ELECTROLUX: LAVORO "LIBERO" E
"VOLONTARIO"...
In realtà sono
stati meno di 100 gli operai dell'Electrolux che sono andati a lavorare a
Ferragosto. Ma il problema non è certo di fare la morale. La questione sta
sempre nei rapporti di forza tra operai e padrone.
E gli operai
dell'Electrolux per dover difendere il lavoro hanno già perso sulle condizioni
di questo lavoro, hanno dovuto accettare accordi che già concedono flessibilità
all'azienda.
I sindacati
confederali si lamentano SOLO perchè l'azienda si è rivolta direttamente ai
lavoratori e questo lavoro di ferragosto non è passato per un altro accordo
sindacale (che ci sarebbe sicuramente stato). Ma la realtà è che il sindacato,
come organizzazione di difesa degli operai non c'è stato prima e non c'è ora; o
meglio, come ha dichiarato offeso il segretario nazionale della Uilm,
Palombella, il sindacato ha fatto molto per l'azienda: "abbiamo accettato
la solidarietà e i sabati di lavoro. Per questo non c'era necessità di evitare
il confronto con i sindacati per mettere in piedi un turno di lavoro nel giorno
di Ferragosto".
O come ha detto
più esplicitamente la Fim: "Abbiamo fatto la solidarietà, abbiamo firmato
straordinari per tutti i sabati di giugno, luglio e agosto, si sarebbe potuto
discutere anche di Ferragosto». O come ha detto stupito Elio Boldo, segretario
della Fiom di Treviso: l'azienda vuole forzare la mano "a sindacati che
hanno firmato accordi per il lavoro straordinario anche nella festa del Santo
Patrono» "Che bisogno c'era", quindi, di scavalcare i sindacati? Ma
come - continua ancora la Fiom - abbiamo accettato tutti gli accordi sulla
flessibilità: se Ikea aumenta gli ordini per i nostri frigoriferi vuol dire che
stiamo lavorando bene. E nonostante questo l’azienda ha scelto di scavalcarci...».
Qualche
lavoratore cerca di metterla anche su una decisione volontaria, non obbligata,
"sulla libertà di essere qui", sull'opportunità di approfittare di
questo momento in cui c'è richiesta di lavoro, ecc., ma il problema è che
quando i rapporti di forza sono dalla parte del padrone, questi prima si prende
la mano, dopo il braccio, e dopo... E l'unica verità che resta è quella
che dice un operaio immigrato: “Bisogna produrre, non c’è altro da dire e da
fare".
RIPORTIAMO ALCUNI STRALCI DI QUANTO ABBIAMO SCRITTO SULLA VICENDA ELECTROLUX IN QUETO BLOG AI PRIMI DEL 2014. Per non dimenticare come siamo giunti alla situazione di oggi
RIPORTIAMO ALCUNI STRALCI DI QUANTO ABBIAMO SCRITTO SULLA VICENDA ELECTROLUX IN QUETO BLOG AI PRIMI DEL 2014. Per non dimenticare come siamo giunti alla situazione di oggi
"...l'Electrolux ha preso atto che
la minaccia dei giorni scorsi, di chiudere Porcia, ridimensionare fortemente la
produzione di Susegana e tagliare di circa il 50% il salario dei lavoratori, ha
ottenuto l'effetto voluto. Ha impaurito tutti, ha messo alle strette il
governo. E ora si può permettere di passare ai fatti veri. "Sono in via di
preparazione vari strumenti che consentiranno di alleggerire il costo del
lavoro. Quasi certamente sarà rifinanziata la legge 236/93 che all'articolo 5
prevede che le aziende che riducono l'orario di lavoro di oltre il 20%
(Electrolux punta su 6 ore, quindi più del 20%) beneficiano di un taglio della
contribuzione previdenziale e assistenziale del 25-30%. Potrebbero però entrare
in gioco anche incentivi, interventi di supporto alla riduzione del costo del
prodotto, in particolare delle lavabiancheria, oltre ad aiuti europei e il taglio
dell'Irap e dell'Irpef regionale promesso dal governatore del Friuli Debora
Serracchiani"... "...Electrolux punta «soprattutto sulla
decontribuzione della solidarietà come via maestra e come misura implementabile
efficacemente e velocemente»... "...l'Electrolux, prima di presentare il
piano industriale nuovo e limitandosi solo alle parole, ora passa ad un'altra
minaccia, pretendendo «che a partire da lunedì 10 febbraio tutte le attività di
blocco delle merci e prodotto finito siano interrotte». "...Taglio dei salari e aumento della produttività: così la
multinazionale svedese Electrolux vuole salvaguardare e rilanciare i suoi
profitti mangiando da entrambe le mani: sia in maniera immediata e diretta con
un taglio secco dei salari (attraverso blocco dei pagamenti delle festività,
dei premi, degli scatti di anzianità, ecc.) riducendo la parte di capitale
destinata a retribuire la forza-lavoro, sia intensificando l'attività
lavorativa, attraverso la flessibilità, aumento dei ritmi produttivi,
riduzione delle pause. Quindi una sintesi della scienza/furbizia dei padroni:
sfruttare al massimo la forza-lavoro e pagarla il meno possibile... "Moderazione
salariale e flessibilità in cambio della garanzia dei posti di lavoro...
...La proposta, che punta a fare di Pordenone un laboratorio per la nuova competitività industriale, prevede di assorbire nei futuri aumenti nazionali i superminimi (ad eccezione di quelli per merito) e le indennità fisse ante-1993, eliminando per i neo-assunti gli importi previsti dalla contrattazione territoriale o aziendale. Per le aziende in crisi che si impegnano a mantenere l'occupazione, o per quelle in crescita... si ipotizza anche la sospensione dei premi di risultato e delle altre maggiorazioni aziendali".
Ma non gli basta neanche questa via per difendere e aumentare i loro profitti. Al taglio dei salari puntano ad aggiungere anche l'aumento della produttività: " ...l'ipotesi è limitare le pause a quelle previste dal contratto nazionale, prevedere recuperi più "lunghi" (entro 60 giorni) per le prestazioni eccedenti le 40 ore settimanali, spostare alla domenica le festività del santo patrono locale e del 2 giugno, monetizzare le ferie eccedenti le quattro settimane, consentire assunzioni "acausali" a tempo determinato fino a 24 mesi. Flessibilità maggiore anche nell'inquadramento, con la possibilità per l'impresa di utilizzare il lavoratore fino al 30% del monte ore per mansioni di livello inferiore o superiore, senza che questo provochi cause per demansionamento o diritti al passaggio al livello più alto....".
Vale a dire allungare il tempo di lavoro degli operai, cioè allungare il pluslavoro, il tempo in cui gli operai lavorano gratis per il capitale. Se a questo poi ci aggiungiamo la flessibilità per usare di più e più intensamente gli operai senza cacciare una lira in più, arriviamo al top della "scienza" dei padroni per sfruttare al massimo la forza-lavoro, e pagarla il meno possibile...
...La proposta, che punta a fare di Pordenone un laboratorio per la nuova competitività industriale, prevede di assorbire nei futuri aumenti nazionali i superminimi (ad eccezione di quelli per merito) e le indennità fisse ante-1993, eliminando per i neo-assunti gli importi previsti dalla contrattazione territoriale o aziendale. Per le aziende in crisi che si impegnano a mantenere l'occupazione, o per quelle in crescita... si ipotizza anche la sospensione dei premi di risultato e delle altre maggiorazioni aziendali".
Ma non gli basta neanche questa via per difendere e aumentare i loro profitti. Al taglio dei salari puntano ad aggiungere anche l'aumento della produttività: " ...l'ipotesi è limitare le pause a quelle previste dal contratto nazionale, prevedere recuperi più "lunghi" (entro 60 giorni) per le prestazioni eccedenti le 40 ore settimanali, spostare alla domenica le festività del santo patrono locale e del 2 giugno, monetizzare le ferie eccedenti le quattro settimane, consentire assunzioni "acausali" a tempo determinato fino a 24 mesi. Flessibilità maggiore anche nell'inquadramento, con la possibilità per l'impresa di utilizzare il lavoratore fino al 30% del monte ore per mansioni di livello inferiore o superiore, senza che questo provochi cause per demansionamento o diritti al passaggio al livello più alto....".
Vale a dire allungare il tempo di lavoro degli operai, cioè allungare il pluslavoro, il tempo in cui gli operai lavorano gratis per il capitale. Se a questo poi ci aggiungiamo la flessibilità per usare di più e più intensamente gli operai senza cacciare una lira in più, arriviamo al top della "scienza" dei padroni per sfruttare al massimo la forza-lavoro, e pagarla il meno possibile...
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