Un'altro studio scientifico conferma la natura maligna
dello sfruttamento
Lo stress da lavoro fa male. E’ ancora una ricerca britannica pubblicata su
'Lancet' a confermarlo.Accumulare ore alla scrivania può avere un impatto
dannoso sulla salute. E basta lavorare un'ora più del dovuto ogni giorno per
veder salire del 10% il rischio di incappare in un ictus nei successivi otto
anni e mezzo. Naturalmente il pericolo si impenna per gli stakanovisti:
lavorare 55 ore o più a settimana porta il pericolo ad aumentare di un terzo.
Inoltre chi passa più tempo a lavorare è anche più incline a sviluppare una
cardiopatia. Una cattiva notizia innanzitutto per i cardiologi britannici, che
secondo il 'Telegraph' in media passano 61,5 ore al proprio posto. Si ritiene che lo stress prolungato da lavoro possa scatenare alterazioni
biologiche nell'organismo che, nel tempo, finiscano per aprire la strada a
patologie anche molto insidiose, come spiega spiega Mika Kivimaki
dell'University College London. Gli studiosi hanno esaminato 25 studi su oltre
600 mila persone in Europa, Usa e Australia, seguite in media per 8,5 anni.
L'aumento del rischio per i super-lavoratori è stato confermato, anche tenendo
conto di fattori come fumo, consumo di alcolici e poca attività fisica. Tutti elementi
che spesso accompagnano i lavori più stressanti. Inoltre più a lungo si lavora,
maggiore è il pericolo ictus. In particolare, secondo la ricerca le persone che
lavorano tra 41 e 48 ore a settimana presentano un +10% del pericolo rispetto a
quelle che si limitano all'orario standard. Dato che sale al 27% se si sta alla
scrivania tra le 49 e le 54 ore. Superare le 55 ore a settimana, invece,
comporterebbe un aumento del 33% del pericolo. Per Mike Knapton della British Heart Foundation "questa ricerca mostra
un'associazione tra le troppe ore di lavoro e l'aumento del pericolo di ictus e
cardiopatie. E' plausibile che possa esserci una relazione causale"
all'origine del fenomeno, "anche se questa non è dimostrata nello studio.
La ricerca comunque - conclude - evidenzia l'importanza che i medici facciano
particolare attenzione ai fattori di rischio cardiovascolare quando parlano a
pazienti che lavorano molto".
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