da contropiano -
La distruzione di Alitalia, un affare criminale. Quattro condanne
Avevamo scritto parecchie volte che la distruzione dell'Alitalia, a far
data dagli accordi di Maastricht, era un piano economico preciso. Voluto
dall'Unione Europea - che aveva deciso che nel Vecchio Continente c'era spazio
per tre soli vettori globali (Air France, British Airways e Lufthansa) - era
stato realizzato molto "all'italiana". Ossia facendo deperire il
gioiello con una serie di operazioni commerciali sbagliate, apparentemente
folli (come il taglio dei voli sul lungo raggio, quelli intercontinentali, gli
unici ad alto guadagno), e con altre semplicemente finalizzate a ingrassare le
tasche di una serie di amici.
Il "piano", alla fine, doveva portare Alitalia nelle capaci braccia
di AIr France. Ma saltò per le esigenze elettorali di Berlusconi, che mise in
piedi quella famosa "cordata" cui venne di fatto regalata scaricando
i debiti sui conti pubblici. Pochi anni, nuova crisi e nuova vendita a Etihad.
Fine della storia, per ora...
Ma il processo contro le antiche gestioni è ora arrivato alla sentenza. E si
sono viste condanne abbastanza consistenti soprattutto per il principale
"rottamatore" della gloriosa azienda con base a Fiumicino: Giancarlo
Cimoli.
Sotto indagine era tutta la gestione 2001-2007, e quindi il tribunale di
Roma ha condannato l'ex presidente e ad della compagnia (da 2001 al 2004) a
otto anni e otto mesi di reclusione.
6 anni e 6 mesi invece per Pierluigi Ceschia, ex responsabile del settore
Finanza straordinaria; e 6 anni per Gabriele Spazzadeschi, direttore generale
del settore Amministrazione e finanza.
Per tutti sono l'accusa è bancarotta. In più a Cimoli, sono stati contestati
anche due episodi di aggiotaggio. Ha infatti diffuso volontariamente notizie
false per causare forti e improvvise oscillazioni di prezzo del titolo Alitalia
in borsa. Naturalmente c'era chi era ronto ad approfittare degli sbalzi, Cimoli
o chi per lui tra questi. I pm Maria Francesca Loy e l’aggiunto Nello Rossi
hanno dimostrato che gli amministratori hanno portato avanti una vera e propria
«dissipazione» di Alitalia con «operazioni abnormi sotto il profilo economico e
gestionale», tanto da rovocare perdite immotivate per almeno 4 miliardi di
euro. Da ricordare che tutta la stampa nazionale, fatta eccezione per
pochissime testate, incolpava della crisi della compagnia soltanto i dipendenti
(piloti, assistenti di volo, impiegati, operai e addetti ai bagagli), dipinti
come scansafatiche ricoperti di "privilegi" intollerabili.
Sotto accusa le principali operazioni societarie di quegli anni. A Cimoli,
Spazzadeschi e Ceschia si attribuisce la divisione della compagnia in Alitalia
Fly e Alitalia Servizi; mentre a Cimoli, Spazzadeschi, Ceschia, Zeni e Conforti
era attribuita, l’acquisizione di Volare Group, Volare Airlines e Air Europe,
nel 2005. Mengozzi e Ceschia, infine, hanno pagato anche la decisione di cedere
Eurofly per 13 milioni di euro e due aerei per 3 milioni (mentre i soli canoni
di affitto ammontavano a 6).Dei veri "capitani di industria"... In
linea teorica, Cimoli, Spazzadeschi, Ceschia e Mengozzi dovrebbero risarcire
oltre 355 milioni di euro alle parti civili (niente di che: sono i commissari
straordinari pro tempore). Nonostante l liquidazioni pazzesche incassate al
momento del ritiro (3 milioni di euro quella che lo stesso Cimoli si era
autoattribuito), difficilmente verranno espropriati dei loro averi. Come
sarebbe peraltro logico.
Il comunicato dell'Usb, con Fabrizio Tomaselli - ex assistente di volo
Alitalia:
ALITALIA: TOMASELLI (USB), CIMOLI E
MENGOZZI CONDANNATI
ALLO STATO CHIEDIAMO UN RISARCIMENTO PER
I LICENZIATI
Il 1° ottobre manifestazione
all'aeroporto di Fiumicino contro i disastri occupazionali del Trasporto Aereo