Ass. Ital. Esposti Amianto <aiea.mi@tiscali.it>
Date: 17 agosto 2015 11:28
Oggetto: AIEA:Amianto in Lombardia
Un aggiornamento sulla situazione in Lombardia saluti Fulvio
Date: 17 agosto 2015 11:28
Oggetto: AIEA:Amianto in Lombardia
Un aggiornamento sulla situazione in Lombardia saluti Fulvio
Amianto, in
Lombardia ancora 3 milioni di metri cubi da smaltire. Consulente: “Incognita
per lo smaltimento”
L’attuale Piano regionale aveva stabilito le linee
guida “per arrivare all'eliminazione entro il 2015" del materiale da tutti
"gli ambienti di vita e di lavoro". La data sarà disattesa e col
nuovo documento, spiega a il Fatto.it il dottor Edoardo Bai, "si rischia
di ripercorrere la stessa strada: lo stoccaggio in ex cave trasformate in
discariche". Intanto nella regione c'è la maggior incidenza di casi di
mesotelioma pleurico maligno. In Lombardia, a tutt’oggi, non è chiaro
che fine faranno i quasi 3 milioni di metri cubi di amianto che ancora
devono essere bonificati. L’attuale Piano regionale amianto della Lombardia
(Pral), datato 2005, aveva stabilito le linee guida “per arrivare
all’eliminazione entro il 2015 dell’amianto presente negli ambienti di
vita e di lavoro”. Quella data sarà naturalmente disattesa, per cui ci si
aspetta che un nuovo Piano veda la luce, con una data più in là a meno che Regione
Lombardia non voglia considerarsi inadempiente rispetto a termini da lei
stessa fissati. D’altro canto, il Pral stabiliva che tutti gli anni fosse
scritta una relazione “contente dati statistici, sulla presenza residua di
amianto nelle strutture e sui progetti di bonifica in corso e realizzati”. Ma
l’ultima è del 2013, poi più niente. Il dottor Edoardo Bai, chiamato
spesso da pm, giudici e avvocati a fare il perito nei casi di avvelenamento da
amianto, ha avuto modo di avere qualche anticipazione sul nuovo Piano regionale
amianto, presente nei cassetti di Regione e si dice pronto per essere
approvato. “Ma l’anello debole rimane” dice Bai, che spiega: “Non si sa come e
dove smaltire l’amianto che è da bonificare e la via che rischia di
essere percorsa è sempre la stessa, quella dello stoccaggio in ex cave
trasformate in discariche. Ma la partita è tutta in salita – termina Bai –
perché non c’è alcuna certezza sui siti che potranno essere messi a
disposizione”.
Stando all’ultima relazione annuale, tutta la Lombardia è
servita da appena tre discariche per un totale di nemmeno 600 mila metri
cubi utili. E il primo paradosso è che tra quei siti viene ancora citata la
discarica Cavenord di Cappella Cantone, in provincia di Cremona,
un impianto prima sottoposto a sequestro giudiziario (perché
svelò il sistema corruttivo che coinvolte l’ex vicepresidente del
Consiglio regionale, Franco Nicoli Cristiani) poi bocciato dal Consiglio di
stato, che nel gennaio scorso ha stabilito l’illegittimità della delibera che
autorizzava il conferimento del pericoloso minerale. Sul fronte delle
discariche, del resto, ci si trova spesso di fronte a situazioni bloccate da
lunghissimi ricorsi o azioni contrarie, svolte da comitati, associazioni
ambientaliste ma anche da politici. Contro la discarica Solter, nel
milanese, altro sito presente nella relazione 2013, s’è scagliato niente meno
che un assessore della Giunta Maroni ed ex parlamentare della Lega Nord, Massimo
Garavaglia. Questi fu per ben 10 anni (dal 1999 al 2009) sindaco di
Marcallo con Casone, centro che in linea d’aria dista meno di una decina di
chilometri da Busto Garolfo e da Casorezzo, tra i quali avrebbe dovuto sorgere
una discarica da oltre 600 mila metri cubi. Ma l’assessore alla partita, quello
all’ambiente, Claudia Maria Terzi (sempre Lega Nord), ha già rassicurato
l’ex senatore che nella prossima relazione quel sito sarà depennato. Quindi,
non solo comitati di cittadini malati del complesso del “not in my backyard”
(ovvero, “ovunque ma non nel mio giardino”) si battono contro lo stoccaggio in
piena campagna dell’amianto rimosso da tetti, case e capannoni. Del resto
questi gruppi non sembrano essere favoriti dagli eventi e dalla burocrazia. Gli
abitanti di Treviglio (Bergamo) che hanno fatto ricorso al Tar contro la
Via (Valutazione di impatto ambientale) di Regione Lombardia favorevole
all’apertura di una discarica dalle loro parti da 212 mila metri cubi, si sono
visti dare torto dal Tribunale amministrativo di Brescia, che ha stabilito che
bisognerà leggere l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) “perché – scrive
il Tar – le impugnazioni contro il giudizio di Via favorevole non possono
limitarsi a lamentare profili di incompletezza dell’istruttoria o figure
simili, essendo evidente che l’istruttoria non è ancora conclusa”. Giuseppe
Villani, consigliere regionale in quota Pd, membro della Commissione
ambiente di Regione Lombardia e originario della provincia di Pavia, si batte
invece contro un mostro da oltre 600mila metri cubi in comune di Ferrera
Erbognone, un piccolo centro pavese. E così la maggior parte dell’amianto
lombardo prende la via della Germania, dove viene conferito in discarica
al costo di 110, 120 euro al metro cubo. “Un salasso” commenta Villani, che
aggiunge: “E’ tutto un problema economico. Ecco perché in Regione si era
stabilito di costituire un ‘fondo di solidarietà’ da mettere a
disposizione di quei privati proprietari degli oltre 140 mila edifici che presentano
ancora parti in amianto, e che dovrebbero fare dei lavori per bonificare. Ma
questo fondo – termina Villani – non è mai stato finanziato”. Una nota positiva
che arriva dalle anticipazioni del nuovo Pral, è il completo finanziamento
della bonifica della Fibronit di Broni, sempre in provincia di Pavia, un
caso del tutto simile a quello della Eternit di Casale Monferrato ma in
chiave lombarda. Nel frattempo la Lombardia – come conferma il dottor Bai – è
la regione italiana a maggior incidenza di casi di mesotelioma pleurico
maligno. Dal 2000 al 2013 si sono ammalate in tutto 8.145 persone, la metà
di loro è deceduta. Il 50,7 per cento dei malati lavorava in contesti in
cui l’amianto era presente, ma del 23,7 per cento non si sa l’origine della malattia.
L’amianto in Lombardia rimane un grave pericolo e la politica è in ritardo.
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