venerdì 7 agosto 2015

7 agosto - Napoli, ancora in sciopero i lavoratori del Porto




 Clash City Workers
 05 Agosto 2015

In particolare, le condizioni poste dalle organizzazioni dei lavoratori per far rientrare la protesta erano tre: il ripristino della quattordicesimia, dei buoni pasto nonché una riapertura della discussione sulla turnistica. Come Cisl, Uil ed Ugl scrivono in un comunicato pubblicato su Il Denaro, “Non solo i lavoratori si sono visti mettere in discussione istituti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale - come la 14ª mensilità e la polizza sanitaria - quest'ultima mai versata dal 2009 - rilevano i sindacati -. L'azienda ha anche trattenuto arbitrariamente le quote della cessione del quinto dello stipendio (motivo per cui molti lavoratori sono stati contestati da istituti di credito e da finanziarie), il Tfr complementare, i buoni pasto, l'incentivo di produzione, il bonus per il trasferimento turno, l'indennità pioggia, l'indennità oltre la 26ª domenica ed altro ancora. Sacrifici che i lavoratori non hanno esitato a sostenere pur di mantenere il lavoro e dare un po' di ossigeno all'azienda che aveva dichiarato lo stato di crisi.” Con il porto paralizzato da quasi un mese, ad eccezione dei mercoledì e dei fine settimana, lo sciopero comincia a far sentire tutta la sua forza e spedizionieri, autotrasportatori ed agenti marittimi continuano ad inviare messaggi in cui lamentano la perdita di business cui stanno andando incontro. L’ultima iniziativa è una lettera al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in cui parlano di danni “gravissimi”. Secondo alcune stime sarebbero circa 2000 i container “persi”, per un valore di almeno un milione e mezzo di euro. È facile prevedere che ci sarà una forte campagna contro i lavoratori “irresponsabili” per aver messo a repentaglio, in tempi difficili, la fragile economia cittadina e nazionale. In fondo, già oggi, li si accusa implicitamente di essere la causa della perdita del milione e mezzo di euro dovuto al blocco delle attività. Come al solito si confondono le cause con gli effetti e nessuno si lancia a puntare il dito contro l’azienda, responsabile della decisione di un netto peggioramento delle condizioni di lavoro e, conseguentemente, di vita di questi lavoratori. Come se poi scioperare fosse una passeggiata, una sorta di festa e non, invece, un atto di coraggio e dignità, che comporta il sacrificio della paga giornaliera. In tempi di duri attacchi al diritto allo sciopero, sostenere la lotta di questi lavoratori significa difendere anche la nostra dignità e la nostra libertà…



Nessun commento:

Posta un commento