Il Tar apre il forno di Fenice
ai rifiuti di altre regioni
ai rifiuti di altre regioni
di Pino Perciante
POTENZA - Il Tar torna ad esprimersi sul
termovalorizzatore di Melfi. E ancora una volta dà ragione a Fenice congelando
l’efficacia della sospensione disposta dalla Regione all’iter per
l’autorizzazione a incenerire nel forno a griglia dell’impianto rifiuti urbani
con recupero di energia («R1»). La discussione nel merito è stata fissata per
il 22 giugno dell’anno prossimo. Con un'altra ordinanza il tribunale
amministrativo regionale ha invece disposto un supplemento istruttorio
chiedendo al Ministero dell’Ambiente ulteriore documentazione per valutare
l’incremento del carico della spazzatura autorizzata. La trattazione di questa
vicenda proseguirà nella camera di consiglio fissata per il 13 gennaio
prossimo. Il massimo di rifiuti attualmente consentito è di 30 mila tonnellate
all’anno che la società Rendina Ambiente vorrebbe portare a 39 mila. Con la
prima ordinanza il Tar ha ritenuto che il provvedimento di sospensione adottato
dalla Regione difetta di alcuni presupposti, vale a dire non sono indicate «né
le gravi ragioni che lo motivano, né un termine certo di durata della
sospensione». Per il sindaco di Melfi, Livio Valvano, non è una sorpresa: «Ce
l’aspettavamo - commenta - ma la considero una vittoria di Pirro perché mi
aspetto un provvedimento di autotutela da parte della Regione». Sulle prime la
Regione aveva detto sì all’inceneritore per il recupero di energia, ma poi, su
richiesta del primo cittadino di Melfi, era ritornata sui propri passi e il 19
maggio scorso aveva bloccato tutto. Contro questa decisione la società Rendina
Ambiente è ricorsa al Tar che ha sospeso il provvedimento della Regione, in
attesa della decisione di merito. «Autorizzando l’incenerimento per il recupero
di energie, i rifiuti possono provenire anche da fuori regione e per questo ci
siamo opposti - spiega Valvano -. Non è pensabile che un inceneritore che ha
già inquinato possa addirittura ingrandirsi».
Valvano, e anche gli
ambientalisti, sembrano più preoccupati dalla seconda ordinanza. In breve, come
prevede la legge sblocca Italia del governo Renzi, per gli inceneritori che
producono energia (come quello di Melfi) è possibile richiedere
l’autorizzazione per aumentare il carico di rifiuti autorizzati. «Non si tratta
di un contenzioso su un settore o un’attività di impresa che opera liberamente
sul mercato ma di un servizio pubblico - afferma Valvano - motivo per cui
auspico che prevalgano le prerogative di programmazione della Regione rispetto
al diritto di impresa che in questo settore non può considerarsi totalmente
libero».
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