Genova -
Passano attraverso due avvocati torinesi, Stefano Bertone e Marco Bona, i
procedimenti legali civili aperti in Italia da 170 famiglie di operai pakistani
morti o sopravvissuti nell’incendio del settembre 2012 nello stabilimento
tessile Ali Entrerprises di Baldia, nel pressi di Karachi, contro la società
di certificazione Rina Services di Genova.
I fatti
«Si tratta - spiegano i due legali - di un’iniziativa senza precedenti, che mira a dare una risposta giuridica alle morti di 260 dipendenti e alle lesioni subite da altri 32, in quello che fu il peggiore incendio sul lavoro nella storia del Pakistan. Poche settimane prima dell’accaduto, la società italiana rilasciò un certificato SA8000 affermando che la fabbrica rispettava i criteri di responsabilità sociale. Il nostro scopo è fare ottenere il pieno risarcimento a queste famiglie». La replica Il primo incontro tra le parti si terrà il 30 settembre a Genova. Sull’accaduto il pm torinese Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo contro ignoti.
I fatti
«Si tratta - spiegano i due legali - di un’iniziativa senza precedenti, che mira a dare una risposta giuridica alle morti di 260 dipendenti e alle lesioni subite da altri 32, in quello che fu il peggiore incendio sul lavoro nella storia del Pakistan. Poche settimane prima dell’accaduto, la società italiana rilasciò un certificato SA8000 affermando che la fabbrica rispettava i criteri di responsabilità sociale. Il nostro scopo è fare ottenere il pieno risarcimento a queste famiglie». La replica Il primo incontro tra le parti si terrà il 30 settembre a Genova. Sull’accaduto il pm torinese Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo contro ignoti.
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