sabato 8 agosto 2015

7 agosto - Poste schiaviste a Treviglio (BG)



comunicato stampa

Treviglio

Il sindacato Slai Cobas denuncia:  lavoro neo-schiavistico frutto della privatizzazione delle Poste Italiane.
Adesso aspettiamo l'intervento dell'Ispettorato del Lavoro

Il processo di privatizzazione delle poste italiane iniziato con la liberalizzazione dei servizi postali e quindi con migliaia di licenziamenti, iniziato grazie alla linea fallimentare di cgil-cisl-uil, basta ricordare le dichiarazioni di Annamaria Furlan oggi segretario della CISL, ex dipendente delle Poste e segretario del settore dal 2002: "Poste Italiane e Cgil, Cisl e Uil hanno condiviso possibili aree di convergenza strategica: dalla promozione di un protocollo triangolare con il Governo alla sottoscrizione di un vero e proprio Patto per il lavoro e lo sviluppo di Poste Italiane, per accompagnare l’azienda nel percorso della liberalizzazione e dell’apertura alla concorrenza." 
Il tutto pagato da migliaia di lavoratori che oggi si ritrovano a "lavorare" nei magazzini logistici come quello di treviglio in via re di puglia 77  gestiti dalla società mediagroup.srl che lavora in appalto per il gruppo nexive (forse il maggiore operatore postale privato nel mercato nazionale ed ex TNT), con contratti di 4 ore mentre si lavora 8-10 ore, con un regime di pagamento a cottimo, con pagamenti irregolari e voci fittizie in busta paga come trasferta italia.
Per questo con un esposto alla dtl di Bergamo i Cobas mettono sotto accusa questo sistema di sfruttamento e la nuova fase di privatizzazione, che prosegue a tappe forzate con il governo Renzi che ora si appresta a mettere sul mercato entro l'anno il 40% dell’intero gruppo, preannunciando nuovi disastri per le condizioni di migliaia di lavoratori.


Per il sindacato
Lamera Sebastiano


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