapevolezza che non è solamente a rischio il futuro occupazionale di quei 370 dipendenti, collocati in Cassa integrazione a zero ore per cessazione attività, ma di tutti voi, considerato che, per quante voci del vostro salario possano ancora essere decurtate, Natuzzi avrà ugualmente la convenienza a delocalizzare la produzione ove la manodopera costa meno, perché economicamente più redditizio. Contro questa deriva, è bene che rigettiate i nefasti accordi che puntualmente i cosiddetti sindacali confederali sottoscrivono, arrogandosi il diritto di rappresentarvi e riscopriate l’unica arma che avete a vostra disposizione per invertire il presente stato di cose: quella di lottare uniti e con solidarietà reciproca per costruire un piano alternativo a quello perdente del mero taglio del costo del lavoro. Da parte nostra troverete sempre la porta aperta per offrivi ogni tutela e sostegno possibile.
UNIONE
SINDACALE DI BASE
PUGLIA
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