PERCHE’
SIAMO CONTRO LA NEWCO ALL’ILVA
Sottoscrive
e raccogliete le firme sulla mozione distribuita dallo Slai Cobas
Le notizie che riportiamo sono state decise nell'incontro del 22 ottobre a
Roma al Ministero dello Sviluppo Economico, presenti il ministro Guidi, i
commissari dell’Ilva, i sindacalisti nazionali di Fim-Fiom e Uilm - che però
non hanno informato gli operai.
Primo. La
new.co verrà ancora una volta pagata dallo Stato, cioè dai contribuenti,
compresi evidentemente gli stessi lavoratori.
La nuova
società sarà costituita da capitali pubblici e privati. Per quanto riguarda i
capitali pubblici con la Cassa Depositi e Prestiti che avrà il ruolo di
protagonista, con una partecipazione fino al 60%; questo vuol dire che la
new.co verrà ancora una volta pagata dallo Stato, cioè dai contribuenti,
compresi evidentemente gli stessi lavoratori. Quindi i padroni "vecchi",
Riva, si è messo puliti i suoi profitti, fatti sullo sfruttamento e il sangue,
in tasca, o meglio nei paradisi fiscali; e i potenziali padroni nuovi si
trovano una grande fabbrica a pochi soldi - come fu nel 1995 per Riva.
Per i capitali privati, si parla di banche, industriali dell'acciaio, investitori privati che dovrebbero mettere l’altro 40%; ma le banche si riprenderanno i soldi investiti con tutti gli interessi, mentre per i privati, è tuttora un terno a lotto: o la cosa deve essere per loro molto conveniente, o non possono e/o non vogliono.
Per i capitali privati, si parla di banche, industriali dell'acciaio, investitori privati che dovrebbero mettere l’altro 40%; ma le banche si riprenderanno i soldi investiti con tutti gli interessi, mentre per i privati, è tuttora un terno a lotto: o la cosa deve essere per loro molto conveniente, o non possono e/o non vogliono.
Secondo.
Perchè il piano di risamento e i fondi non sono credibili.
Si dice che
la nuova società amministrerà l’Ilva per 24-36 mesi. Ma in questi due o tre
anni l'Ilva dovrebbe: completare il risanamento ambientale, chiudere la partita
dei lavori dell’autorizzazione Aia, e quindi riprendere la produzione con un
portafogli clienti che ritorni a puntare sull’acciaio italiano, risolvendo il
grosso indebitamento che fa perdere oggi 50mln al mese.
Ma per tutto questo i soldi sarebbero sempre e solo i famosi 1,2 miliardi dei Riva che stanno sempre nella cassaforte svizzera. Quindi che in realtà non ci sono. Gli 800 milioni dati dal governo sono solo un prestito, su garanzia dello Stato, ma che poi dovrà restituire. Fermo restando che non bastano assolutamente per fare un'effettiva opera di risanamento che non sia solo di facciata. Mentre, non dimentichiamo, all'Ilva anche le attrezzature di lavoro ordinarie non servono più e mancano anche i più ordinari ricambi. Così per i 150 milioni trovati per la gestione corrente, compresi i pagamenti degli stipendi agli operai, siamo di fronte ad un gioco da truffa: l'Ilva dovrebbe scontare in anticipo fatture, e per il magazzino l'idea è di aprire una linea di credito dando "in pegno" quanto nello stesso magazzino è presente - cioè niente, di economicamente consistente.
Gli stessi commissari dicono che il pareggio dei conti non potrà arrivare mai comunque prima del 2017 - in una situazione tra l'altro di sovrapproduzione europea, e in cui l’acciaio ha raggiunto i prezzi più bassi del decennio. E sono gli stessi padroni dell'acciaio, per voce del presidente della Federacciai, Gozzi, a non fidarsi: "non c'è un credibile piano industriale" - dicono, e aggiungono "Risanare l'Ilva è una missione difficile. Impossibile per chi non ha competenze di acciaio" - riferendosi chiaramente ai tre commissari che stanno apportando una sciagura nella sciagura.
Terzo. La newco porta esuberi dei lavoratori
Ma per tutto questo i soldi sarebbero sempre e solo i famosi 1,2 miliardi dei Riva che stanno sempre nella cassaforte svizzera. Quindi che in realtà non ci sono. Gli 800 milioni dati dal governo sono solo un prestito, su garanzia dello Stato, ma che poi dovrà restituire. Fermo restando che non bastano assolutamente per fare un'effettiva opera di risanamento che non sia solo di facciata. Mentre, non dimentichiamo, all'Ilva anche le attrezzature di lavoro ordinarie non servono più e mancano anche i più ordinari ricambi. Così per i 150 milioni trovati per la gestione corrente, compresi i pagamenti degli stipendi agli operai, siamo di fronte ad un gioco da truffa: l'Ilva dovrebbe scontare in anticipo fatture, e per il magazzino l'idea è di aprire una linea di credito dando "in pegno" quanto nello stesso magazzino è presente - cioè niente, di economicamente consistente.
Gli stessi commissari dicono che il pareggio dei conti non potrà arrivare mai comunque prima del 2017 - in una situazione tra l'altro di sovrapproduzione europea, e in cui l’acciaio ha raggiunto i prezzi più bassi del decennio. E sono gli stessi padroni dell'acciaio, per voce del presidente della Federacciai, Gozzi, a non fidarsi: "non c'è un credibile piano industriale" - dicono, e aggiungono "Risanare l'Ilva è una missione difficile. Impossibile per chi non ha competenze di acciaio" - riferendosi chiaramente ai tre commissari che stanno apportando una sciagura nella sciagura.
Terzo. La newco porta esuberi dei lavoratori
La new.co
"una volta costituita riceverà in affitto gli impianti industriali con
cessione di ramo, per cui il core business sarà pulito dall'indebitamento
finanziario". Questa è la parte più pericolosa per gli operai. Quando si
parla della newco si parla contemporaneamente di una Bad company: vale a dire
una società in cui accollare tutti i debiti, i risarcimenti, e... gli esuberi
di operai, con cifre oscillanti tra i 4000 e i 5000 tagli di posti di lavoro.
Questo è già successo nel '95, quando si regalò la fabbrica a Riva.
Quarto. I
contratti dei lavoratori della newco ripartiranno da zero
Alla Fiat lo
hanno già fatto, e questa è la linea di tutto il padronato e del governo Renzi
con il jobs act. I lavoratori che passerebbero nella newco potrebbero perdere
tutti i diritti acquisiti, il livello, l'anzianità, e trovarsi, come se fossero
alla prima occupazione, con la mannaia del jobs act, del contratto a tutele
crescenti e la cancellazione dell'art. 18.
NOI INVECE
VOGLIAMO CHE:
- nessun
operaio deve andare a casa, salari e diritti non si toccano,
- gli operai dei reparti da risanare devono essere impiegati nella messa a norma di impianti,
- la prima messa a norma è garantire la sicurezza e la salute degli operai, anche istituendo
una postazione fissa ispettiva in fabbrica
- gli operai dei reparti da risanare devono essere impiegati nella messa a norma di impianti,
- la prima messa a norma è garantire la sicurezza e la salute degli operai, anche istituendo
una postazione fissa ispettiva in fabbrica
- in una
fabbrica nociva come l'Ilva 25 anni bastano, con estensione a tutti dei
benefici pensionistici.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
SLAI COBAS per il sindacato di classe
via Rintone,
22 Taranto (vicino ple Bestat) lun. e mart. ore 17,30/19,30)
tel.
3475301704 - slaicobasta@gmail.com - blog tarantocontro
Le firme
raccolte vanno consegnate allo slai cobas alle portinerie o alla sede. E’
possibile richiedere modulo per raccolta e/o mandare nominativo e matricola per
email a slaicobasta@gmail.com
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