Roar: licenziamento collettivo
(m.t.) - Licenziati. Tutti! Triste vigilia di vacanze estive
per i lavoratori della ROAR Legnano. In giornata, infatti, sono arrivate ai
dipendenti le lettere che annuncianno il temuto licenziamento
collettivo. Senza ammortizzatori sociali e, dopo la regolare indennita’
sostitutiva del preavviso regolarmente riconosciuta, partira’ per i dipendenti
l’indennita’ di disoccupazione NASpi per la durata massima di 24
mesi. "Speriamo
- scrivono alla stampa i rappresentanti dell'azienda legnanese - ,
perche’ no’, di potervi dare notizie piu’ confortanti sul prossimo futuro ora
fatto solo di possibili ” nuovi scenari” di acquisizione e relativa
ricollocazione dei lavoratori che rimarranno e che potrebbero aprirsi
speriamo “nel breve” come scritto direttamente alle Istituzioni". Intanto,
di seguito, la lettera inviata sempre oggi al sindaco di Legnano Alberto
Centinaio e alla Regione Lombardia.
La Beretta va all'asta, i 62
operai di Desio sperano nel salvataggio
Scadenze
fissate fra il 22 settembre e il 14 ottobre
di Alessandro
Crisafulli
Desio, 24 agosto 2015 - È il
momento della verità per la Beretta di Desio. E per i suoi 62
operai. Nei giorni scorsi infatti sono arrivate a casa dei
lavoratori le annunciate e attese lettere di licenziamento, a partire
dal 1 novembre. Ma è stato anche emesso l’avviso di vendita all’asta
dell’azienda, da parte del tribunale di Benevento: il passaggio che
potrebbe significare l’attesa rinascita, visto che ci sarebbero degli operatori
del settore pronti a formulare l’offerta per rilevare il sito produttivo e,
almeno in parte, le sue maestranze. L’ufficio fallimenti del tribunale di
Benevento, in esecuzione dell’ordinanza emessa dal giudice Michele Monteleone,
ha già stabilito date, cifre ed eventuali ribassi. La prima asta è
fissata per il 22 settembre: il prezzo base di acquisto è di 6,1 milioni
di euro. In caso di asta deserta, si riproverà il 30 settembre, con la
cifra che scenderà a 4,5 milioni.
Se nessuno si farà avanti, ecco la terza
chance, in programma il 14 ottobre, a quota 3,4 milioni. In ogni caso, chi si
farà avanti dovrà versare una cauzione di un decimo della cifra totale. L'asta
riguarda il sito produttivo di via Oslavia e tutti i beni e macchinari
all’interno, come da inventario. L’avviso parla chiaro, «il complesso aziendale
verrà consegnato all’aggiudicatario non prima del 1 novembre, privo di tutta la
forza lavoro, avendo già provveduto la curatela all’intimazione dei
licenziamenti e tutte le maestranze dal 1 novembre». Le speranze di lavoratori
e sindacati, che da tempo stanno seguendo passo dopo passo la delicata
questione, e sono ottimisti sul salvataggio, sono che l’azienda «top secret» che
fin qui aveva mostrato interesse passi alle vie di fatto. Riassumendo
poi almeno la maggior parte degli attuali dipendenti. «Adesso è il momento
decisivo – dice il sindaco Roberto Corti, che non ha mancato di stare vicino ai
lavoratori e cercare spiragli per un futuro positivo -. Di positivo c’è che
Audi, il cliente principale, ha confermato la disponibilità a sostenere il sito.
Ci sono quindi tutti i presupposti perchè non chiuda e perchè la maggior parte
delle maestranze possa essere riassunta. Questo sarà oggetto di trattativa. Ora
speriamo davvero che arrivi qualcuno che possa rilanciare un’azienda
importante, che da anni ormai viaggia con le ali tarpate per le peripezie
societarie». Si attende quindi un autunno molto caldo per la storica officina
meccanica di Desio, una azienda fallita praticamente due volte e che da
quasi 30 mesi va avanti, con l’esercizio provvisorio, grazie alla ferrea
determinazione dei dipendenti – che hanno fatto grossi sacrifici pur di
salvaguardare il posto – e dei sindacati, che le stanno provando davvero tutte,
in sinergia con il Comune. La sopravvivenza è stata fin qui garantita grazie ad
Audi, che continua a richiedere delle commesse all’azienda desiana, che si
occupa dello stampaggio di lamiere per il settore automotive.
alessandro.crisafulli@ilgiorno.net
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