lunedì 9 novembre 2015

8 novembre - Sciopero e blocco all'Artoni di Cesena: l'azienda scatena i crumiri che aggrediscono delegati ADL/Cobas. Se toccano Uno Toccano Tutti.

dal comunicato ADL



Cesena – Delegata e RSA di ADL Cobas aggrediti da 6 crumiri di Artoni
nov 7, 2015

Ieri verso l’ora di pranzo durante l’iniziativa di sciopero e blocco al cantiere della Centrale Adriatica di Pievesestina è accaduto un fatto molto grave che ci restituisce il clima in cui avviene l’iniziativa sindacale nella Provincia di Forllì/Cesena. Sandra Polini – delegata ADL Cobas – e Hapa Nicolaie, RSA di Artoni, si erano da poco allontanati dal blocco di Aster Coop per andare all’Eurobar che si trova nel piazzale adiacente al magazzino. Avevamo ordinato delle pizze per il pranzo e loro si erano occupati di andarle a recuperare. All’uscita sono stati aggrediti fisicamente da 6 lavoratori/crumiri occupati presso il cantiere Artoni attraverso alcune agenzie interinali, e assunti in sostituzione dei 28 lavoratori che sono stati espulsi il 5 agosto per aver denunciato le condizioni di lavoro e di nocività del cantiere. Si è trattato di un vero e proprio agguato in stile squadrista, gli aggressori hanno visto i due delegati ADL Cobas, li hanno aspettati fuori dal bar e aggrediti. Hanno accusato Nicolae e ADL Cobas di voler rubare loro il lavoro, se avverranno i reintegri chiesti da ADL COBAS e visti i buoni risultati ottenuti fino ad ora nel tavolo di trattativa, in particolare l’ultimo che si è svolto proprio Giovedì 5 novembre presso la Prefettura di Forlì.
Quando i due delegati di ADL Cobas sono saliti in auto i 6 aggressori/crumiri hanno tentato di trascinare fuori Nicolae per picchiarlo, Sandra è stata coperta di insulti sessisti ed ha tentato in tutti i modi di difenderlo, ma inutilmente perché erano in troppi. Nessuno dei presenti è accorso in loro aiuto, nonostante fosse palese l’aggressione. Sono state fatte minacce di morte e di aggressioni ulteriori.

Crediamo che questa aggressione vada circoscritta all’interno di un clima generale che nel territorio è spinto dal ruolo delle associazioni padronali e delle forze dell’ordine che seppur in numero consistente erano presenti fuori dal cantiere della Centrale Adriatica, quando sono stati informati di quanto stava avvenendo ai danni dei due delegati, hanno risposto: “chiamate il 113!”
Le stesse forze dell’ordine che nel frattempo chiudevano gli occhi di fronte al tentato investimento del blocco da parte di un trasportatore/crumiro, ingaggiato dalla cricca di Dileo e Cucchi per creare tensione durante la legittima iniziativa di sciopero, a seguito dell’ennesimo licenziamento ai danni di un nostro tesserato e della sospensione di altri due lavoratori. Lo stesso trasportatore dopo circa un’ora ha minacciato i solidali del blocco con una spranga di ferro senza che nessuno di loro intervenisse. Segnaliamo inoltre che Giovedì 5 novembre mentre delegate e lavoratori, con la stessa auto, si dirigevano verso la Prefettura di Forlì sono stati inseguiti e fermati con un’azione plateale, lungo la strada provinciale tra Cesena e Forlimpopoli, da una volante della polizia. Non si è trattato di un normale controllo autostradale, l’intento era identificare tutti e controllare i nostri documenti. Questa ci segnala la crisi irreversibile degli spazi di agibilità democratica e lotta sindacale nel territorio di Cesena e sarà nostra cura muoverci al più presto per denunciare nelle sedi opportune e alla città tutta quanto sta avvenendo anche attraverso un’assemblea pubblica. Mentre c’è chi come ADL Cobas lotta e rivendica portando legalità e dignità nei cantieri, altri fanno di tutto – anche attraverso metodi in puro stile mafioso – per nascondere le reali condizioni di lavoro nel distretto della logistica cercando di contrastare con tutti gli strumenti possibili chi come noi lavora per l’emersione delle condizioni di Lavoro Gravemente Sfruttato che caratterizzano questo settore. Le stesse coperture omertose, spesso politiche, le stesse pratiche violente che abbiamo conosciuto anche nel distretto turistico della Costa Romagnola, quando davanti ai marciapiedi degli alberghi affrontavamo polizia, digos insieme ai mafiosi che coperti da presunte SRL utilizzavano gli alberghi per riciclare denaro, sfruttando i lavoratori e le lavoratrici senza pagarli. Continuiamo ad andare avanti a testa alta come sempre, consapevoli che quello che stiamo facendo è giusto e necessario e che abbiamo bisogno che questo movimento di solidarietà e mutualismo nella crisi nato a sostegno dei lavoratori Artoni e Aster Coop cresca e si rafforzi. Non abbiamo paura e non ci fermeranno ne le minacce dei mafiosi e dei crumiri, ne quelle della Polizia.
Massima solidarietà a Sandra e Nicolaie a cui va tutto il nostro sostegno e stima.
#maischiavi #maischiave #Freedom
ADL Cobas

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