USI UNIONE SINDACALE ITALIANA
Confederazione sindacale nazionale autorganizzata,
autogestita, indipendente fondata nel 1912
(aderente alla RETE NAZIONALE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E SUI TERRITORI
(aderente alla RETE NAZIONALE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E SUI TERRITORI
sito nazionale www.usiait.com (it);
8 AGOSTO 1956 - 8 AGOSTO 2015, sono passati 59 anni,
dalla la strage sul lavoro nella miniera di MARCINELLE in Belgio.
262 morti, di cui 136 di emigrati italiani, nel
linguaggio locale, a metà tra francese e dialetto, la strage fu chiamata
"La catastròfa".
Un incendio scoppiato a quota 975 della miniera, nel
distretto carbonifero di Charleroi, 262 morti a causa di un incidente banale,
UCCISI SUL LAVORO soprattutto dalla "premeditata" imprevidenza, dalla
mancanza delle elementari misure di protezione (anche all’epoca da
rispettarsi), dalla disorganizzazione. Uno degli eventi luttuosi
dell'immigrazione italiana all'estero, in virtù di accordi tra il Governo belga
e quello italiano, forza lavoro e braccia in cambio di quote di carbone per la
"ripresa italica" dopo la seconda guerra mondiale. Per molti anni,
nessuno Presidente della Repubblica Italiana, nessun esponente di Governi, si
recò sul luogo della strage di Marcinelle, nè si impegnò a sostegno delle
vittime e dei familiari, nessun intervento istituzionale, durante l'inchiesta
che fu aperta successivamente a questo disastro sul lavoro, con una giustizia
inerte di fronte a questo "massacro annunciato". Eppure la sola
rievocazione del fatto, non dovrebbe lasciare insensibii coloro che oggi, in
Italia come nella "civile" Unione Europea con tante direttive sulla
salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, parla di "flussi
programmati" e di "integrazione", o di "invasione",
quando si riferisce al fenomeno dell'immigrazione, come se fosse già
dimenticato quello che subirono i nostri antenati, bisnonni, nonni, colleghi e
colleghe anche oggi...emigrati e immigrati nei Paesi "ricchi e sviluppati"
per uscire dalla quotidiana miseria e alla ricerca di un destino e di un
futuro migliore, spesso pagato a caro prezzo di vite umane, come a Marcinelle,
come oggi nel Mediterraneo.
Così come, ci si dimentica che in Italia,
nonostante la crisi le tante cassaintegrazioni, mobiità, licenziamenti
collettivi, precariato e tanto lavoro sommerso e "al nero", che
quantifica in diminuzione la forza lavoro codificata e quindi riduce
sensibilmente, con un gioco di prestigio anche il numero ACCERTATO DI MORTI SUL
LAVORO e… DA LAVORO, rispetto solo a qualche anno fa, l'Italia rimane pur
sempre un PAESE DOVE LA SALUTE E' CONSIDERATA COME UNA MERCE E LA SICUREZZA NON
SOLO SUI LUOGHI DI LAVORO MA SUI TERRITORI, E' VISTA DA PADRONI E GOVERNANTI
COME "UN COSTO" DA RIDURRE PER MANTENERE, IN REGIME DI "CRISI
PERMANENTE", UN MARGINE PUR MINIMO DI PROFITTO E UNA BUONA OCCASIONE PER
LUCROSE SPECULAZIONI FINANZIARIE.
Non è vero che le politiche di AUSTERITA’ sono
sviluppate perché ci sta una carenza di risorse o di “ricchezza sociale
prodotta”, anche questa crisi (che mette in crisi i valori di solidarietà,
giustizia sociale, i diritti generalizzati e quelli di cittadinanza, per una
cultura e un sapere critico e collettivo) dimostra CHE VI E’UNO
SQUILIBRIO FORTISSIMO PERCHE’ NON VI E’ UNA DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA,
perché i ricchi diventano sempre più ricchi (e potenti) e aumenta a dismisura
l’impoverimento generale delle classi lavoratrici e dei settori sfruttati, dove
per mantenere i profitti, anche nei paesi capitalisticamente avanzati, si
riducono investimenti per la sicurezza dei territori e dei luoghi di lavoro e
la salute è considerata oramai un costo e una merce.
Noi non dimentichiamo, non scordiamo Marcinelle e la
lezione che ci ha lasciato,
come non scordiamo la Thyssenkrupp,
l'Umbria Olii, Molfetta, Trani, Ravenna, Genova,
L'Ilva di Taranto, Marghera, Monfalcone, Palermo...
Viareggio e tante altre.
NOI NON DIMENTICHIAMO, PERCHE' CHI NON HA MEMORIA NON
HA UN FUTURO E NONOSTANTE TUTTO E’ ANCORA DISPOSTO A LOTTARE COLLETTIVAMENTE, AD
ESSERE SOLIDALI, A CONTRASTARE LA BARBARIE RAZZISTA COME LO SFRUTTAMENTO DELLE
PERSONE SUL LAVORO ...
PERCHE’ CI BATTIAMO PER “UN ALTRO FUTURO...POUR UN AUTRE FUTUR” VA RICOSTRUITA UNA RETE INTERNAZIONALE CHE COLLEGHI LE LOTTE, COSTRUISCA PERCORSI DI SOLIDARIETA’ CONCRETA E PROGETTI UNA NUOVA SOCIETA’, UN NUOVO ASSETTO ECONOMICO, UN ALTRO MODELLO DI SVILUPPO, per superare quello oggi dominante.
VA RICOSTRUITA UNA RETE INTERNAZIONALE CHE
COLLEGHI LE LOTTE, COSTRUISCA PERCORSI DI SOLIDARIETA’ CONCRETA E PROGETTI UNA
NUOVA SOCIETA’, UN NUOVO ASSETTO ECONOMICO, UN ALTRO MODELLO DI SVILUPPO, per
superare quello oggi dominante.
8 AGOSTO 1956 - 8 AGOSTO 2015.
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