Pisa
“Nel settore edile, dal 2008 ad oggi, si sono persi in Toscana 30 mila pari al
40% della forza lavoro. Una buona parte di questi lavoratori si arrabatta con
il nero anche perchè le tasse per gli autonomi sono troppo alte se pensiamo che
non tengono conto degli effettivi incassi. Ad inizio agosto allo sportello dei
Cobas si sono presentati lavoratori e lavoratrici, vi raccontiamo senza
omissioni le loro storie - Abdul 34 anni viene dal Marocco , in Italia da quasi
10 anni assunto per alcuni anni regolarmente da azienda artigiana poi
licenziato per il mancato finanziamento delle banche. Abudl lavora nei campi,
in pochi anni la paga al nero è passata da 7\8 euro a 5 euro, tutte sotto il
sole. In una giornata puoi lavorare 7 ore per una paga che arriva a 35 euro
senza contributi infortunistici e previdenziali e con una bottiglietta di acqua
da mezzo litro, il cappello lo acquisti da un ambulante, la pausa pranzo è
ovviamente a tuo carico e per risparmiare il panino te lo porti da casa. Ma non
lavori tutti i giorni, se ti va bene sono 3 giorni a settimana.. Il caporalato
non esiste a Pisa? Non diremmo . Gli italiani non sono ben visti perchè i
padroni (italiani) hanno paura di denunce all’ispettorato del lavoro mentre i
migranti lavorano a qualunque prezzo e senza fare storie. Non sono mancati
problemi tra noi- dice Abdul- soprattutto in caso di malori c’era chi non
voleva portare il collega di lavoro in ospedale. Per chi è sopravvissuto ai
barconi l’idea della morte non è lontana ma ti accompagna ogni giorno. Il
datore di lavoro dice di non chiamare il 118 ma di portare lontano dai campi
chi accusa malori per il caldo solo a quel punto chiamare soccorso. Abbiamo una
cassetta di pronto soccorso solo dopo proteste e acqua di rubinetto per
rinfrescarsi. _ Dug ,27 anni, viene dal Senegal, vende accendini una giornata
intera per racimolare 20 euro . Ci racconta che stanno in 4 in una camera con i
letti a castello e ciascuno paga 150 euro. Ogni mese manda in Africa 100 euro,
ci sono giorni in cui non mangia.
I vigili urbani sequestrano la nostra merce
abusiva, per questo nascono attriti perchè perdere la merce significa non avere
reddito…. _ Marta, 49 anni, una vita tra ristoranti e sagre ci racconta la sua
storia. In 3 anni siamo passati da 8\10 euro all’ora a 5\6, io ho 25 anni di
esperienza in sala e in cucina ma non vado oltre le 7 euro all’ora. Ho avuto un
infarto e per tre mesi sono stata senza lavorare, al ritorno il mio posto era
stato preso da un apprendista di 20 anni pagato la metà. Questa situazione è nota
a tutte le associazioni di commercianti, qualcuno che tuona contro la
contraffazione delle merci in tv e sui giornali si dimentica di pagare i
contributi previdenziali ai suoi dipendenti. A Pisa perfino le consegne della
pizza a domicilio avvengono al ribasso, quest’anno sono stata fortunata e per
11 ore di lavoro porto a casa 1100 euro , sei giorni lavorativi e il settimo
mezza giornata, giusto per avere tempo di lavare i panni e rimettere la casa in
ordine. - Giovanni ha 59 anni, troppo giovane per la pensione ma troppo vecchio
per lavorare. E’ stato mulettista, edile, artigiano ma alla fine si ritrova con
una pensione di invalidità e costretto a chiedere aiuto alla figlia commessa in
un negozio, la sola fonte di reddito in casa. HA venduto macchina e motorino,
viaggia a piedi e per due anni ha consegnato volantini pubblicitari fino a
quando il diabete lo ha bloccato a letto con le dita di un piede amputate. Ho
quasi 30 anni di contributi ma la pensione non c’è e io sono ridotto sul
lastrico con una moglie casalinga che rammenda vestiti per 3 \4 euro all’ora.
Questa vi sembra vita? A me francamente no” Fonte: Cobas Pisa
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