SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS!
“LETTERE DAL FRONTE” DEL 25/08/15
Invio a seguire e/o in allegato le “Lettere
dal fronte”, cioè una raccolta di mail o messaggi in rete che, tra i tanti che
ricevo, hanno come tema comune la tutela della salute e della sicurezza dei
lavoratori e dei cittadini e la tutela del diritto e della dignità del lavoro.
Il mio vuole essere un contributo a
diffondere commenti, iniziative, appelli relativamente ai temi del diritto a un
lavoro dignitoso, sicuro e salubre.
Invito tutti i compagni e gli amici della
mia mailing list che riceveranno queste notizie a diffonderle in tutti i modi.
Marco Spezia
ingegnere e tecnico della salute e della
sicurezza sul lavoro
Medicina Democratica
Progetto “Sicurezza sul lavoro: Know Your
Rights!”
e-mail: sp-mail@libero.it
Web Medicina Democratica: http://www.medicinademocratica.org/wp/?cat=210
INDICE
Grillo Giuseppe grillo@macchinistiuniti.it
SUL PRONTO SOCCORSO IN AMBITO FERROVIARIO
Carlo Soricelli soricarlo49@gmail.com
CALANO I MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO IN
EMILIA ROMAGNA, MA AUMENTANO NEL RESTO DEL PAESE
Carlo Marzio carlo.marzio@libero.it
SI RIBALTA CAMION DELLA SPAZZATURA: UN
MORTO E UN FERITO GRAVE
Movimento Legnano informazioneinmovimentolegnano@gmail.com
INVIO URGENTE PER FIRMA ON LINE DELLA
PETIZIONE NO SBLOCCA ITALIA
Associazione Italiana Esposti Amianto aiea.mi@tiscali.it
SITUAZIONE AMIANTO IN LOMBARDIA
Maria Nanni mariananni1@gmail.com
E’ MORTO ANTONIO, OPERAIO SERFER DI SPEZIA
Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it
LA TASSA DEI RIFIUTI AUMENTA MA PEGGIORANO
LE NOSTRE RETRIBUZIONI
Paola Armellini tramite mail@change.org
SICUREZZA PER GLI OPERAI DEGLI SPETTACOLI
LIVE: MAI PIU’ MORTI SOTTO I PALCHI!
Gian Luca Garetti glucagaretti@gmail.com
LE DIECI COSE DA SAPERE SUL NUOVO
INCENERITORE DI FIRENZE
Assemblea Lavoratori Autoconvocati assemblealavoratori@libero.it
RIDUZIONE DEL SALARIO, FISCO, CARITA’:
L'AGENDA NEOLIBERALE DEL GOVERNO RENZI
Felice Dileo felicedileo@libero.it
RESPINGIAMO INSIEME LA “PROPOSTA INDECENTE”
DELLA BRIDGESTONE
Carlo Soricelli soricarlo49@gmail.com
INTERVISTA AL TELEGIONALE DELL’EMILIA
ROMAGNA
Celestino Panizza cele.panizza@gmail.com
BRESCIA 26 SETTEMBRE: CONVEGNO CAMBIAMENTO
CLIMATICO E SALUTE
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From: Grillo Giuseppe grillo@macchinistiuniti.it
To:
Sent: Wednesday, August 19, 2015 1:06 AM
Subject: SUL PRONTO SOCCORSO IN AMBITO FERROVIARIO
Da anni gli RLS dei macchinisti pongono le
seguenti domande.
L’esigenza di avere un unico macchinista
alla condotta del treno è dettata dalla necessità di avere più concorrenza? Di
dare alle Imprese Ferroviarie, sia pubbliche che private, più competitività? Le
regole della concorrenza e della competitività possono “forzare” diritti
inalienabili e indisponibili?
Qui non si tratta di essere i custodi del
Tempio, di difendere privilegi inesistenti. Si tratta dell'inalienabile Diritto
alla salute di ogni "macchinista solo" durante l’attività lavorativa
che, nella fattispecie, diventa inevitabilmente un diritto collettivo.
Notizie importanti provenienti dalla
Savoia......
"Chi dice la Verità, prima o poi verrà
scoperto".
Oscar Wilde
"Ero un combattente che non ha avuto
fortuna nella lotta immediata, e i combattenti non possono e non devono essere
compianti quando essi hanno lottato non perché costretti, ma perché così essi
stessi hanno voluto consapevolmente".
Antonio Gramsci
P.S.
I sindacati che hanno avallato siffatta
"organizzazione del lavoro" tramite accordo/CCNL non hanno alcuna
responsabilità, se non penale, almeno etico/morale? Hanno difeso/tutelato la
salute e la sicurezza dei macchinisti Unici/Soli?
Dubbi, solo dubbi...
Buona Vita a nome di tutti gli RLS dei
macchinisti.
Giuseppe Grillo
Macchinista 58 enne che conduce treni da
quasi 34 anni...
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From: Carlo Soricelli soricarlo49@gmail.com
To:
Sent: Wednesday, August 19, 2015 8:59 AM
Subject: CALANO I MORTI PER INFORTUNI SUL
LAVORO IN EMILIA ROMAGNA, MA AUMENTANO NEL RESTO DEL PAESE
Migliora la situazione delle morti sui
luoghi di lavoro in Emilia Romagna, ma peggiora nel resto del Paese: in Italia
del 4,5% rispetto al 17 agosto del 2014 e dell'8,8% rispetto allo stesso giorno
del 2008.
Altro che "cali favolosi", mai
tanti morti per infortuni sul lavoro in Italia in questi ultimi otto anni.
Questo è quello che dirò ai giornalisti del
TG3 Emilia Romagna che m’intervisteranno domani. Così vorrei fare comprendere
ai dirigenti di questa Regione che le mie posizioni non sono mai state faziose,
ma si sono sempre basate su dati reali e non truccati e tirati dove fa più
comodo, quando ho criticato la Regione l'ho fatto sempre con l'intenzione di
provocare una reazione per un maggiore impegno su questo fronte...C'è un
miglioramento netto in Emilia Romagna? Ne sono felice...
A oggi sono morti in Emilia Romagna sui
luoghi di lavoro 24 lavoratori di cui uno in dubbio in provincia di Ferrara che
è morto per una ferita lacero contusa, ma la morte potrebbe essere stata
causata da un malore.
Nel 2014 in Emilia Romagna sono morti
complessivamente sui luoghi di lavoro 53 lavoratori, ma ben 37 fino al 17
agosto del 2014, un calo importante del 35,5%.
Nel 2014 ben 22 sono stati i morti
schiacciati dal trattore, a oggi sono “solo” 7 dall’inizio dell’anno.
E’ la provincia di Bologna che ha un
peggioramento sul 2014, con ben 6 morti, contro i 5 dell’intero 2014, 3 sono i
morti schiacciati dal trattore anche quest’anno in questa provincia.
Migliorato l’andamento nell’industria e qui
si fa sentire la forza del sindacati e anche di larga parte degli industriali
che hanno a cuore anche la salute e la sicurezza di chi lavora. Un morto
nell’artigianato meccanico in provincia di Ravenna e un manutentore di una
ditta ceramica, ma era un esterno.
Ed è qui che bisogna aprile gli occhi, fare
verifiche approfondite sulla professionalità degli artigiani a cui viene
appaltato il lavoro. L'appello è rivolto agli industriali e ai sindacati. Chi
muore per infortunio, muore nella ditta appaltatrice e spesso alcune grandi
aziende si "sputtanano" proprio per questi mancati controlli sugli
appalti.
Sono due gli stranieri morti sui luoghi di
lavoro nella nostra Regione.
Complessivamente in Italia i morti sui
luoghi di lavoro il 17 agosto del 2014 erano 400 contro i 418 di oggi:
registriamo quindi un aumento del 4,6%. Erano 386 il 17 agosto del 2008,
abbiamo quindi un aumento del 8,8% su quell’anno.
Chi parla di cali delle morti per infortuni
sul lavoro in questi anni in Italia o non sa quello che dice e scrive, o è in
malafede, per motivi che non sta certo a me scoprire, ma che sono facilmente
intuibili. Occorre ricordare ancora una volta che l’INAIL monitora solo i
propri assicurati e in tantissimi di questi tempi non lo sono.
Occorre sempre ricordare che sulle strade e
in itinere ne muoiono tutti gli anni più che sui luoghi di lavoro. Lo Stato
considera giustamente morti sul lavoro anche questi lavoratori.
18 agosto 2015
Carlo Soricelli
Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro
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From: Carlo Marzio carlo.marzio@libero.it
To:
Sent: Wednesday, August 19, 2015 9:24 AM
Subject: SI RIBALTA CAMION DELLA
SPAZZATURA: UN MORTO E UN FERITO GRAVE
Da Il Tirreno
17 Agosto 2015
A Ponteginori Strada Provinciale 68 chiusa
per consentire i soccorsi. Il mezzo era al lavoro per il Comune di
Guardistallo.
Un morto e un ferito grave sulle strade
della Valdicecina. Un'altra tragedia della strada e sul lavoro. La vittima è
Andrea Masotti, 58 anni, dipendente del Comune di Guardistallo (per cui
lavorava), mentre il ferito, Giovanni Cecchetti, risiede a Bibbona e ha 54
anni.
L'incidente è avvenuto lunedì 17 agosto,
poco prima delle 9, sulla Strada Provinciale 68 a Ponteginori, nel Comune di
Montecatini Valdicecina.
Secondo una prima ricostruzione dei
carabinieri, intervenuti per i rilievi, un camion per la raccolta
dell'immondizia, per cause ancora in corso di accertamento, si è capovolto
mentre era in servizio. Il mezzo per la raccolta dei rifiuti solidi urbani è di
proprietà del Comune di Guarsidtallo, di cui Masotti e Cecchetti sono appunto
dipendenti.
I due addetti alla raccolta dei rifiuti
sarebbero stati sbalzati fuori dall'abitacolo, uno di loro, il conducente, è
rimasto schiacciato. Sul posto anche le ambulanze del 118, ma, viste le
condizioni dei feriti, sono state fatte intervenire due eliambulanze per il
trasporto all'ospedale di Pisa. Solo uno dei feriti però è stato trasportato.
Il ribaltamento del camion è avvenuto nei pressi
dell'agriturismo San Federico, all'altezza del kilometro 21 della strada
provinciale 68, che è stata chiusa in entrambi i sensi di marcia per permettere
le operazioni di soccorso e di sgombero della carreggiata dal mezzo pesante.
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From: Movimento Legnano informazioneinmovimentolegnano@gmail.com
To:
Sent: Wednesday, August 19, 2015 11:24 AM
Subject: INVIO URGENTE PER FIRMA ON LINE
DELLA PETIZIONE NO SBLOCCA ITALIA
Cari amici,
sono a chiedervi il vostro pieno e urgente
sostegno a FIRMARE E FAR FIRMARE la Petizione online CONTRO il Decreto
Attuativo dello Sblocca Italia di cui avrete letto anche il nostro comunicato,
che comunque riporto a seguire, insieme al link del catastrofico Decreto
Attuativo del ministro Galletti e di Renzi che arriva anche a commissariare le
Regioni in caso di parere contrastante o negativo!!!
Il messaggio che ho mandato stamattina di
RILANCIO della firme è il seguente.
LA NOSTRA SALUTE NON E' IN VENDITA.
MA ORA SERVE UN GRANDE SFORZO DI TUTTI,
NONOSTANTE FERRAGOSTO
Intanto un bel GRAZIE DI CUORE a voi quasi
700 amici che si sono prodigati nonostante Ferragosto per mandare una segnale
forte e chiaro: LA NOSTRA SALUTE NON E' IN VENDITA NE' AL GOVERNO NE' ALLE
MULTIUTILITY che lucrano su Rifiuti, Acqua, Energia.
CONTINUATE COSI, cercando di inviare questo
messaggio a tutti i vostri amici su Facebook di
testimoniare con la FIRMA che sono con noi
in questa prima fase di una BATTAGLIA EPOCALE.
Una battaglia che ci vedrà insieme al
PRESIDIO NAZIONALE di ROMA del 9 Settembre alle ore 10 in piazza di
Montecitorio per gridare insieme NO INCENERITORI, NO DISCARICHE, SI AL
RIUTILIZZO, SI AL RICICLO.
QUESTO E' IL LINK PER COLLEGARSI A
CHANGE.ORG E FIRMARE
APPELLO del MOVIMENTO LEGGE RIFIUTI ZERO
A tutti i cittadini, comitati ed
associazioni promotrici della Legge di Iniziativa Popolare Rifiuti Zero.
Ai comitati ed associazioni aderenti ai
Movimenti per la difesa dell’Ambiente e Beni Comuni.
La fase attuale vede l'affermazione della
nostra proposta di Legge di Iniziativa Popolare “Legge Rifiuti Zero” come un
punto avanzato in Italia e in Europa, un paradigma che inizia ad essere
condiviso anche in soggetti politici e pezzi di imprenditoria imprevisti,
sollevando questi aspetti anche la necessità di mantenere una forte identità di
un Movimento popolare e indipendente da qualsiasi sigla o partito politico e da
qualsiasi lobby industriale, ma restando aperto al confronto con chiunque
condivida i nostri principi con coerenza e non soltanto in funzione
strumentale.
Abbiamo presentato recentemente a Bruxelles
la nostra visione del nuovo paradigma dell'ECONOMIA CIRCOLARE, insieme al
Movimento Territorio Zero di Jeremy Rifkin, una visione che è stata ripresa ed
inserita nella CARTA del Movimento approvata sabato 4 luglio 2015 a Firenze, e
rappresenta un passaggio cruciale per il Movimento Legge Rifiuti Zero. Una
evoluzione che punta a estendere i propri attuali confini alla sinergia
operativa con altri Comitati e Associazioni sia locali che nazionali attivi per
le tematiche Rifiuti, Energia, Cibo in una visione olistica generale partendo
dai contributi specifici che ogni Movimento darà sul tema specifico ad una
importante e generale Rivoluzione culturale - industriale - istituzionale.
L’emergenza attuale è però determinata oggi
dall’attacco frontale del governo Renzi a qualsiasi concreta ipotesi di
ECONOMIA CIRCOLARE, che prevede il Riutilizzo, Riciclo, Recupero di materia
partendo dal necessario superamento della distruzione di materia con
l’incenerimento di rifiuti e con il sotterramento in megadiscariche di rifiuti.
Questa tecnologia nociva, e oggi di fatto
obsoleta in Europa, viene anzi rilanciata da una Bozza di Decreto attuativo
della Legge 133/2014 detta “SBLOCCA ITALIA” che non solo conferma la
riclassificazione degli 85 inceneritori di rifiuti esistenti da smaltimento a
“recupero di energia”, MA RIMETTE IN CAMPO SEI INCENERITORI MOLTO CONTESTATI
(come quelli di Malagrotta e Albano nel Lazio e altri) ED INOLTRE PREVEDE ALTRI
DODICI NUOVI INCENERITORI PER ULTERIORI 2,5 MILIONI DI TONNENNATE ANNUE
DISTRIBUITI SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE, CHE OGGETTIVAMENTE SERVIRANNO A
FAVORIRE I BILANCI DELLE SOLITE GRANDI MULTIUTILITY E DI POCHI GRUPPI
INDUSTRIALI.
Gli inceneritori di rifiuti sono impianti
costosissimi posti a carico della collettività oltre ad essere energeticamente
inefficienti, ma lucrosissimi per le grandi Multiutility che gestiscono già
oggi catene di impianti in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e per
industriali da tempo interessati al “business” di questa industria “nociva e
drogata” come il Gruppo Cerroni o il Gruppo Marcegaglia.
Gli inceneritori di rifiuti impattano
pesantemente con l’ambiente a causa delle emissioni in atmosfera (con
diffusione a centinaia di chilometri dal sito stesso) di tonnellate di composti
chimici nocivi come diossine, furani, metalli pesanti che causano patologie
cancerogene e vari danni alla salute delle popolazioni circostanti come
dimostrato da una ormai consolidata letteratura scientifica sia a livello
nazionale che internazionale.
A fronte degli obiettivi dichiarati nel
Decreto di “evitare il ricorso allo smaltimento in discarica”, è doveroso
sottolineare che gli inceneritori di rifiuti non sono affatto alternativi alle
discariche in quanto le ceneri e scorie di combustione e le ceneri volanti dei
filtri debbono essere inviate a discariche di rifiuti speciali pericolosi per
quantità variabili sino al 25% dei rifiuti totali inceneriti, a seconda della
tecnologia usata. Pertanto la proposta di decreto include implicitamente
l'apertura di nuove discariche per le ceneri generate dai futuri inceneritori,
a differenza di quanto falsamente viene dichiarato nel Decreto stesso.
La riclassificazione da impianti di
smaltimento (D10) a impianti di recupero energia (R1) e la loro “promozione” da
industrie insalubri a “insediamenti strategici di preminente interesse
nazionale ai fini della tutela della salute e dell’ambiente” è assolutamente
fuorviante, dato che la loro esistenza ha minato e mina i fondamenti della
gerarchia nella gestione dei rifiuti che punta al riutilizzo, al riciclo e al
recupero di materia in funzione della nuova filiera di Economia Circolare.
Inoltre tale riclassificazione, oltre far
decadere i principi di autosufficienza e prossimità (minima movimentazione dal
luogo di produzione dei rifiuti stessi) e l’obbligo di smaltimento all’interno
del territorio regionale, aumenterà pesantemente gli impatti e i rischi
ambientali derivanti dal trasporto dei rifiuti verso e dagli stessi impianti di
incenerimento (fase compresa nella gestione dei rifiuti) confermando la direzione
opposta ai principi della Direttiva che mira a conseguire la minimizzazione
degli effetti ambientali negativi derivanti dalla gestione dei rifiuti.
I siti individuati quali “insediamenti
strategici di preminente interesse nazionale” per tali impianti verrebbero
inoltre sottratti alle competenze regionali, con l’adozione possibile di misure
di accesso speciali pari a quelle dei siti militari.
LANCIAMO PERTANTO COME MOVIMENTO LEGGE
RIFIUTI ZERO UN APPELLO URGENTE A TUTTI I FIRMATARI DELLA LEGGE STESSA A
SOSTENERE E RILANCIARE LA MOBILITAZIONE GENERALE A PARTIRE DAL PRESIDIO DI ROMA
DEL 9 SETTEMBRE, in concomitanza con la Conferenza Stato-Regioni, ATTRAVERSO
UNA CAMPAGNA DI PRESSING CONTRO QUESTO DECRETO PORCATA da fare su sindaci e
presidenti di Regione oltre a tutti i partiti presenti in Parlamento.
Su questo terreno riteniamo sarà possibile
trovare forme di alleanza sia all’interno del variegato mondo del Movimento sui
rifiuti che con tutti i Movimenti per la difesa dell’ambiente, dalle mancate
bonifiche alle nuove trivellazioni in terra ed in mare che la pessima legge
133/2014 detta “Sblocca Italia” ha messo insieme.
Segreteria nazionale Movimento Legge
Rifiuti Zero
Riporto al seguente link il testo integrale
dello schema di Decreto Attuativo con i relativi allegati, conteggi e
previsioni per le varie Regioni ( più lo leggo, più inorridisco):
Massimo PIRAS
Presidente ZERO WASTE LAZIO
Fiumicino, 13 ago 2015
340 37 19 350
Per contatti ed adesioni al Presidio di
Roma: leggerifiutizero@gmail.com
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From: Associazione Italiana Esposti Amianto
aiea.mi@tiscali.it
To:
Sent: Wednesday, August 19, 2015 11:28 AM
Subject: SITUAZIONE AMIANTO IN LOMBARDIA
Un aggiornamento sulla situazione in
Lombardia saluti
Fulvio
AMIANTO, IN LOMBARDIA ANCORA 3 MILIONI DI
METRI CUBI DA SMALTIRE
CONSULENTE: “INCOGNITA PER LO SMALTIMENTO”
L’attuale Piano regionale aveva stabilito
le linee guida “per arrivare all'eliminazione entro il 2015" del materiale
da tutti "gli ambienti di vita e di lavoro". La data sarà disattesa e
col nuovo documento, spiega a Il Fatto.it il dottor Edoardo Bai, "si
rischia di ripercorrere la stessa strada: lo stoccaggio in ex cave trasformate
in discariche". Intanto nella regione c'è la maggior incidenza di casi di
mesotelioma pleurico maligno.
In Lombardia, a tutt’oggi, non è chiaro che
fine faranno i quasi 3 milioni di metri cubi di amianto che ancora devono
essere bonificati. L’attuale Piano Regionale Amianto della Lombardia (PRAL),
datato 2005, aveva stabilito le linee guida “per arrivare all’eliminazione
entro il 2015 dell’amianto presente negli ambienti di vita e di lavoro”.
Quella data sarà naturalmente disattesa,
per cui ci si aspetta che un nuovo Piano veda la luce, con una data più in là a
meno che Regione Lombardia non voglia considerarsi inadempiente rispetto a
termini da lei stessa fissati. D’altro canto, il PRAL stabiliva che tutti gli
anni fosse scritta una relazione “contente dati statistici, sulla presenza
residua di amianto nelle strutture e sui progetti di bonifica in corso e
realizzati”. Ma l’ultima è del 2013, poi più niente.
Il dottor Edoardo Bai, chiamato spesso da
pubblici ministeri, giudici e avvocati a fare il perito nei casi di
avvelenamento da amianto, ha avuto modo di avere qualche anticipazione sul
nuovo Piano Regionale Amianto, presente nei cassetti di Regione e si dice
pronto per essere approvato.
“Ma l’anello debole rimane” - dice Bai, che
spiega - “Non si sa come e dove smaltire l’amianto che è da bonificare e la via
che rischia di essere percorsa è sempre la stessa, quella dello stoccaggio in
ex cave trasformate in discariche. Ma la partita è tutta in salita” - termina
Bai – “perché non c’è alcuna certezza sui siti che potranno essere messi a
disposizione”.
Stando all’ultima relazione annuale, tutta
la Lombardia è servita da appena tre discariche per un totale di nemmeno 600
mila metri cubi utili. E il primo paradosso è che tra quei siti viene ancora
citata la discarica Cavenord di Cappella Cantone, in provincia di Cremona, un
impianto prima sottoposto a sequestro giudiziario (perché svelò il sistema
corruttivo che coinvolse l’ex vicepresidente del Consiglio regionale, Franco
Nicoli Cristiani) poi bocciato dal Consiglio di Stato, che nel gennaio scorso
ha stabilito l’illegittimità della delibera che autorizzava il conferimento del
pericoloso minerale.
Sul fronte delle discariche, del resto, ci
si trova spesso di fronte a situazioni bloccate da lunghissimi ricorsi o azioni
contrarie, svolte da comitati, associazioni ambientaliste ma anche da politici.
Contro la discarica Solter, nel milanese, altro sito presente nella relazione
2013, s’è scagliato niente meno che un assessore della Giunta Maroni ed ex
parlamentare della Lega Nord, Massimo Garavaglia. Questi fu per ben 10 anni
(dal 1999 al 2009) sindaco di Marcallo con Casone, centro che in linea d’aria
dista meno di una decina di chilometri da Busto Garolfo e da Casorezzo, tra i
quali avrebbe dovuto sorgere una discarica da oltre 600 mila metri cubi. Ma
l’assessore alla partita, quello all’ambiente, Claudia Maria Terzi (sempre Lega
Nord), ha già rassicurato l’ex senatore che nella prossima relazione quel sito
sarà depennato.
Quindi, non solo comitati di cittadini
malati del complesso del “not in mybackyard” (ovvero, “ovunque, ma non nel mio
giardino”) si battono contro lo stoccaggio in piena campagna dell’amianto
rimosso da tetti, case e capannoni. Del resto questi gruppi non sembrano essere
favoriti dagli eventi e dalla burocrazia. Gli abitanti di Treviglio (Bergamo)
che hanno fatto ricorso al TAR contro la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale)
di Regione Lombardia favorevole all’apertura di una discarica dalle loro parti
da 212 mila metri cubi, si sono visti dare torto dal Tribunale amministrativo
di Brescia, che ha stabilito che bisognerà leggere l’AIA (Autorizzazione
Integrata Ambientale) “perché” - scrive il TAR – “le impugnazioni contro il
giudizio di VIA favorevole non possono limitarsi a lamentare profili di
incompletezza dell’istruttoria o figure simili, essendo evidente che
l’istruttoria non è ancora conclusa”.
Giuseppe Villani, consigliere regionale in
quota PD, membro della Commissione Ambiente di Regione Lombardia e originario
della provincia di Pavia, si batte invece contro un mostro da oltre 600.000
metri cubi in comune di Ferrera Erbognone, un piccolo centro pavese. E così la
maggior parte dell’amianto lombardo prende la via della Germania, dove viene
conferito in discarica al costo di 110, 120 euro al metro cubo.
“Un salasso” - commenta Villani, che
aggiunge - “E’ tutto un problema economico. Ecco perché in Regione si era
stabilito di costituire un fondo di solidarietà da mettere a disposizione di
quei privati proprietari degli oltre 140 mila edifici che presentano ancora
parti in amianto, e che dovrebbero fare dei lavori per bonificare. Ma questo
fondo” - termina Villani – “non è mai stato finanziato”.
Una nota positiva che arriva dalle
anticipazioni del nuovo PRAL, è il completo finanziamento della bonifica della
Fibronit di Broni, sempre in provincia di Pavia, un caso del tutto simile a
quello della Eternit di Casale Monferrato, ma in chiave lombarda.
Nel frattempo la Lombardia, come conferma
il dottor Bai, è la regione italiana a maggior incidenza di casi di mesotelioma
pleurico maligno. Dal 2000 al 2013 si sono ammalate in tutto 8.145 persone, la
metà di loro è deceduta. Il 50,7 per cento dei malati lavorava in contesti in
cui l’amianto era presente, ma del 23,7 per cento non si sa l’origine della
malattia. L’amianto in Lombardia rimane un grave pericolo e la politica è in
ritardo.
Fabio Abati
14 agosto 2015
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From: Maria Nanni mariananni1@gmail.com
To:
Sent: Wednesday, August 19, 2015 3:53 PM
Subject: E’ MORTO ANTONIO, OPERAIO SERFER
DI SPEZIA
Da Il Secolo XiX
18 agosto 2015
di Sondra Coggio
SPEZIA: E’ MORTO L'OPERAIO FERITO IN PORTO
E’ morto l'operaio di 28 anni rimasto
gravemente ferito in porto la notte fra il 4 e il 5 agosto, mentre stava
lavorando al molo Fornelli.
Il giovane era un manovratore del cantiere
di manovra. Era rimasto schiacciato fra il respingente di fine binario, e un
treno.
Le lesioni interne erano apparse subito
gravissime. Era stato operato, e sottoposto a una delicata terapia. I medici
non avevano mai sciolto la prognosi. La fibra forte del ragazzo, aveva
consentito di sperare nel miracolo: ma la situazione iniziale era fortemente
compromessa. Nella notte, il quadro è precipitato.
Si è tentato anche un trasferimento
urgente, in elicottero, a un centro specializzato. Non c'è stato niente da
fare.
La notizia ha suscitato sgomento.
Nonostante si sapesse che Antonio era in condizioni delicate, si sperava che
potesse farcela.
Era ricoverato nel reparto di rianimazione,
sotto costante monitoraggio.
Questa mattina la gelida notizia e lo
sconcerto dei colleghi.
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From: Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it
To:
Sent: Wednesday, August 19, 2015 11:28 PM
Subject: LA TASSA DEI RIFIUTI AUMENTA MA
PEGGIORANO LE NOSTRE RETRIBUZIONI
In 5 anni, dal 2010 al 2015, la tassa dei
rifiuti è aumenta del 25%. fatti due conti (dati Confederazione Generale
Italiana dell'Artigianato), una famiglia di 3 persone con abitazione media
dovrà pagare quasi 300 euro.
I rincari per gli esercizi commerciali
parrebbero essere assai maggiori e il pagamento della TARI è ormai divenuta una
tassa sempre più onerosa.
A tale proposito vedi:
La TARI in parte va agli enti locali che
nel corso degli anni hanno progressivamente esternalizzato i servizi a
vantaggio delle cooperative e di aziende che applicano contratti sfavorevoli.
Il carico di lavoro è decisamente
aumentato, basterebbe guardare la raccolta porta a porta: nel corso di pochi
anni un operatore ha subito aumento delle movimentazione dei carichi, spesso
opera da solo e non più in coppia, le attività che hanno ripercussioni negative
sull'apparato muscoloscheletrico sono quasi raddoppiate.
Aumentano le tasse, aumentano i carichi di
lavoro, proliferano gli appalti che applicano contratti più svantaggiosi,
aumentano le malattie professionali, siano esse riconosciute no, insomma che
succede?
Intanto la produzione di rifiuti per abitante è
diminuita, la CGIA spiega che se nel 2007 ogni cittadino italiano ne
“produceva” quasi 557 kg, nel 2013 (ultimo dato disponibile) la quantità è
scesa a poco più di 491 kg per abitante.
Anche la raccolta differenziata è in
crescita e di questo non possiamo che rallegrarci, soprattutto se la filiera
dei riciclo viene rispettata fino in fondo con minore impatto per un ambiente
che per decenni è stato devastato da inceneritori e discariche cancerogene.
Come ci spieghiamo allora tutti questi dati?
I continui appalti e subappalti non sono
convenienti per i cittadini e per gli stessi lavoratori: nonostante abbiano
contratto ai minimi termini il costo del lavoro determinando salari inferiori i
servizi esternalizzati rappresentano un costo maggiore per la cittadinanza. Chi
ci guadagna? Di sicuro non i lavoratori.
Si producono meno rifiuti ma la filiera del
riciclo non vede ancora svilupparsi una industria pubblica sul modello di
alcune grandi città occidentali, anzi il business della industrializzazione è
sempre più nelle mani dei privati che ci lucrano sopra. Eppure basterebbe poco,
per esempio investire un po' dei soldi della cassa depositi e prestiti per
organizzare una autentica filiera del riciclo a gestione pubblica promuovendo
occupazione e salari non da fame.
Cambiando l’organizzazione della raccolta
di rifiuti non si è tenuto conto dei maggiori carichi di lavoro, in certi casi
i carichi, gli orari, le turnazioni sono insostenibili. Aumentano gli
infortuni, le patologie, le prescrizioni, ma il subappalto continua
imperterrito, si lavora in condizioni peggiori e aumentano le tasse a carico di
esercizi commerciali e cittadini.
Chi ci guadagna allora?
Di sicuro non i lavoratori e le
lavoratrici!
Le privatizzazioni nell'igiene ambientale
hanno abbassato i salari e aumentato le tasse. Ancora sicuri che siano
necessarie?
Cobas Lavoro Privato
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From: Paola Armellini tramite mail@change.org
To:
Sent: Thursday, August 20, 2015 5:11 PM
Subject: SICUREZZA PER GLI OPERAI DEGLI
SPETTACOLI LIVE: MAI PIU’ MORTI SOTTO I PALCHI!
PERCHE’ MATTEO E’ MORTO?
Tutti si chiedono come sia successo. Noi,
invece, vogliamo sapere le cause.
Perché un Comune, sciolto nel 2012, può
utilizzare un palazzo dello sport, mai collaudato, derogando alla normativa che
ne vieta l’uso?
Perché non si è trovata traccia di
comunicazioni sul massimo del peso che quel pavimento sopraelevato poteva
sopportare?
Perché un progettista può procedere senza
le necessarie informazioni su dove il palco sarà costruito? Con l’aggravante
che progettista e fornitore delle strutture erano gli stessi che avevano
operato a Trieste.
Perché non c’è stata alcuna collaborazione
tra Coordinatore per la Sicurezza in fase di Progettazione e Progettista (come
previsto dall’Allegato XV del D. Lgs.81/08)?
Perché si faccia tanta fatica a considerare
committenti dei lavori l’agenzia dell’artista?
Perché un lavoratore dello spettacolo che
ha smontato un palco ad Ancona durante la notte, può dover ricominciare poche
ore dopo a Reggio Calabria?
Perché i tecnici specializzati che
realizzano palchi e impianti eccezionali sono ancora definiti “operai”, negando
la loro specifica professionalità?
Perché tutti fanno finta di non sapere che le
cooperative sono spesso solo un sistema per scaricare i Service dei lavoratori
che operano per loro conto?
Perché, infine, un imputato che si proclama
innocente continua ad offrire soldi alle parti civili che dovrebbero essere
risarcite dal colpevole?
Noi vogliamo dare un nome ai responsabili:
la morte di un lavoratore non può essere solo l’“effetto collaterale” di un
business milionario.
Lo dobbiamo a Matteo e a tutti i Matteo che
ogni giorno rischiano la vita, non sempre consapevolmente, perché “the show
must go on”.
Paola Armellini
20 agosto 2015
Per firmare la petizione per la sicurezza
degli operai degli spettacoli, vai al link:
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From: Gian Luca Garetti glucagaretti@gmail.com
To:
Sent: Thursday, August 20, 2015 7:13 PM
Subject: LE DIECI COSE DA SAPERE SUL NUOVO
INCENERITORE DI FIRENZE
Da PerUnaltraCittà
In dieci punti tutto ciò che non torna
nella narrazione delle pubbliche amministrazioni in merito alla costruzione del
nuovo inceneritore di Case Passerini a Firenze. Sapevate, ad esempio, che per
il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) riciclare consente di
occupare un numero 10 volte maggiore di persone rispetto all'incenerimento di
quella preziosa risorsa che sono i rifiuti?
Leggeteli, indignatevi, attivatevi e fate
conoscere a chi vi è vicino i buoni motivi per sostenere le campagne dei
cittadini organizzati a favore di una virtuosa gestione attraverso la Strategia
Rifiuti Zero.
LE DIECI COSE DA SAPERE SUL NUOVO
INCENERITORE DI FIRENZE
In dieci punti tutto ciò che non torna
nella narrazione delle pubbliche amministrazioni in merito alla costruzione del
nuovo inceneritore di Case Passerini a Firenze. Sapevate, ad esempio, che per
il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) riciclare consente di
occupare un numero 10 volte maggiore di persone rispetto all’incenerimento di
quella preziosa risorsa che sono i rifiuti?
Leggeteli, indignatevi, attivatevi e fate
conoscere a chi vi è vicino i buoni motivi per sostenere le campagne dei
cittadini organizzati a favore di una virtuosa gestione attraverso la Strategia
Rifiuti Zero.
1) “Andiamo avanti. Penso che
l’inceneritore sia un’opera utile, non farà male ai cittadini, ma sarà utile
anche all’ambiente” con queste parole il sindaco di Firenze e presidente della
Città metropolitana, Dario Nardella, benedice il nuovo impianto di Case
Passerini (7 agosto 2015). Una tipica azione di “greenwashing”, cioè spacciare per sostenibile/utile
l’incenerimento quando non è affatto sostenibile per la salute, per l’ambiente,
per l’economia ed è invece utile solo a Qtermo SpA (Quadrifoglio più Hera) la
società che lo gestirà. In Toscana, non c’è nessuna emergenza rifiuti, li
stiamo addirittura importando dalla Regione Calabria e dalla Regione Liguria.
2) Il primo ministro Matteo Renzi lancia un
Piano che prevede 12 nuovi inceneritori in Italia (2 in Toscana da 150.000
tonnellate all’anno), con uno schema di decreto ai sensi dell’articolo 35 dello
“Sblocca italia”, da far approvare a settembre dalla Conferenza Stato-Regioni,
ignorando i trend in atto (riduzione consumi, riduzione imballaggi, aumento
raccolta differenziata, innovazione tecnologica per recupero di materia) che
fanno diventare “rifiuti zero in discarica” non più uno slogan utopistico ma
piuttosto una frontiera raggiungibile. Pregustano lauti guadagni le
multiutility A2A, Iren, Hera, Acea.
3) Con le raccolte differenziate che
superano l’80%, ove siano attuate come di dovere e non come a Firenze, non
rimane che il Rifiuto Urbano Residuo (RUR), ovvero quanto resta a valle del
processo di differenziazione. Ma non esiste nessun obbligo di incenerimento del
RUR, nessuna Direttiva UE che lo giustifichi. Dal RUR è possibile estrarre
ancora molti materiali riciclabili, per cui non c’è alcuna giustificazione per
l’incenerimento. Intanto, mentre si programmano nuovi inceneritori, infuria la
lotta contro gli impianti di riciclaggio: 18 roghi dolosi negli ultimi due
mesi. Cui prodest? (vedi Punto 2).
4) L’inceneritore di Firenze non chiuderà
affatto il ciclo dei rifiuti dell’ATO Toscana Centro, come vorrebbe far credere
la retorica dei vari greenwashers, perché produrrà tra 30.000 e 50.000
tonnellate/anno di ceneri e scorie, di cui non si vuol dichiarare la
destinazione. Per cui avremo dipendenza da discariche per rifiuti pericolosi,
conseguente riduzione dell’autosufficienza dell’ATO e diffusione di inquinanti
tossici e persistenti nell’ambiente. Per le criticità ambientali e sanitarie
conseguenti alla “valorizzazione dei residui”, vedi quanto scritto da ISDE
Italia (Associazione Medici per l'Ambiente) nel documento intitolato “La
gestione sostenibile dei rifiuti solidi urbani” uscito lo scorso 15 agosto.
5) L’inceneritore di Firenze non può fare a
meno delle discariche. La frazione delle ceneri cosiddette leggere, circa 9.000
tonnellate/anno, considerate rifiuto pericoloso, dovranno essere collocate in
discariche idonee all’estero. Ma è in corso una ri-classificazione dei residui
solidi degli inceneritori, che potrebbe diminuire l’autosufficienza dell’ATO e
comportare ingenti costi aggiuntivi, che ovviamente ricadrebbero sui cittadini.
La Città Metropolitana di Firenze, nella Conferenza dei Servizi del 6 agosto
2015, anche su questo problema, ha lasciato carta bianca a Qtermo SpA.
6) “Se si vuol ridurre al minimo l’impatto
ambientale nella gestione di un inceneritore si devono inviare tutti i residui
da incenerimento a discarica” (S.Larini su www.inforifiuti.com).
Questo perché l’alternativa alla discarica, il cosiddetto
riciclo/valorizzazione dei residui solidi nell’edilizia (cioè la produzione di
materiali, come cemento, mattoni, argilla espansa e manufatti) diventa un
metodo di diffusione incontrollata di pericolosi inquinanti persistenti,
cancerogeni, mutageni (diossine, furani, metalli pesanti, IPA) nell’ambiente.
(Di Ciaula and Gentilini “Utilizzo delle scorie da incenerimento di rifiuti e
rischi per la salute e l’ambiente” Professione & Clinical Governance 2011).
7) L’inceneritore fiorentino avrà
ripercussioni negative sulla salute dei cittadini, in particolare dei bambini.
L’origine di molte patologie cronico/degenerative tipiche dell’età adulta è da
ricondursi ad esposizioni ad agenti inquinanti durante la vita intrauterina
(Gluckman, Hanson, Cooper e altri “Effect of in utero and early-life conditions
on adult health and disease” New England Journal 2008). Non si è voluto
istruire una nuova Valutazione di Impatto sulla Salute, non si è valutata la
pressione combinata del nuovo aeroporto e dell’inceneritore, che avrà pure un
impatto negativo, sul sistema delle zone umide facenti parte della Rete Natura
2000, zone di grande interesse naturalistico.
8) Questo inceneritore emetterà inquinanti
che possiedono azione tossica, mutagena, cancerogena. Molte di queste sostanze
sono anche interferenti endocrini, sono persistenti e bioaccumulabili, entrano
nella catena alimentare e sono trasmissibili alle future generazioni. Quindi ci
saranno ricadute neoplastiche e non neoplastiche sulle popolazioni interessate,
specie sui bambini. Vedi l’ampia letteratura scientifica su “Progetto Ambiente
e Tumori” AIOM:2011 e su “La gestione sostenibile dei rifiuti solidi urbani”,
Isde Italia:2015.
9) Il rispetto dei limiti di legge delle
emissioni al camino non significa affatto non avere alcun effetto sulla salute.
Si sta parlando di un micidiale cocktail di diossine, furani, PCB, metalli
pesanti, particolato ultrasottile, per i quali, molto più delle concentrazioni
di emissione normalizzate per m3 di fumi al camino, conta la quantità totale di
inquinanti emessi per unità di tempo, che sono responsabili dei processi di
bioaccumulo nel lungo periodo.
10) “Il riciclo è meglio
dell’incenerimento”, rispetto ai gas clima alteranti (The dirty
truths-incineration and climate change, Friends of the Earth, Eunomia), così
“riciclare e compostare è meglio che incenerire” (Executive Summary di Waste
management options and climate change, UE).
Rispetto all’occupazione riciclare dà un
numero 10 volte maggiore di posti di lavoro (UNEP “Towards a Green Economy:
pathways to sustainable development and poverty eradication”: 2011).
L’energia elettrica ottenuta
dall’inceneritore, è una quota del tutto marginale, nel 2013 ha rappresentato
solo l’1,4% rispetto alle altre fonti.
di Gian Luca Garetti
Medicina Democratica
sezione Pietro Mirabelli Firenze
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From: Assemblea Lavoratori Autoconvocati assemblealavoratori@libero.it
To:
Sent: Thursday, August 20, 2015 12:50 PM
Subject: RIDUZIONE DEL SALARIO, FISCO,
CARITA’: L'AGENDA NEOLIBERALE DEL GOVERNO RENZI
Il rapporto 2015 dell'OCSEL, l'Osservatorio
sulla Contrattazione di Secondo Livello della CISL, ha censito 4.100 accordi
siglati tra il 2009 e il 2014. Tanti.
La lezione è semplice: non è vero che con
la crisi si è fermata la contrattazione; è vero che si contratta diversamente.
La contrattazione di secondo livello, neanche a dirlo, ha come obiettivo
principale il contenimento o la riduzione del salario. Nel 2009, infatti, la
contrattazione sugli aumenti salariali ricorreva nel 53% degli accordi, nel
2014 nel 13%.
La CISL, lo stesso sindacato che paga ai
suoi funzionari compensi superiori ai 300.000 euro l'anno (circa 25.000 euro al
mese, poco meno di 1.000 euro al giorno), si compiace per il lavoro fatto. La
CISL, esperimento riuscito di sindacato neoliberale, sta dalla parte dei più
forti.
Tra i target autunnali delle imprese,
conseguentemente di Renzi, c'è proprio la contrattazione.
Ridurre al minimo quella nazionale,
liberandola dai contenuti redistributivi; estendere al massimo quella
aziendale. Spostando interamente, salvo i minimi (?), la contrattazione
salariale sul piano aziendale, il salario si trasforma in variabile dipendente
dai risultati. Di più, si scambia salario con welfare aziendale: meno soldi, ma
il nido per i bimbi, tanto quello pubblico, distrutto dalla spending review,
non sarà mai disponibile. Tutto torna.
E sarà proprio la spending review, di 10
miliardi quella prevista per il 2016, a favorire la nuova politica fiscale del
governo: 35 miliardi di tagli nei prossimi 3 anni. Si comincerà dalla TASI e
dall'IMU agricola, si proverà a disinnescare l'aumento IVA previsto dalla clausola
di salvaguardia, poi IRAP (nel 2017) e IRPEF (nel 2018). Mentre proseguirà,
seppur lievemente ridotta, la decontribuzione (5 miliardi l'anno circa) per le
imprese che accendono contratti a tutele crescenti, siano essi nuovi o semplici
trasformazioni.
Sembrerebbe mossa positiva, perché di certo
la pressione fiscale italica è insostenibile, ma a pagarla saranno nuovamente i
poveri, tanta sarà la riduzione dei servizi pubblici essenziali, in primo luogo
la Sanità. Seppur non dichiarata come tale, è una mossa che rende l'imposta
regressiva, in pieno stile thatcheriano.
Poco o niente, inoltre, si fa per il mondo
del lavoro professionale non imprenditoriale (3,5 milioni circa, tra
professionisti atipici e ordinisti), quel mondo sempre più stremato da compensi
bassi (il 50% circa dei freelance fattura non più di 15-18 mila euro l'anno),
completa assenza di welfare, fisco e previdenza troppo onerosi (in particolare
l'aliquota della gestione separata INPS).
Fermi tutti, il “ganzo” fiorentino si
occuperà anche dei poveri, lo ha promesso a Caritas e ACLI. Si chiama ReIS,
Reddito di Inclusione Sociale, e piace a tanti, CISL e CGIL comprese. Una
misura a dir poco marginale, rivolta alle famiglie che vivono in condizione di
“povertà assoluta”, ovvero incapaci di accedere a beni primari quali la casa,
l'acqua, la luce, il riscaldamento.
Secondo i dati ISTAT, nel 2014 la povertà
assoluta ha segnato il 5,7% delle famiglie, quella relativa il 10,3%. Va da sé
che “tutti i membri della famiglia [che riceverà il ReIS] tra 18 e 65 anni
ritenuti abili al lavoro devono attivarsi in tale direzione. Si tratta di
cercare un lavoro, dare disponibilità a iniziare un’occupazione offerta dai
Centri per l’impiego e a frequentare attività di formazione o riqualificazione
professionale”.
Dunque: misura caritatevole, familiare,
fortemente condizionata. Non solo welfare to work, ma workfare caritatevole.
Quanto costa il ReIS? A regime, cioè solo a
partire dal quarto e ultimo anno di transizione, il ReIS costa 6 miliardi di
euro l'anno, lo 0,34% del PIL. Sappiamo che l'ISTAT reputa necessari 14
miliardi l'anno, per la proposta di Reddito Minimo Garantito del M5S, e 19
miliardi l'anno, per quella depositata da SEL.
Quando parliamo di ReIS, parliamo di
briciole, utili a tenere a freno il disastro e a sostenere la gabbia familiare
italica, l'unico welfare che c'è per milioni di giovani disoccupati e precari.
D'altronde Cameron, riferimento renziano
tra i più importanti, sta per sostituire i sussidi di disoccupazione con “work
boot camp”, campi di addestramento obbligatori al lavoro. Gli echi nefasti
delle parole, si sa, non spaventano neanche un po' i vampiri neoliberali. Il
sangue dei giovani disoccupati è così eccitante, no?
Questa è l'agenda, questa la merda che ci
toccherà in sorte nei prossimi mesi. Vale la pena, senza girarci attorno, farsi
le domande che contano. Saremo in grado di costruire una mobilitazione
moltitudinaria capace di connettere lavoro precario e disoccupati, lavoro
autonomo e stabile, cattolicesimo di base e sindacati conflittuali, ma
soprattutto di pretendere reddito di base (incondizionato, rivolto ai singoli,
per tutti, ecc.) e welfare universale?
Saremo capaci di inventare e/o consolidare
nuovi dispositivi sindacali in grado di organizzare (quotidianamente) i non
organizzati (partite IVA, precari, lavoro migrante, ecc.)?
Sapremo estendere sul piano europeo il
conflitto anti-austerity e per l'uguaglianza (salario minimo europeo, imposta
progressiva, tassazione delle rendite finanziarie, tetto ai compensi di manager
privati e pubblici, ecc.)?
Queste a me paiono le domande alle quali
movimenti e coalizioni che non si rassegnano alla marginalità dovrebbero
rispondere. O almeno provarci.
di Francesco Raparelli
---------------------
From: Felice Dileo felicedileo@libero.it
To:
Sent: Friday, August 21, 2015 12:29 PM
Subject: RESPINGIAMO INSIEME LA “PROPOSTA
INDECENTE” DELLA BRIDGESTONE
L’area programmatica “Il sindacato è
un’altra cosa Opposizione Cgil”, esprimendo solidarietà e sostegno ai
lavoratori della Bridgestone di Bari Modugno, stigmatizza la posizione assunta
dalla stessa azienda. Sono ormai due anni che essa agisce mostrando quella che
è la filosofia di un po’ tutto il padronato in genere, ovvero: o gli operai
accettano di lavorare in condizioni peggiori rispetto al passato e con una
decurtazione salariale, oppure si chiude l’impianto e lo si riapre altrove,
dove c’è possibilità di intascare profitti ancora più sostanziosi.
Per alcuni questa filosofia sarebbe il
giusto approccio per competere nel moderno mercato globalizzato, per noi si
tratta del solito atavico ricatto che chi ha il coltello dalla parte del manico
avanza contro il suo avversario. C’è un solo metodo per respingere al mandante
la stessa “proposta indecente” e salvaguardare i livelli occupazionali ed è
quello di lottare affinché la Bridgestone Italia ritiri il piano industriale
già esposto e lo sostituisca con un altro in cui è previsto il rilancio del
sito pugliese, investendo nella qualità del prodotto e non sulla riduzione del
costo del lavoro.
Pertanto, alle organizzazioni sindacali
chiediamo di accantonare ogni eventuale ipotesi di ulteriori tagli del salario,
in quanto la maggioranza dei lavoratori sono contrari a tale risoluzione, come
dimostrato con il referendum dello scorso luglio.
Ai lavoratori, che bene hanno fatto a
costituire un comitato di lotta per affrontare lo scontro, chiediamo di
cestinare la lettera recapitata a ciascuno di loro da parte dell’azienda, la
quale offre la continuazione del rapporto di lavoro a patto che i destinatari
accettino il ricatto “O il taglio del salario o chiudo”.
La soluzione come sempre è prendere nelle
proprie mani il proprio futuro e lottare non solo per se stessi, ma anche per
rappresentare un esempio alle tante maestranze che stanno nelle identiche
condizioni. Questo potrà accadere se i lavoratori sapranno restare uniti fino
alla sconfitta delle pretese padronali!
Felice Dileo
Francesco Maresca
Il sindacato è un’altra cosa Opposizione
CGIL
Puglia
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From: Carlo Soricelli soricarlo49@gmail.com
To:
Sent: Sunday, August 23, 2015 5:55 PM
Subject: INTERVISTA AL TELEGIONALE
DELL’EMILIA ROMAGNA
Relativamente alla situazione dei morti sul
lavoro in Emilia Romagna, osserviamo finalmente un calo importante in tale
Regione che per la prima volta da quando è stato aperto l'Osservatorio
Indipendente di Bologna morti sul lavoro (http://cadutisullavoro.blogspot.it)
registra un andamento in controtendenza rispetto al resto d'Italia, che invece
non ha mai avuto tanti morti sui luoghi di lavoro dal 1° gennaio 2008.
Speriamo che questo trend si confermi fino
alla fine dell'anno.
Grande merito al TG3 dell'Emilia Romagna
che su queste tragedie fa un'informazione costante e continua.
Per chi vuole vedere il servizio del TG3
dal minuto 6:47 il link è:
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From: Celestino Panizza cele.panizza@gmail.com
To:
Sent: Sunday, August 23, 2015 5:55 PM
Subject: BRESCIA 26 SETTEMBRE: CONVEGNO
CAMBIAMENTO CLIMATICO E SALUTE
Carissim*,
mando la locandina del convegno del 26
settembre.
Vi chiedo di diffondere il programma nei
vostri ambiti di contatti
Grazie
Ciao
Associazione Medici per l'Ambiente ISDE
Italia
Affiliata a ISDE International Society of Doctors for the Environment
Sezioni Brescia, Cremona, Lecco, Mantova,
Milano, Pavia
In collaborazione con:
Diocesi di Brescia
Ufficio per l’Impegno Sociale
Commissione per la salvaguardia del creato
Con il patrocinio di:
Comune di Brescia
Ordine medici chirurghi e odontoiatri della
Provincia di Brescia
CONVEGNO
TRA INQUINAMENTO AMBIENTALE E CAMBIAMENTO
CLIMATICO
LE NUOVE SFIDE PER LA SALUTE
Centro Pastorale Paolo VI
via Gezio Calini, 30 Brescia
Sabato 26 settembre 2015 Ore 8:30 – 13:00
PRESENTAZIONE
L’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE)
è sorta per dare il proprio apporto scientifico e di advocacy alla difesa
dell’ambiente e della salute e combattere l’inquinamento.
Con questa prima iniziativa promossa dalla
rete delle sezioni della Lombardia, in collaborazione con l’Ufficio per
l’Impegno Sociale e la Salvaguardia del Creato della Diocesi di Brescia, ISDE
intende tracciare un quadro aggiornato dei possibili scenari globali di medio e
lungo periodo legati al cambiamento climatico in atto.
L’Enciclica Laudato sì di Papa Francesco
risuona come una voce autorevole sulla scena internazionale, in grado di
rappresentare preoccupazioni, sentimenti e speranze sempre più diffusi e di
riportare al centro dell’attenzione il dibattito sulle cause e sulle
responsabilità di questa “crisi di sistema”.
Anche il Rapporto delle Commissioni
costituite dall’autorevole rivista medica Lancet, che si aggiunge alla copiosa
letteratura scientifica, sottolinea l’urgenza di interventi in grado di
correggere le dinamiche all’origine del cambiamento climatico.
Anche Obama ha finalmente riconosciuto la
necessità di importanti intervenire sulle emissioni di gas serra all’origine
del riscaldamento.
E’ ormai sempre più chiaro che le attività
umane stanno modificando in modo forse irreversibile gli assetti fisici,
biologici e sociali a livello globale. Ne risultano minacciati il clima, gli
ecosistemi, la salute pubblica, le dinamiche economiche e il destino della
maggioranza della popolazione mondiale.
A livello globale e a livello locale, e
dunque, anche a Brescia, è necessario che la collettività raccolga la sfida e
si impegni per una transizione che si annuncia profonda.
PROGRAMMA
8:30 Accoglienza e registrazione
9:00 Apertura e presentazione (Don Mario
Benedini, Giuseppe Masera, Celestino Panizza)
9,30 Cambiamento climatico, giustizia
sociale e salute (Gianni Tognoni)
10:00 Cambiamento climatico e modificazioni
della salute (Giuseppe Miserotti)
10:30 Cambiamento globale e sistemi
ecologici (Carlo Modonesi)
11:00 Cambiamento globale e le sfide
dell’Enciclica “Laudato sì” (Caterina Braga)
11:30 Quale impegno per i medici (Ottavio
Di Stefano)
11:45 Discussione
12:45 L’impegno di ISDE
13:00 Chiusura
Relatori:
-
Don
Mario Benedini (Diocesi di Brescia - Ufficio per l’Impegno Sociale -
Commissione per la Salvaguardia del Creato)
-
Caterina
Braga (Alta Scuola per l’Ambiente - Università Cattolica del Sacro Cuore di
Brescia - Docente di Pedagogia e formazione e valorizzazione delle risorse
umane. Coordinatrice del Master in “Sviluppo umano e ambiente. Governance,
processi formativi, conoscenza scientifica per custodire il creato”)
-
Ottavio
Di Stefano (Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di
Brescia)
-
Giuseppe
Masera (già Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Milano
Bicocca - Ospedale S. Gerardo di Monza e Membro del Comitato Scientifico della
Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia)
-
Giuseppe
Miserotti (Medico di Medicina Generale – Membro della Giunta esecutiva ISDE e
vice presidente ISDE Italia Nord)
-
Carlo
Modonesi (Biologo – Professore di Ecologia umana, Dipartimento di Bioscienze
dell’Università di Parma – ISDE Italia Gruppo pesticidi)
-
Celestino
Panizza (Medico del lavoro – Presidente della sezione ISDE Brescia)
-
Gianni
Tognoni (Ricercatore con ruoli di responsabilità presso il Laboratorio di
Farmacologia dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano e
Segretario Generale del Tribunale Permanente dei Popoli)
La partecipazione è gratuita e aperta a
tutti gli interessati.
Centro Pastorale Paolo VI
Via Gezio Calini, 30 Brescia (http://www.centropastoralepaolovi.it)
Parcheggio interno
Dalla Stazione con bus (servizio pubblico) due
possibilità:
-
Linea
2: bus in direzione Chiesanuova per Centro Storico - Scendere alla fermata di
via San Martino della Battaglia – a piedi via Moretto, via Crispi, via Gezio
Calini
-
Linea
12: bus in direzione Verrocchio per Centro Storico fermata di corso Magenta – a
piedi corso Magenta, via Crispi, via Gezio Calini
Dalla Stazione a piedi: 20 minuti
Contatti: isdebrescia@gmail.com
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