Fiumicino, tutto ok? D&G
trasferiscono una mamma single
Usb - Unione
Sindacale di Base
Pamela, 30enne, mamma di una bambina di un anno e
mezzo, single e dipendente del negozio Dolce & Gabbana dell’Aeroporto di
Fiumicino, è stata comandata in trasferta a 50 km dal suo luogo di lavoro,
fuori del suo comune di residenza e le è stato assegnato arbitrariamente un
orario non contrattuale che stravolge la sua vita familiare. Pamela, due giorni
prima del suo rientro in servizio, dopo quasi un mese di infortunio causato dal
rogo di Fiumicino, si è vista recapitare una fredda raccomandata che le ha
annunciato la beffa dopo il danno subito. Senza considerare che Dolce &
Gabbana ha un altro punto vendita all'interno dell'aeroporto, lontano dalle
aree interessate dall'incendio. «E’ incredibile - dichiara Francesco Iacovone
dell’Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato - Dolce &Gabbana si dimostra
ancora una volta poco sensibile al problema femminile.» «Dopo aver esposto
alcune delle sue dipendenti a gravissimi rischi per la salute - prosegue il
sindacalista Usb - facendole operare, nei mesi successivi all’incendio, nelle
zone compromesse dell'Aeroporto di Fiumicino, per togliersi le castagne dal
fuoco le comanda in trasferta senza il giusto preavviso e violando le norme contrattuali.»
«La società non risponde ai nostri reclami» - conclude Francesco Iacovone -
trincerandosi dietro un disco telefonico che recita: “gli uffici riapriranno 31
agosto”. Situazione kafkiana, in un settore vittima delle liberalizzazioni del
governo Monti: croce dei lavoratori, ma che non hanno intaccato affatto le
dirigenze. Questa non è altro che l’ennesima conferma dell’insostenibilità
della condizione femminile nei luoghi di lavoro del commercio, di cui si parla
troppo poco e male.»
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